Azzurri avanti tutta, spente le Furie Rosse voliamo ai quarti

«Abbiamo dimostrato che l’Italia non è il catenaccio»: con questa dichiarazione ai microfoni Rai, Antonio Conte riassume lo strepitoso match degli azzurri contro la Spagna. Il risultato finale di 2 a 0 (gol di Chiellini al ’32 e Pellè al ’91) permette all’Italia di accedere ai quarti di finale, dove incontrerà la temuta Germania.

Ancora una volta, come era accaduto contro il Belgio, gli azzurri ribaltano i pronostici e si impongono, questa volta, contro la squadra campione d’Europa, nonché favoritissima per la vittoria finale. Ma la missione era lontana dall’essere impossibile: l’Italia aveva voglia di riscattarsi dall’ultimo confronto ufficiale contro gli spagnoli, «aveva qualcosa in più dentro», per usare le parole di Chiellini a fine partita. E d’altra parte, per quanto forti potessero essere, le furie rosse non erano più quelle di quattro anni fa, come ha sottolineato la scorsa settimana Dino Zoff.

Tutti si aspettavano un’Italia più remissiva sin dai primi minuti, che avrebbe avuto difficoltà a contenere il possesso palla spagnolo; ma già dal calcio di inizio si è capito che rispetto a quella finale di quattro anni fa qualcosa era cambiato e il diluvio a inizio partita ha contribuito a rafforzare quella sensazione di un segnale di inversione di rotta nella linea temporale dell’eterna sfida tra Italia e Spagna.

I ragazzi di Conte hanno subito dimostrato che tutto quello che è scritto su carta, tutte le supposizioni antecedenti alla gara non contano. È solo scendendo in campo, toccado il terreno con i tacchetti, guardando l’avversario negli occhi e giocando il primo pallone che si capisce se quella partita la si può dominare o meno. Nei primi secondi la partita si gioca infatti a livello dei sensi e delle sensazioni e una piccola incertezza da una parte o dall’altra, un minimo segnale di cedimento o sottomissione, può decidere l’inerzia della gara. E gli azzurri sono stati bravi a vincere quella mini-partita lampo, che si gioca con i nervi, appena dopo il calcio di inizio: hanno immediatamente preso in mano le redini del gioco andando vicinissimi al gol prima con Pellé all’ottavo minuto, che si vede negare la rete su colpo di testa da una grande parata di De Gea, e poi con Giaccherini in rovesciata, contro il quale viene però fischiato un fallo per gioco pericoloso, che forse non c’era.

Dal 12esimo la Spagna prova a fare la Spagna, prova a riportare la partita su quel binario che per molti era già scritto; questo ha però solo l’effetto di riequilibrare l’incontro, che a sorpresa era iniziato in discesa per la nazionale italiana, ma gli spagnoli non riescono mai a ottenere quello che vorrebbero: il pieno controllo del gioco. La prima occasione per la Spagna arriva solo al 19esimo, ma in effetti è una mezza occasione, stroncata sul nascere dall’intervento preciso di De Sciglio in scivolata che blocca la conclusione di Fabregas.

Gli uomini di Del Bosque, che a differenza dello scatenato Conte resta tranquillo e seduto in panchina, continuano a provare a costruire e a risalire la china, per ristabilire in campo quella gerarchia che però, è solo scritta. E l’Italia di Conte sembra continuare a ignorarle quelle carte: al contrario dimostra di non avere paura e vuole fare la sua partita. Spesso infatti spezza l’iniziativa spagnola addirittura con un pressing alto, e nel primo tempo sono poche le volte in cui la Spagna riesce ad avvicinarsi alla porta difesa da Buffon.

L’Italia infatti si dimostra più pericolosa e, per la gioia di tutti noi, la punizione di Eder al 32esimo è abbastanza tesa da non permettere a De Gea di bloccarla: sul pallone prima si avventa Giaccherini, ma viene buttato a terra dallo stesso portiere spagnolo, e poi arriva come un falco Chiellini che la butta dentro e fa esplodere la panchina azzurra. Conte inizialmente non riesce a contenere l’euforia ma poi si rende conto che la strada è ancora lunga ed è il primo a cercare di placare gli animi: manca ancora un tempo e bisogna rimanere concentrati.

SECONDO TEMPO

A inizio secondo tempo la Spagna si rende pericolosa sui calci piazzati, ma è ancora l’Italia ad avere le più chiare occasioni da rete come al 54esimo con Eder che, servito di tacco da Pellé, non riesce a finalizzare in rete davanti all’estremo difensore avversario (bravo comunque De Gea a neutralizzare l’occasione azzurra).

Tuttavia, se nel primo tempo e all’inizio del secondo l’Italia riusciva a interrompere frequentemente il possesso palla spagnolo e a ripartire con azioni pericolose, a volte anche ragionate (proprio come quelle in stile Spagna), dal 62esimo in poi per forza di cose il possesso palla comincia a spostarsi nettamente a favore degli spagnoli, che ovviamente sentono la pressione di dover segnare per rimanere in gioco.

Ed è proprio in questa fase del gioco che si esalta l’eccellenza della difesa italiana, ma anche di Buffon che in più di un’occasione salva il risultato; da ricordare l’intervento decisivo al 89esimo su tentativo di Pique. Per domare la furia spagnola nel secondo tempo Conte mette in campo forze fresche: escono De Rossi, Florenzi ed Eder, ed entrano al loro posto Motta, Darmian ed Insigne. Dall’82esimo in poi anche del Bosque si alza a bordo campo, ma purtroppo per la Spagna non sembra riuscire a trasmettere ai suoi nemmeno un decimo della grinta sprigionata da Conte agli azzurri.

L’inserimento di Insigne al posto di un Eder sfinito, serve a far respirare la manovra italiana in più di un’occasione e proprio mentre la Spagna sta tentando il tutto per tutto, è lo stesso Insigne a trovare con un gran lancio Darmian sulla fascia destra: il controllo del terzino del Manchester United è ottimo e sul cross a centro aria trova la deviazione sporca di Ramos che alza a mezz’aria un pallone troppo invitante per Pellè che, come nel recupero contro il Belgio, non riesce a sbagliare e mette la parola fine su questa emozionante sfida dai ritmi altissimi. La panchina azzurra è in delirio, così come gli italiani allo stadio, quelli sui divani di casa e quelli in strada davanti ai maxi schermi.

NELLA PROSSIMA PUNTATA…

L’Italia è ai quarti ma il clima di festa non deve far abbassare la concentrazione per i prossimi obiettivi. Il prossimo ostacolo è niente meno che la Germania campione del mondo e la sfida si disputerà già sabato prossimo, IL 2 luglio. Per battere la Spagna serviva una prestazione fuori dall’ordinario, aveva sottolineato Conte in conferenza stampa pre-partita. La prestazione straordinaria è arrivata, ma ora il ct azzurro è consapevole del fatto che contro la Germania «sarà molto più dura, molto più dura di oggi»; servirà dunque andare oltre la prova di questa sera, servirà essere veramente perfetti, soprattutto in fase di finalizzazione.

 
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