Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, spiega alla Stampa cosa può fare il governo per supportare le imprese più esposte ai dazi di Trump: «Indicare all’Europa la strada maestra del dialogo con gli Stati Uniti per scongiurare l’escalation e quindi la guerra commerciale e, nel contempo, difendere il mercato interno dall’ondata di sovrapproduzione cinese, adottando misure di salvaguardia per evitare che si riversi interamente sul nostro continente».
In concreto chiede a Bruxelles «di adottare subito misure straordinarie che liberino le imprese, incentivando gli investimenti produttivi in Europa attraverso uno shock di semplificazione e sburocratizzazione, una moratoria regolatoria e la sospensione delle regole folli del Green Deal». Gli incentivi di Transizione 5.0 non hanno funzionato, è possibile spostare i miliardi non spesi dal Pnrr e riassegnarli in qualche modo alle imprese: «È quello che abbiamo già proposto alla Commissione in questi mesi, dopo averlo condiviso con Confindustria, per utilizzare parte di quelle risorse a supporto degli investimenti nella microelettronica: dalla transizione ecologica, che non decolla, a quella digitale, su cui stiamo conquistando la leadership. E così utilizzare altre risorse, questa volta nazionali, per le filiere strategiche del made in Italy, come la moda e l’automotive, ma anche l’agroalimentare e la meccanica, che sono particolarmente colpite dai dazi».