Zelensky non accetta la proposta americana

16 Febbraio 2025 10:35 Aggiornato: 16 Febbraio 2025 15:37

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vuole garanzie di sicurezza più solide dagli Stati Uniti prima di accettare un accordo che consentirebbe a Washington di accedere alle risorse minerarie rare e ad altre risorse naturali dell’Ucraina.

Zelensky e il presidente Donald Trump hanno recentemente avviato discussioni su un’intesa che potrebbe portare gli Stati Uniti a continuare a fornire aiuti all’Ucraina in cambio dell’accesso alle sue risorse naturali. La scorsa settimana, Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero ottenere fino a 500 miliardi di dollari di risorse naturali ucraine come parte dell’accordo.

Zelensky ha incontrato il segretario al Tesoro Scott Bessent il 12 febbraio per portare avanti le trattative e successivamente il vicepresidente J.D. Vance e il segretario di Stato Marco Rubio il 14 febbraio, ma un accordo definitivo non è ancora stato raggiunto.

ZELENSKY: «SERVONO GARANZIE DI SICUREZZA»

Parlando con i giornalisti a margine della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il leader ucraino ha dichiarato di non aver ancora ricevuto garanzie di sicurezza abbastanza dettagliate per il suo Paese: «Per me è molto importante il legame tra qualche tipo di garanzia di sicurezza e qualche tipo di investimento» ha affermato Zelensky. Ai giornalisti che hanno chiesto di fornire maggiori dettagli sulla proposta avanzata dall’amministrazione Trump, il presidente ucraino ha risposto: «non è nel nostro interesse oggi. Non è nell’interesse di un’Ucraina sovrana».

La giornalista Christiane Amanpour ha intervistato Zelensky su una serie di questioni, tra cui l’accordo proposto con gli Stati Uniti, e gli ha chiesto se ritenesse che 500 miliardi di dollari di risorse ucraine fossero uno scambio equo. «Stiamo ancora discutendo» ha risposto Zelensky, senza commentare nello specifico la cifra di mezzo trilione di dollari menzionata da Trump.

Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, gli Stati Uniti hanno stanziato circa 174 miliardi di dollari in aiuti legati all’Ucraina, inclusi armamenti, supporto finanziario e altre forme di assistenza non militare. Il 7 febbraio, Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno impegnato oltre 300 miliardi di dollari per la difesa dell’Ucraina, mentre i contributi europei ammontano a circa 100 miliardi di dollari.

L’APPELLO DI ZELENSKY PER UN ESERCITO EUROPEO

Zelensky ha ripetutamente sottolineato che le garanzie internazionali di sicurezza per l’Ucraina sono un elemento chiave di qualsiasi accordo di pace finale con la Russia. Intervenendo alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il presidente ucraino ha invocato la creazione di una nuova forza militare multinazionale europea. «Credo davvero che sia arrivato il momento» ha dichiarato, «le forze armate d’Europa devono essere create».

GLI STATI UNITI SI DEFILANO DALL’EUROPA

Parlando il 12 febbraio dal quartier generale della Nato, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha informato l’alleanza che gli Stati Uniti stanno spostando il loro focus strategico lontano dallo scenario europeo e ha affermato che i Paesi membri europei devono fare di più per garantire la propria sicurezza collettiva. Hegseth ha inoltre respinto l’ipotesi di un’adesione dell’Ucraina alla Nato.

L’Articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, il documento fondativo dell’alleanza, stabilisce che un attacco a un Paese membro sia considerato un attacco all’intera Nato e che gli altri membri siano tenuti ad assisterlo.

«Qualsiasi garanzia di sicurezza deve essere supportata da truppe europee e non europee capaci. Se queste truppe dovessero essere schierate come forze di pace in Ucraina, dovrebbero far parte di una missione non Nato e non rientrare sotto la protezione dell’Articolo 5» ha puntualizzato Hegseth agli alleati della Nato.

Giova qui osservare, che l’Articolo 5 del Patto Atlantico prevede che, in caso una nazione membro venga attaccata, la Nato nel suo insieme (Stati Uniti in testa, evidentemente) abbia l’obbligo di intervenire in sua difesa: un attacco armato contro uno o più membri della Nato equivale quindi a un attacco contro tutti i membri. Alla luce di questo, se l’Ucraina avesse fatto parte della Nato quando la Russia l’ha attaccata tre anni fa, con ogni probabilità si sarebbe innescato un effetto a catena che avrebbe portato alla Terza Guerra Mondiale.

 

Redazione Eti/Ryan Morgan

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