Zelensky fiducioso dopo l’incontro con l’inviato di Trump

di Redazione ETI
21 Febbraio 2025 14:44 Aggiornato: 21 Febbraio 2025 14:44

Volodymyr Zelensky cambia tono, e dice che l’incontro con l’inviato statunitense Keith Kellogg rinnova la speranza di raggiungere un accordo di pace. I due hanno tenuto dei colloqui a Kiev, dopo che il 18 febbraio funzionari statunitensi e russi hanno avviato discussioni su un possibile accordo di pace, senza la partecipazione dell’Ucraina.

«È importante per noi—e per l’intero mondo libero—che la forza americana si faccia sentire», ha dichiarato Zelensky in un comunicato dopo il suo incontro con Kellogg. Zelensky affermato di aver avuto una «conversazione dettagliata» con Kellogg, focalizzata sulla situazione sul campo di battaglia, sul ritorno dei prigionieri di guerra ucraini e sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. «Dobbiamo e possiamo garantire che la pace sia solida e duratura—affinché la Russia non possa mai più tornare con la guerra» e poi, «l’Ucraina è pronta per un accordo solido ed efficace in materia di investimenti e sicurezza con il presidente degli Stati Uniti. Abbiamo proposto il modo più rapido e costruttivo per ottenere risultati».

Una precisazione, quest’ultima, che sottintende un segnale di apertura alle richieste di Trump di accesso alle terre rare ucraine, “in cambio” dei 350 miliardi di dollari che Trump dice che gli Stati Uniti hanno stanziato e speso per l’Ucraina dall’inizio della guerra.

Successivamente, in un post su X, Zelensky ha dichiarato che quello «con il generale Kellogg è stato un incontro che rinnova la speranza» e che Kiev ha bisogno di accordi efficaci con gli Stati Uniti: «Economia e sicurezza devono sempre andare di pari passo, e i dettagli di questi accordi sono fondamentali; più sono strutturati in modo efficace, maggiori saranno i risultati».

USA E RUSSIA DISCUTONO LA PACE SENZA L’UCRAINA

I colloqui tra Zelensky e Kellogg si sono svolti due giorni dopo che i funzionari statunitensi e russi si sono incontrati nella capitale saudita Riad, senza che i rappresentanti ucraini fossero presenti.

Kellogg ha dichiarato il 19 febbraio che il suo incontro con Zelensky mirava a permettere a Kiev di esprimere le proprie preoccupazioni, sottolineando che gli Stati Uniti riconoscono la necessità di fornire all’Ucraina garanzie di sicurezza contro una possibile futura aggressione russa.

LE TENSIONI

Negli ultimi giorni, i leader di Stati Uniti e Ucraina si sono scambiati accuse dopo che Trump ha suggerito che la responsabilità della guerra ricadesse anche sull’Ucraina. Trump ha inoltre definito Zelensky un «dittatore», citando la sua decisione di rinviare le elezioni presidenziali dopo la scadenza del suo mandato lo scorso anno. Zelensky, dal canto suo, ha dichiarato il 19 febbraio che Trump vive in quello che ha definito un «contesto di disinformazione» creato dalla Russia.

Le tensioni tra i due leader sono esplose quando Zelensky ha rifiutato un accordo con gli Stati Uniti che prevedeva la cessione di 500 miliardi di dollari in “terre rare” (risorse minerarie strategiche per vari settori tecnologici e industriali) come pagamento per gli aiuti militari ricevuti dall’America durante la guerra.  La proposta degli Stati Uniti prevedeva che le aziende americane ottenessero il 50% delle riserve di terre rare dell’Ucraina, valutate in totale intorno ai 500 miliardi di dollari.

Zelensky ha respinto in modo secco la proposta dicendo che non includeva le «garanzie» di sicurezza richieste dall’Ucraina: «non vogliamo essere un centro di materie prime per nessun continente» ha precisato il presidente ucraino.

Parlando ai giornalisti il 20 febbraio, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Mike Waltz, aveva dichiarato la delusione di Trump verso Zelensky esortandolo a tornare al tavolo dei negoziati: «la frustrazione del presidente Trump nei confronti di Zelensky è […] su più fronti» aveva detto Waltz, «prima di tutto, ci dovrebbe essere una profonda gratitudine per ciò che il popolo americano, i contribuenti americani e il presidente Trump hanno fatto durante il suo primo mandato e successivamente. Quindi, alcune delle dichiarazioni che arrivano da Kiev e onestamente, gli insulti al presidente Trump sono inaccettabili».

Waltz ha poi precisato: «Se c’è qualcuno al mondo che può affrontare Putin faccia a faccia, che può affrontare Xi, che può affrontare Kim Jong Un— e potremmo continuare con la lista — quello è Donald J. Trump. È il negoziatore per eccellenza».

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