Il vicepresidente Jd Vance ha affermato di essere rimasto sorpreso nel sentire le critiche di papa Francesco alla politica migratoria dell’amministrazione Trump, durante il National Catholic Prayer Breakfast a Washington il 28 febbraio.
Nonostante ciò, Vance ha pregato per papa Francesco durante l’evento, mentre il pontefice si trovava ancora in condizioni critiche il 28 febbraio, dopo aver sofferto di un broncospasmo che ha reso necessaria una ventilazione meccanica non invasiva, come annunciato dalla Santa Sede. Vance ha anche dichiarato di credere che il pontefice sia un uomo che ha a cuore la direzione spirituale della fede e dei cristiani nel mondo.
«Ricorderò sempre il Santo Padre come un grande pastore, un uomo capace di parlare della verità, della fede, in modo molto profondo in un momento di grande crisi» ha detto Vance. Ha ricordato un’omelia pronunciata dal papa nel marzo 2020, nel pieno della pandemia, in una Piazza San Pietro deserta, paragonandola al passo del Vangelo in cui Gesù calma la tempesta dopo essere stato svegliato dai discepoli impauriti. Vance, il primo convertito al cattolicesimo a ricoprire la carica di vicepresidente, ha chiesto ai cattolici presenti di recitare una preghiera per il papa come ha fatto anche lui e la sua famiglia sin dal suo ricovero in ospedale.
Papa Francesco ha criticato la politica migratoria del presidente Donald Trump e ha condannato le espulsioni di massa: «L’atto di espellere persone che in molti casi hanno lasciato la propria terra per ragioni di estrema povertà, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o grave deterioramento dell’ambiente, danneggia la dignità di molti uomini e donne, e di intere famiglie, ponendoli in una condizione di particolare vulnerabilità e indifesa» ha scritto in una lettera del 10 febbraio.
Vance ha risposto che la politica migratoria dell’amministrazione è in linea con la sua fede cattolica, citando l’”Ordo Amoris”, un insegnamento secolare che suggerisce una gerarchia nell’amore, giustificando la priorità dei bisogni e delle preoccupazioni della famiglia rispetto a quelli degli estranei.
Papa Francesco ha replicato nella sua lettera: «L’amore cristiano non è un’espansione concentrica di interessi che si estendono poco a poco ad altre persone e gruppi» ha scritto «Il vero ordo amoris da promuovere è quello che scopriamo meditando costantemente sulla parabola del “Buon Samaritano”, cioè meditando sull’amore che costruisce una fraternità aperta a tutti, senza eccezioni».
L’intervento di Vance è avvenuto mentre la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha avviato un’azione legale contro l’amministrazione Trump per il blocco di milioni di dollari di finanziamenti destinati ai programmi di accoglienza per i rifugiati nel Paese.
Il vicepresidente ha anche parlato dell’uso dei social media per rispondere ai messaggi e alle critiche provenienti dal papa, dai vescovi e da altri leader religiosi: «A volte ai vescovi non piace quello che dico. Sono sicuro, tra l’altro, che a volte abbiano ragione e a volte torto. Il mio obiettivo non è discutere su quando ho ragione io e quando hanno torto loro, o viceversa. Il mio obiettivo è esprimere il modo in cui concepisco l’essere cristiano nella vita pubblica».
Vance ha puntualizzato che a suo avviso i cristiani non siano chiamati a ossessionarsi con le controversie sui social media che coinvolgono la Chiesa cattolica, il clero o lo stesso papa: «francamente io credo che dovremmo seguire l’esempio dei nostri nonni, che rispettavano il clero, lo guardavano come guida, ma non si accanivano e non litigavano su ogni singola parola che usciva dalla loro bocca».
Vance ha affermato che il clero è composto da importanti guide spirituali con 2 mila anni di grande responsabilità di interventi sulle questioni del loro tempo ma, nel mondo moderno, dice Vance «io credo sia responsabilità dei nostri leader religiosi riconoscere che, nell’era dei social media, le persone pendono da ogni singola parola che pronunciano, anche se non è loro intenzione, e anche se una data dichiarazione non è destinata al consumo nell’era dei social media».
Il discorso del vicepresidente ha toccato anche la sua conversione alla fede cattolica e la dichiarazione secondo cui il battesimo di suo figlio di sette anni è stato un evento molto più significativo della vittoria elettorale del novembre 2024.
Ha poi affermato che l’amministrazione è aperta ai contributi dei fedeli del Paese: «Vi faccio questa promessa, davanti a Dio e davanti a tutte quelle telecamere: noi ascolteremo sempre le persone di fede e di coscienza negli Stati Uniti d’America» ha dichiarato Vance «Avete una porta aperta nell’amministrazione Trump, anche e soprattutto, quando non siete d’accordo con noi. Quindi, vi prego di usare questa opportunità per comunicare con noi quando facciamo bene le cose, ma anche quando sbagliamo».