Delaware, l’ultima frontiera offshore

Fino a qualche settimana fa, Panama veniva spesso associata al Canale di Panama e allo scalo per i voli internazionali in Sudamerica. Ma con la pubblicazione dei Panama Paper le cose sono cambiate. I 2.450 gigabyte di dati trapelati dallo studio legale Mossack Fonseca risalgono agli anni 70, ed è la prima volta che vengno resi pubblici documenti riguardanti l’evasione e l’elusione fiscale su così ampia scala.

Alcuni americani hanno utilizzato i servizi di Mossack Fonseca per nascondere attività in un conto offshore, come Marianna Olszewski, autrice e coach finanziario di Chicago, oppure il miliardario della Florida Igor Olenicoff. Ma la maggior parte degli undici milioni di documenti mostrano attività di persone straniere. Uno dei più importanti è il primo ministro islandese Sigmundur David Gunnlaugsson, quello che si è ‘fatto di lato’ a tempo indeterminato.

Gli Stati Uniti hanno lavorato duramente per raggiungere i nascondigli esteri dei propri cittadini; dopo l’approvazione del Foreign Account Tax Compliance Act [Facta, una legge federale statunitense che obbliga i contribuenti americani a dichiarare i propri redditi annuali, ndr], i cittadini Usa devono pagare le tasse degli Stati Uniti anche se hanno attività all’estero, a prescindere da dove vivano.
Il Facta, con le maniere forti, è riuscito a convincere gli ex paradisi fiscali come la Svizzera a porre fine al segreto bancario e a rivelare i dati. Anche altri Paesi, come il Lussemburgo e le Isole Cayman, si sono attenuti tranquillamente alla richiesta.

Quello che gli Stati Uniti non hanno però fatto siglare, è un accordo per lo scambio dei dati fiscali tra più di cento Paesi firmatari. In altre parole, gli Stati Uniti ottengono le informazioni attraverso il Facta, ma non sono tenuti a fornire informazioni ad altri Paesi.
Questo, di fatto, ha reso gli Stati Uniti uno dei più grandi paradisi fiscali del mondo. A conferma di questo, il Tax Justice Network colloca gli Stati Uniti al terzo posto nell’Indice di Segretezza finanziaria, dietro la Svizzera e Hong Kong, ma notevolmente sopra rispetto a Panama, appena tredicesima.

Naturalmente, i cittadini della California e lo Stato di New York non hanno mai sentito parlare di tasse basse o segreto bancario, ma questo non vale per i clienti di questi piccoli quattro Stati: Delaware, Wyoming, South Dakota e Nevada.
La fuga di dati da Mossack Fonseca attesta 214 mila società di comodo. Bene, secondo un articolo del New York Times, un solo edificio a Wilmington, nel Delaware, è sede di 285 mila società.

In questi quattro Stati, le tasse e le normative federali vengono sì applicate, ma sono in vigore delle leggi restrittive sul segreto bancario. Per esempio, in Nevada una società privata non ha bisogno di un capitale statutario, non deve redigere né presentare bilanci, né tantomeno conservare qualsiasi tipo di fattura.

E da quando altri paradisi fiscali non esistono più, numerosi gestori patrimoniali e specialisti offshore si sono stabiliti in questi quattro Stati degli Usa. Per esempio Cisa Trust, società svizzera di gestione patrimoniale, così come Trident Trust, uno dei più grandi fornitori di conti offshore, si sono stabiliti in South Dakota. Anche la banca svizzera Rothschild ha aperto un nuovo ufficio a Reno, nel Nevada, nel 2013. E perché non avrebbe dovuto? Dopotutto il Nevada è anche sede di Braeburn Capital, il fondo speculativo interno di Apple, che gestisce 176 miliardi di euro in contanti offshore per conto di Apple, senza alcun controllo da parte delle autorità o necessità di divulgare i dati sulle proprie partecipazioni. Lo stesso vale per l’imposta sulle plusvalenze.

Gli Stati Uniti sono «effettivamente il più grande paradiso fiscale al mondo», ha commentato la banca svizzera Rothschild in una dichiarazione riportata da Bloomberg durante un evento a San Francisco. «[Mancano, ndr] le risorse per far rispettare le leggi fiscali estere e hanno poca voglia di farlo» continuava. Ma questa frase è stata poi cancellata in fase di revisione.

Quindi molto denaro estero sta attualmente affluendo negli Stati Uniti, vista la legislazione favorevole. E per molti, anche le imposte federali Usa sui redditi da capitale sono molto migliori rispetto ad altri Paesi e non si possono applicare se non si è cittadini e non si risiede negli Stati Uniti. Per esempio Warren Buffett [miliardario americano considerato il più grande ‘investitore’ della Storia, ndt] paga solo poco più del 17 per cento di tasse e non risiede nemmeno in uno dei quattro paradisi fiscali statunitensi.

Per saperne di più:

 

Articolo in inglese: ‘Don’t Look at Panama, Look at Delaware

 
Articoli correlati