L’Italicum è stato approvato lunedì sera 4 maggio alla Camera; ma quali potrebbero essere le conseguenze di questa nuova legge elettorale sul futuro del nostro Paese? Lo abbiamo chiesto a Fulco Lanchester, giurista e costituzionalista di origine inglese, nonché direttore del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma.
Cosa comporterà l’Italicum nella futura vita politica del Paese?
L’Italicum in questo momento è uno strumento adatto alla situazione di personalismo imperfetto: c’è una contrapposizione fra personaggi Renzi-Grillo o Renzi-Salvini, che in realtà vedono soltanto uno di questi personaggi, Renzi, capace di aggregare i consensi, perché gli altri sono personaggi anti-sistema; bisogna però vedere che cosa succederà del Partito Democratico, come si trasformerà, quali saranno le sue regole interne e quale la strutturazione.
Nessuno poi parla del fatto che stanno per approvare una normativa elettorale in senso stretto soltanto per una camera, in presenza di un formale bicameralismo perfetto, con un procedimento di innovazione costituzionale che dovrebbe eliminare una delle due camere o almeno trasformarla in un monocameralismo imperfetto o bicameralismo zoppo; ma dato che c’è una clausola di salvaguardia nell’Italicum che dice ‘io le elezioni non te le posso far fare se non dopo il 2016’, (scatta da marzo ad aprile del 2016 la possibilità di utilizzare l’Italicum), e dato che si comincia a trattare di nuovo sulla riforma costituzionale, beh, non si sa se non si andrà a votare con l’Italicum e con il Consultellum regionale nel 2016. E la cosa è divertente se non fosse piuttosto preoccupante.
Quali sono le caratteristiche chiave dell’Italicum, che differiscono dall’attuale legge elettorale?
In realtà l’Italicum si riallaccia al Porcellum, con l’innovazione del doppio turno; non risolve il problema della soglia per ottenere il premio di maggioranza, discusso adesso al 40 per cento per la lista, e non più per la coalizione di liste. E se non si riesce ad ottenere questa soglia si va al ballottaggio tra i primi due del primo turno.
Qui non è risolto il problema della soglia minima per ottenere i 340 voti nei seggi e quindi più del 50 per cento, perché si può avere anche il 20 per cento degli elettori iscritti o anche meno a seconda della partecipazione elettorale. E quindi dal punto di vista della sentenza ci potrebbero essere dei problemi…Ma non credo che ci saranno.
A quali partiti gioverebbe la nuova legge elettorale?
Questa legge elettorale in questo momento è utile al partito di Renzi. In questo momento però Renzi ha operato una normalizzazione del Partito Democratico rottamando i rottamabili. Da tutti i segretari del partito precedenti a tutti i presidenti della Camera, se si esclude Fini che è stato bravo sotto questo punto di vista, sono stati rottamati. Intanto il problema della dinamica interna, cioè il sistema elettorale di contorno relativo al finanziamento, alla regolazione dei mezzi di comunicazione di massa, al rimborso delle spese elettorali, alle dinamiche interne dei partiti, alla selezione interna dei candidati, tutto questo è lasciato ancora nel grigio e nel nebuloso e l’unico elemento che è stato individuato è questo della plebiscitarizzazione.
Alcune forze politiche dicono che il presidente Mattarella dovrebbe intervenire contro l’Italicum. Per lei è plausibile?
Guardi intervenire contro l’Italicum… se Napolitano non lo ha fatto dal 2006 al 2013, ed è stato fatto nell’intervento soltanto nel 2013, dopo il completo ‘impallamento’ del circuito partitico parlamentare, è difficile chiedere a Mattarella di bloccare. Mattarella potrà fare anche delle osservazioni, ma poi c’è una Corte Costituzionale. Salvo che la Corte Costituzionale anch’essa, al di là della sentenza sulle pensioni e via dicendo, tanta legittimazione e tanto coraggio da far prendere nuovamente una decisione come quella del Porcellum non so se ce l’avrà.
Lo stesso presidente Criscuolo, della Corte Costituzionale, ha detto di togliere assolutamente la normativa che prevede un giudizio preventivo di costituzionalità sulla legge elettorale, perché questo significa politicizzare la corte; ora la Corte gli interventi li fa ma non li può fare oggigiorno. Se poi il circuito politico parlamentare ribadisce che qui si sta ribadendo il Porcellum, allora il Porcellum è passato nel 2005 perché in realtà anche il Pd non ha alzato le barricate, perché un buon parlamento di nominati gli faceva piacere, questo è il succo; poi ci sono i ‘polidictator’, le persone che dicono che tutto è giusto, ma questo è il senso della situazione. E quindi Mattarella non so cosa farà, è il presidente, sarà sicuramente molto attento, ma è un affare troppo grosso perché possa essere risolto dallo stesso presidente.
Come si pone nel dibattito tra chi sostiene che l’Italicum aumenti la governabilità e chi dice che porti, assieme ad altre riforme, ad un governo autoritario?
Qui bisogna vedere come va l’Europa, come va la crisi economica, perché lo schema di questo Italicum è lo schema del sindaco di Italia, e cioè della legge n°81 del 1993. Ma essere sindaco di Italia, sia essere sindaco di Firenze o di Pavia o di Milano, è una cosa ben differente che essere presidente del consiglio di un ordinamento sovrano; ora se il processo di integrazione europea si sviluppa e dà delle garanzie, anche questo sistema può essere utile per rimanere in Europa, perché abbiamo le garanzie ulteriori dell’ordinamento dell’Unione Europea. Ma se l’Europa si sfalda, aah che bello, siamo a Orbán e Erdo?an, e il nostro mito potrebbe essere anche Putin. La risposta è complessa, non gliela posso dare dicendo “sì, si va verso la democratura“; dico che è a seconda se trovano i soldi per le pensioni, se non c’è la crisi greca e non c’è l’implosione dell’euro…Tutto questo ha una serie di variabili sconosciute.
Intervista rivista per brevità e chiarezza.
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