5 segni che Jiang Zemin è nei guai

Le lotte di potere all’interno del Partito Comunista Cinese (Pcc) non vengono mai realmente riconosciute dal Partito. Tuttavia, per coloro che hanno occhi per vedere, si manifestano spesso in maniera evidente.

Un esempio palese è lo scontro furioso che vi era tra due fazioni opposte nel Partito prima del massacro di piazza Tiananmen del 1989, nonostante ufficialmente venisse smentito. Quando l’allora segretario generale Zhao Ziyang, favorevole al dialogo e a una soluzione pacifica, regalò per mezzo di un’aiutante una cassetta Vhs all’ora defunto leader di Singapore Lee Kuan Yew, fece intendere la sua posizione politica. Tali segnali in codice possono facilmente sfuggire alla vista dei non esperti. Alla fine, vinsero i sostenitori della linea dura e il 4 giugno gli studenti vennero massacrati.

Un fatto simile si sta manifestando proprio adesso ai massimi livelli del Partito Comunista, dove il leader del Pcc Xi Jinping sta affrontando il suo rivale politico di lunga data Jiang Zemin. Jiang è stato a capo del Partito dal 1989 al 2002 e ha mantenuto comunque una forte influenza per tutto il decennio successivo, sotto il governo di Hu Jintao, attraverso una vasta rete di amici intimi che aveva designato a rivestire numerosi incarichi chiave.

Segno distintivo della politica di Jiang è la massiccia persecuzione, lanciata nel 1999, della pratica spirituale del Falun Gong. La disciplina, una pratica tradizionale cinese di coltivazione spirituale che insegna principi morali e di meditazione, aveva attratto alla fine degli anni 90 circa 100 milioni di praticanti. Jiang, forzando i funzionari a giurargli fedeltà e al fine di consolidare il suo potere personale, ordinò che la pratica venisse eliminata.

Poiché la persecuzione ha condotto a torture di massa, esecuzioni, lavori forzati e prelievo forzato degli organi ai danni dei praticanti – l’equivalente di un tentativo di genocidio religioso – presto per Jiang è divenuta una preoccupazione chiave il fatto di continuare a sostenere la campagna e di non esserne ritenuto responsabile. Jiang ha cercato di preservare la sua influenza sul Partito anche molto dopo la conclusione del suo incarico ufficiale.

Fin dalla sua ascesa al potere nel 2012, Xi Jinping ha sistematicamente attaccato la rete di personaggi influenti fedeli a Jiang, nel tentativo di riportare il controllo del Partito nelle mani della leadership formale. Ha iniziato prendendo di mira i principali amici fidati di Jiang, persino dopo che avevano lasciato le loro cariche ufficiali. Tra questi, l’ex capo della sicurezza Zhou Yongkang e due importanti capi militari. Adesso, una serie di indicazioni stanno portando a dedurre che Xi abbia iniziato a prendere di mira Jiang Zemin in persona.

Ecco cinque indizi.

1. SEGNALE POLITICO

Il 21 agosto, diversi organi di stampa cinesi hanno riportato che una grande stele di pietra è stata rimossa da un prato all’esterno della Scuola Centrale del Partito. La Scuola Centrale del Partito è la base per l’indottrinamento e la formazione dei funzionari del Partito Comunista Cinese. La sbrigativa rimozione di un grosso masso posto davanti all’entrata dell’istituto potrebbe sembrare banale – a meno che non si consideri che l’iscrizione sulla roccia (Scuola Centrale del Partito del Partito Comunista Cinese) era stata messa lì da Jiang Zemin. La rimozione del masso è stata ritenuta come un passo verso la rimozione dello stesso Jiang dalla sua posizione di controllo.

Dopo la notizia, gli utenti del web cinese hanno immediatamente sussultato e hanno iniziato a domandarsi se ‘il rospo’ (così viene chiamato Jiang online) fosse stato preso di mira dai leader del Partito. In seguito, è stato riferito che il masso era stato spostato su un prato all’interno della scuola, sebbene questa notizia non sia stata confermata e gli articoli della stampa cinese non abbiano fornito alcuna fotografia a testimonianza dell’evento. Coloro che sono ben informati sui fatti ritengono che se non fosse in corso alcun conflitto politico, il masso non sarebbe mai stato toccato.

2. FAMILIARI E ALLEATI

In Cina, anche il collocamento in posizioni lavorative di rilievo dei familiari e degli amici di un alto funzionario, dice molto sul suo peso politico. Su questo fronte, nel corso degli ultimi due anni, Jiang Zemin non è andato molto bene.

Praticamente tutti i suoi principali amici fidati – lo zar della sicurezza Zhou Yongkang, gli importanti generali Guo Boxiong e Xu Caihou, e Ling Jihua, aiutante dell’ex leader cinese Hu Jintao – sono stati incarcerati quest’anno a seguito delle investigazioni svolte nel 2014.

Anche molti dei sostenitori minori di Jiang nella città di Shanghai, la città meridionale cinese che per molti anni è stata la base del suo potere, sono stati arrestati uno dopo l’altro in conseguenza della campagna anti-corruzione portata avanti da Xi Jinping.

All’inizio di quest’anno, anche il figlio di Jiang Zemin, Jiang Mianheng, si è dimesso inaspettatamente dal suo incarico presso l’Accademia delle Scienze di Shanghai.

3. LE SFIDE SULLA STAMPA

Il 10 agosto, il Quotidiano del Popolo, portavoce ufficiale del regime, ha pubblicato un editoriale che criticava aspramente i leader dimessi del Partito che non sono disposti a «rinunciare a esercitare la loro influenza sulle questioni principali», e ha ripreso la metafora del «tè che si raffredda quando la persona se ne va». Questo evento è stato ritenuto quasi all’unanimità un attacco diretto a Jiang Zemin – la prima sfida palese.

Anche numerosi altri media di cronaca hanno emarginato Jiang, per esempio ignorando la sua figura in un articolo sulla storia degli ex leader.

4. CENSURA E NON CENSURA

Di solito, le ricerche online attinenti ai leader cinesi sono tra le più censurate – tuttavia recentemente, le ricerche riguardo alle denunce penali contro Jiang Zemin sono cominciate ad apparire sui motori di ricerca cinesi.

Inoltre, un articolo dello scorso gennaio inerente al viaggio della sua famiglia su una catena montuosa dello Hainan che è stato inizialmente pubblicato, è stato in seguito eliminato da molti siti d’informazione.

5. DENUNCE PENALI AMMESSE

In Cina, il fatto che in precedenza qualcosa di politicamente sensibile venisse punito, mentre adesso non lo sia più, sta a indicare che è stato consentito e di fatto condonato da parte delle autorità.

Il tentativo in Cina e all’estero da parte dei praticanti del Falun Gong di perseguire penalmente Jiang per il ruolo che ha svolto nel tentativo di sradicare il gruppo, è un esempio calzante: quasi 160 mila denunce sono state inviate ai tribunali e agli uffici delle procure cinesi, secondo il sito Minghui che raccoglie notizie sul Falun Gong, e sono stati effettuati relativamente pochi arresti. Sembra che le autorità abbiano concesso alla comunità del Falun Gong di tentare di utilizzare il sistema legale contro Jiang, mentre una decina di anni fa venivano di fatto imprigionati per averlo tentato.

Se Xi Jinping si servirà della sanguinosa campagna attuata da Jiang contro il Falun Gong per attaccarlo nella loro lotta politica, resta ancora da vedere.

 
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