Il Rospo non è più un tabù della Rete cinese

Recentemente i censori dell’esercito del Partito Comunista cinese hanno allentato la presa: sembra che permettano discussioni politiche sui social media che coinvolgono Jiang Zemin, l’ex capo del Partito, in pensione da diversi anni ma ancora dotato di un potere rilevante che esercita da dietro le quinte.
In passato parlare di Jiang era del tutto proibito, ma adesso sono molti gli utenti cinesi che stanno speculando su Sina Weibo (un popolare sito di microblogging cinese) sui possibili sviluppi della campagna anticorruzione: ritengono che se Xi Jinping vuole ottenere un successo duraturo dovrà abbattere ‘tigri e mosche’, ossia dirigenti di alto livello e funzionari umili.

«Anche se molte tigri sono state eliminate, il re delle tigri rimane. Alcuni funzionari di livello provinciale hanno ancora fiducia nel re delle tigri», ha scritto su Weibo Hualijia01, il nome utente di un ufficiale in pensione della magistratura inquirente della Mongolia Interna, in risposta a un post su questo tema apparso il 24 gennaio.
Un altro utente, che ha dichiarato di essere laureato all’Università Normale di Fujian, ha scritto di «divulgare i crimini del Rospo: un traditore della Cina; svenditore alla Russia; crimini contro l’Umanità per il commercio di organi e corruzione enorme. Questo boss criminale è noto in tutto il mondo».

‘Re delle tigri’ e ‘Rospo’ sono espressioni utilizzate dagli utenti cinesi per riferirsi a Jiang Zemin, l’ex capo del Partito Comunista e del regime cinese per quasi due decenni. Alcuni schietti ex funzionari di Partito suggeriscono che quest’anno Xi Jinping si attiverà per arrestare Jiang, considerata l’assenza della censura contro questi interventi su Weibo, oltre a vari segnali politici degli ultimi mesi. Difatti fino a gennaio, i censori del regime cancellavano regolarmente i messaggi che contenevano la parola ‘rospo’ in argomenti che parlassero di politica. E Weiboscope, uno strumento online che traccia i messaggi cancellati su Weibo, ha elencato oltre 140 parole chiave cancellate nel 2015. L’appellativo di ‘Rospo’ proviene dalla stretta somiglianza di Jiang Zemin con questo animale, per via della sua corporatura, degli occhiali arrotondati e cadenti e del doppio mento.

Secondo Xin Ziling, ex direttore editoriale della China National Defense University (il principale istituto d’istruzione superiore per gli ufficiali della Difesa cinese), la mancanza di censura è un segno che Xi Jinping ha ora un «vantaggio schiacciante» su Jiang. Xin, in un’intervista telefonica con Epoch Times, ha osservato che le riforme militari di Xi Jinping gli stanno conferendo «fermo controllo sulle forze armate», ponendolo in una posizione «intoccabile».
Il dominio sull’Esercito di Liberazione del Popolo, una potente istituzione che appartiene al Partito e non alla Nazione, viene da lungo tempo visto come indicatore del fatto che un leader del Partito Comunista detenga un vero potere o sia soltanto un prestanome. «Il 2016 si può dire che sia stato l’anno della battaglia decisiva», ha aggiunto Xin, alludendo a quello che alcuni analisti delle politiche d’élite del Partito definiscono una «lotta di vita o di morte» tra Xi Jinping e la fazione di Jiang.

Questa lotta, in gran parte invisibile nei primi due anni di mandato di Xi (2012-2014), negli ultimi 13 mesi è stata proiettata agli occhi del pubblico in diverse circostanze, brevi ma chiare. Per esempio nel 2015 due editoriali apparsi sul Quotidiano del Popolo, il media portavoce del Partito, denunciavano i cosiddetti «principi del tappo di ferro» e castigavano gli ex leader di Partito che ancora cercavano di condizionare gli affari politici. ‘I principi del tappo di ferro’ è un’espressione utilizzata dagli agenti anticorruzione per riferirsi in maniera generica a quei funzionari che credono di farla franca dalle indagini, grazie alle loro posizioni politiche privilegiate. Tutto questo è stato ampiamente interpretato come a un riferimento codificato a Jiang Zemin e al suo più vicino confidente, l’ex vicepresidente Zeng Qinghong.

Un altro chiaro segnale è arrivato nell’agosto 2015, quando è stata rimossa una stele di pietra con l’iscrizione di Jiang, che era piazzata in posizione ben visibile nella parte anteriore della Scuola centrale del Partito a Pechino. Xi ha inoltre criticato alcuni leader di Partito perché sono diventati ‘Taishang Huang’; il termine significa ‘il padre dell’imperatore’, ma in questo caso indica il ‘potere dietro il trono’. Questa espressione è comparsa in un libro  distribuito su scala nazionale a inizio 2015 e che raccoglie i discorsi che parlavano della necessità di mantenere la disciplina di Partito. Per i cittadini cinesi questa espressione è diretta a Jiang.

Secondo Luo Yu, un comandante della divisione del personale della Direzione Generale dell’Esercito di Liberazione del Popolo, Xi Jinping deve aver riflettuto a lungo e con attenzione prima di aver praticamente sfidato Jiang Zemin e Zeng Qinghong.

Luo ha disertato dal suo incarico dopo massacro di piazza Tiananmen del 1989 per aver pubblicato Kanzhongguo, una pubblicazione cinese edita all’estero. L’ex comandante ritiene che le intenzioni di Xi verso Jiang saranno evidenti al pubblico entro «circa due o tre mesi».

Per saperne di più:


Articolo in inglese: ‘Toads Are No Longer Taboo on the Chinese Internet

 
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