Colpito dal governo USA il capo militare di un’organizzazione terroristica affiliato ad al-Qaeda in Siria. Il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha rivelato che il 23 febbraio scorso, nell’ambito della Coalizione Internazionale contro l’Isis, ha condotto un attacco aereo che ha ucciso il comandante di Hurras al-Din, organizzazione terrorista islamista affiliata ad al-Qaeda che ha la sua base nelle montagne della Siria nord-occidentale, dove il raid ha colpito il suo obiettivo, Muhammed Yusuf Ziya Talay, mentre viaggiava in auto.
«Come abbiamo detto in passato, continueremo a perseguire implacabilmente questi terroristi per difendere la nostra patria» ha dichiarato il generale Michael Erik Kurilla di Centcom. Secondo la Direzione dell’Intelligence Nazionale degli Stati Uniti, Hurras al-Din aderisce all’ideologia salafita-jihadista di al-Qaeda, che «promuove attacchi contro l’Occidente e Israele per eliminare l’influenza straniera dalle terre musulmane, e mira a creare le condizioni necessarie per la formazione di un nuovo califfato in tutto il Medio Oriente». Hurras al-Din conta oltre 2 mila combattenti tra cui figurano anche estremisti stranieri.
Il capo di Hurras al-Din, l’amir Faruq al-Suri, noto anche come Samir Hijazi, è un terrorista ricercato in tutto il mondo dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti; sulla testa di Faruq al-Suri e del suo vice, Sami al-Uraydi, pende una taglia di 5 milioni di dollari.
Hurras al-Din è stato fondato nel 2018 a seguito di conflitti interni all’ex affiliato siriano di al-Qaeda. Hurras al-Din, che voleva rimanere fedele ad al-Qaeda, si è separata da Hay’at Tahrir al-Sham, che aveva invece rotto i legami con al-Qaeda per unirsi ad altri gruppi di opposizione contro il regime di Assad in Siria.
L’8 dicembre 2024, Hts ha rovesciato il regime di Assad annunciando la cattura di Damasco. Successivamente, Hts ha chiesto a tutti i gruppi armati in Siria di sciogliersi.
Il 28 gennaio, Hurras al-Din ha annunciato il proprio scioglimento, esortando però i musulmani sunniti in Siria a «rimanere fedeli ai propri principi, implementare la Sharia, non deporre le armi e continuare il jihad contro l’ingiustizia e la tirannia».