Ursula von der Leyen, ha chiesto alla Cina di «puntare a trovare un accordo» per i dazi imposti da Trump. Ieri la von der Leyen ha parlato al telefono con il premier cinese Li Qiang per affrontare, ha detto, «le perturbazioni scatenate dai dazi americani». Durante la chiamata, si è sottolineata «la responsabilità di Europa e Cina, due dei mercati più grandi al mondo, di sostenere un sistema commerciale riformato, forte, libero, equo e basato su pari condizioni».
La Von der Leyen e Qiang hanno discusso l’istituzione di un «sistema per monitorare possibili deviazioni commerciali e affrontarle nella maniera adeguata».
Ha aggiunto inoltre che «abbiamo avuto un confronto costruttivo, facendo il punto su questioni internazionali». Ha ricordato inoltre che «il 2025 segna il 50° anniversario dei rapporti diplomatici» tra Ue e Cina, evidenziando «l’urgenza di rimettere in equilibrio il commercio con la Cina e aprire di più il suo mercato a imprese, prodotti e servizi europei».
Il 2 aprile, Trump ha imposto un dazio del 10% su tutti i partner commerciali, con dazi più alti per circa 60 Paesi considerati dall’amministrazione «i peggiori trasgressori» nelle attività commerciali con gli Stati Uniti, con la Cina in cima alla lista.
27 nazioni dell’Ue hanno subito dazi del 25% su acciaio, alluminio e auto, mentre dal 9 aprile scatteranno dazi del 20% su quasi tutti gli altri beni, secondo la politica di Trump di rispondere a botta e risposta ai Paesi che, a suo dire, ostacolano le importazioni americane. Lunedì sera, la Commissione ha proposto i primi controdazi del 25% su una serie di importazioni dagli Stati Uniti, dal filo interdentale ai diamanti.
Trump ha minacciato un ulteriore dazio del 50% alla Cina se Pechino non ritira i dazi imposti sui beni americani. In un post su Truth Social, il Presidente ha dato al regime comunista cinese fino all’8 aprile per fare marcia indietro. In caso contrario, i nuovi dazi scatteranno da oggi.
L’avvertimento è arrivato dopo che la settimana scorsa Pechino ha risposto ai dazi del 2 aprile con dei controdazi del 34%, con il ministro del Commercio cinese che ha dichiarato di voler «lottare fino alla fine».