Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che 155 soldati cinesi combattono al fianco dell’esercito russo. Zelensky ha rivelato che i servizi segreti ucraini sono entrati in possesso di nomi, passaporti e incarichi militari di 155 cinesi presumibilmente arruolati nell’esercito russo, aggiungendo che potrebbero essercene «molti altri».
Zelensky non ha accusato direttamente Pechino di fornire manodopera a Mosca, ma ha sottolineato che le autorità cinesi sanno che i russi stanno cercando cittadini cinesi da arruolare sui social, «È evidente che non si tratti di casi isolati, ma di un’attività sistematica della Russia, attuata anche in territorio cinese, per arruolare persone in questa guerra» ha scritto sul suo canale Telegram.
Le dichiarazioni arrivano dopo la cattura, questa settimana, di due cinesi nella regione di Donetsk, zona contesa nell’Ucraina orientale. In risposta, Zelensky ha incaricato il ministro degli Esteri Andrii Sybiha di contattare immediatamente Pechino per avere dei chiarimenti.
Sybiha ha riferito di aver convocato l’incaricato di affari cinese per presentare una protesta formale e chiedere spiegazioni. «I cinesi che combattono nell’esercito russo mettono in dubbio la dichiarata posizione di pace della Cina e ne minano la credibilità come membro del Consiglio di Sicurezza dell’Onu», ha scritto il ministro su X.
Il 9 aprile, il ministero degli Esteri cinese ha definito «infondate» le affermazioni di Zelensky sui combattenti cinesi al fianco dei russi. Il giorno dopo, il portavoce Lin Jian ha respinto ogni ipotesi di coinvolgimento statale, precisando, in una conferenza stampa, che il regime invita i suoi cittadini a evitare conflitti armati o operazioni militari e a tenersi lontani da tali aree.
La Cina, che ha firmato un’alleanza senza limiti con la Russia, si presenta come “mediatore neutrale” per porre fine alla guerra, ma emergono sempre più prove del suo sostegno alla macchina bellica di Mosca attraverso la fornitura di componenti fondamentali per sostenerla nella guerra. Secondo un’analisi dei dati doganali cinesi condotta dal Carnegie Endowment for International Peace, dal febbraio 2022 Pechino ha esportato verso la Russia beni a duplice uso, ovvero con applicazioni sia civili che militari, per un valore di oltre 300 milioni di dollari al mese.
La presenza di combattenti cinesi in Ucraina ricorda un caso simile con la Corea del Nord, che, secondo Kiev, ha inviato circa 12 mila soldati nella regione russa di Kursk nel 2024 per rafforzare le difese. Un’analisi condotta a marzo dai Servizi sudcoreani, conta oltre 4 mila perdite tra le forze di Pyongyang, mentre l’intelligence britannica ne menziona più di 5 mila, dei quali circa un terzo morti in azione. A differenza dei cinesi catturati in territorio ucraino, i soldati nordcoreani operano esclusivamente in suolo russo, soprattutto a Kursk.