Epigenetica, il Dna incontra le medicine tradizionali

‘Il Dna è immodificabile’: un’affermazione comunemente scolpita nella pietra, ma molto probabilmente non nel Dna stesso. Difatti, grazie alle recenti acquisizioni scientifiche dell’epigenetica, questa affermazione è stata messa in discussione, con possibili ripercussioni future nella comprensione dell’essere umano e della vita.

Per introdurre l’epigenetica, i suoi campi d’applicazione e le analogie di vedute con le medicine tradizionali, Epoch Times ha intervistato il dottor Mauro Cucci, neuropsichiatra, psicoterapeuta, agopuntore e fitoterapeuta. Cucci è il fondatore e direttore dell’Istituto superiore di Agopuntura (appartenente al comitato scientifico del Wfas, World federation acupuncture societes) e in passato è stato membro del Consiglio superiore di Sanità per un mandato, in qualità di esperto in Medicine non convenzionali.

Dottor Cucci, che cos’è l’epigenetica?

L’epigenetica è una disciplina che si occupa di studiare le influenze esterne (ambientali, fisiche, alimentari, emotive, eccetera) sull’espressività del nostro patrimonio genetico.

Quando è nata e in quali circostanze?

È una disciplina relativamente giovane. È nata quando, dopo la scoperta del nostro patrimonio genetico che si credeva l’unico responsabile del ‘come siamo’, ci si è accorti che i nostri geni possono essere influenzati dagli imput che riceviamo.

Quali sono i suoi campi di applicazione?

È ancora una disciplina che ha un campo di azione più diagnostico che terapeutico, ma può essere applicata a tutti i settori della vita.

Esistono analogie di visioni con altre medicine come quelle tradizionali, come per esempio quella cinese o l’ayurvedica?

Assolutamente sì. Queste medicine millenarie hanno sempre considerato l’essere umano come parte dell’universo che lo circonda, quindi suscettibile di adattamenti e mutamenti, anche profondi, in dipendenza dagli stimoli ricevuti.

Dal punto di vista dell’epigenetica, che relazione esiste tra stile di vita e ambiente nell’ottenimento di un buono stato di salute?

Anche questa è una risposta perentoriamente affermativa. Vivere secondo le regole della natura è alla base di una buona salute.

L’ambiente può modificare il patrimonio genetico e trasmetterlo ai discendenti?

La possibilità di modificare il patrimonio genetico, eccetto casi particolari come gli eventi teratogeni [che danno origine ad anomalie o malformazioni del feto, ndr] è ancora in gran parte da dimostrare. Quello che è quasi certo è che l’ambiente può modificare il modo di esprimersi del nostro patrimonio genetico (il genotipo), provocando, oltre una certa soglia di intensità e ripetitività, cambiamenti nel nostro modo di essere (il fenotipo). Quando queste modifiche sono significative possono anche trasmettersi alle generazioni successive.

Ha degli esempi da riportare in questo senso?

Le madri ansiose, hanno, in genere, una maggiore quantità di cortisolo [un ormone prodotto dopo condizioni stressanti, ndr] nel sangue. Questa caratteristica può trasmettersi al feto e predisporlo verso personalità ansiose.

E per quanto riguarda l’alimentazione e le relazioni umane? Possono modificare il patrimonio genetico?

Che possano modificare il patrimonio genetico è ancora da dimostrare, ma che possano influire sulla sua espressività assolutamente sì.

Alla luce di quanto domandato sinora, quanto è importante la conoscenza di se stessi?

La via del benessere presuppone la conoscenza e il rispetto di sé stessi.

La medicina occidentale è molto specializzata. Quali sono secondo lei i limiti di questa medicina moderna?

La medicina occidentale ha enormi meriti, ma negli ultimi secoli ha pagato la sua estrema specializzazione con la perdita della visione globale dell’essere umano.

In che modo secondo lei è possibile integrarla con altre medicine nella guarigione e nella prevenzione delle malattie?

Per ottenere un salto di qualità, i modelli occidentale e olistico non possono che marciare insieme. Occorre però che, dal punto di vista formativo, il personale sanitario riceva le informazioni necessarie per poter utilizzare entrambi i modelli teorici. Questo significa che gli enti di formazione si dotino delle competenze necessarie.

Il primo e il 2 ottobre, a Urbino è stato relatore del convegno ‘Dalla genetica all’epigenetica: all you need is love’ e ha anche parlato a proposito di Sviluppo della personalità e influenze ambientali nella Medicina tradizionale cinese. Può fornirci un riassunto delle sue argomentazioni?

In quel convegno, di cui fui anche il responsabile scientifico, ho esposto la visione olistica della salute propria della Medicina tradizionale cinese, che considera l’essere umano come parte dell’Universo e quindi obbligatoriamente influenzato dalle sue regole e dagli stimoli che da esso riceve. Questo a tutto tondo. Quindi anche la nostra predisposizione a sviluppare una certa personalità può essere rinforzata o contrastata dagli stimoli che riceviamo. In questo secondo caso la nostra serenità è a rischio poiché non viviamo rispettando la nostra natura emotiva. Questo può avere ripercussioni anche sul piano fisico, sociale, professionale, emotivo, sentimentale eccetera.

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