Italia-Germania, ‘non possiamo’ perdere

4 luglio, mondiali di Germania 2006. Un minuto alla fine della semifinale tra italiani e tedeschi. Dopo due tempi a reti inviolate, le squadre appaiono sfinite. L’arbitro assegna un calcio d’angolo agli azzurri; gli occhi di tutti sono puntati nell’area di rigore tedesca. Sulla respinta difensiva di testa, riceve Pirlo, che scarica per Grosso: due secondi per coordinarsi, meno di uno per lasciar partire il sinistro a giro più importante della sua carriera e che Lehamann sta ancora cercando di raggiungere.

Quello strepitoso gol che tutti ricordano accompagnato dall’urlo di gioia di Fabio Caressa ha spalancato per l’Italia le porte alla finale mondiale e al suo quarto titolo di campione del mondo.

Questo è sicuramente, tra i ricordi più freschi, il più emozionante, quando si pensa a Italia-Germania. Certo, lasciando da parte l’emozione, di ricordi più recenti in confronti ufficiali tra gli azzurri e i tedeschi ce ne sarebbero, ed è sufficiente riavvolgere il nastro della memoria a Euro 2012, quando l’Italia ha battuto per 2 a 1, sempre in semifinale, la Germania dell’attuale allenatore Löw, grazie alla doppietta di Balotelli.

Ma come ben sappiamo quegli europei non hanno un bel lieto fine per noi, e forse è per questo che la mente, come prima immagine associata a questa sfida tra Italia e Germania, preferisce pescare il ricordo della vittoria un po’ più lontana nel tempo, ma senza dubbio tra le due vittorie la più bella, per come è arrivata, e se si considera quello che ha poi portato.

Infatti, anche se quel gol di Grosso sembra ancora così vicino, sono oramai passati ben dieci anni. Allora, se lasciamo da parte Buffon, Barzagli e De Rossi, era quasi tutta un’altra Italia, a cominciare dalla panchin, occupata da Marcello Lippi, per proseguire con Totti, Del Piero, Cannavaro, Pirlo, Nesta, Inzaghi, Zambrotta, Peruzzi… tutti grandi che oramai, a parte Totti, Toni e pochi altri, non giocano più, o non lo fanno più agli alti livelli.

Eppure di ricordi belli ed emozionanti legati a questa sfida ce ne sarebbero ancora altri, se scaviamo un po’ più indietro nel tempo. E sono belli proprio perché, nei confronti ufficiali, ovvero nelle partite che contano, la Germania non è mai riuscita a battere gli azzurri. Basta pensare ancora alla finale di coppa del mondo ’82, che rievoca quel 3 a 1 ormai scolpito su pietra con gol di Rossi, Tardelli e Altobelli, con l’esultanza di Tardelli rimasta a lungo impressa nel cuore di tutti noi: fermo immagine che lo stesso Grosso riproporrà per le generazioni successive, proprio nel mondiale 2006.

E come dimenticare poi la partita del secolo, lo storico 4 a 3 dell’Italia di Riva, Mazzola, Rivera e Boninsegna nella semifinale di coppa del mondo di Messico ’70?

In totale, tra europei e mondiali, Germania e Italia contano 8 precedenti ufficiali. Di questi otto, 4 sono, come abbiamo visto, le vittorie per l’Italia, e altrettanti 4 i pareggi.

L’Italia di oggi, quella di Conte, che è arrivata alla fase conclusiva di questi europei 2016, se in un primo momento non godeva di molta fiducia, adesso sembra aver convinto anche i più scettici, soprattutto dopo la sorprendente prova contro la Spagna. Con la sua grinta e professionalità il ct azzurro ha trascinato non solo i suoi ragazzi ai quarti di finale, ma ha riacceso in tutti noi quella voglia di tifare; e chissà che sabato prossimo non riesca a soprenderci ancora, e a scrivere così un’altra pagina vincente nella storica rivalità tra Italia e Germania.

 
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