Un medico tormentato e il Dizionario Oxford

di Redazione ETI/Leo Salvatore
19 Marzo 2025 15:39 Aggiornato: 19 Marzo 2025 15:39

Ci sono voluti oltre 50 anni per pubblicare la prima edizione dell’Oxford English Dictionary. Il progetto ebbe inizio nel 1857 in occasione di una riunione della Società Filologica di Londra, dove Richard Chevenix Trench, decano di Westminster, elogiò il dizionario come «monumento storico, la storia di una nazione contemplata da un unico punto di vista». Il dizionario avrebbe raccolto a mano tutte le parole conosciute della lingua inglese, tracciando l’evoluzione del significato di ogni parola. Come realizzare un progetto così imponente?

Nel 1998, Simon Winchester nel libro Il chirurgo di Crowthorne, racconta che Trench aveva un piano molto ambizioso: voleva reclutare migliaia di volontari in tutto l’Impero britannico, che avrebbero inviato ai coordinatori del progetto definizioni e citazioni prese dalle loro letture. Una serie di caporedattori cercò di attuare questa idea, ma non ebbero successo. Vent’anni dopo, spinti dall’urgenza e dalle pressioni finanziarie, i delegati della Oxford University Press nominarono James Murray (1837-1915) supervisore del progetto.

Umile autodidatta, Murray amava il suo lavoro, nutriva una «sete appassionata per ogni tipo di apprendimento». Fin da giovanissimo, studiava la geologia e la botanica, andava a caccia di libri nelle vecchie biblioteche e intervistava chiunque pensasse avesse buone storie da raccontare. Ma il suo amore per le lingue prevaleva: le parole per lui non erano semplici simboli, la varietà di significati che scopriva nella letteratura antica e moderna gli dava un’idea della meravigliosa ampiezza dell’immaginazione umana.

Per iniziare il suo lavoro sul dizionario, Murray costruì una baracca nel suo cortile, che chiamò “Scriptorium”. Il piccolo studio si riempì rapidamente di centinaia di libri e di ritagli di carta scritti a mano contenenti note e definizioni. Progrediva lentamente, ma la sua speranza era incrollabile. I suoi assistenti lavoravano con entusiasmo, ma nessuno eguagliava la sua passione, ad eccezione di un espatriato americano laureato in medicina.

Una fotografia del 1910 di Sir James Murray, editore dell’Oxford English Dictionary, nel suo scriptorium a Banbury Road. Pubblico dominio

GUERRA, OMICIDIO E ASSOLUZIONE

William Chester Minor (1834-1920) aveva 29 anni quando si laureò alla Yale Medical School nel 1863. Poco dopo si arruolò nell’esercito. Ma nel maggio del 1864 qualcosa segnò per sempre la sua vita. Dopo uno degli episodi più sanguinosi della Guerra Civile, durante la Battaglia del Wilderness in Virginia, il medico ricevette l’ordine di marchiare a fuoco la lettera D, che stava per “disertore”, sulla guancia di un soldato che aveva tentato di disertare. Paranoia e allucinazioni cominciarono a turbarlo. Divenne diffidente nei confronti dei colleghi più stretti, sospettando cospirazioni inesistenti contro di lui. Incubi di guerra e persecuzioni lo svegliavano spesso.

Nel 1871 Minor fu messo in pensione. La famiglia gli suggerì di fare un viaggio in Europa, in seguito si stabilì in una zona squallida di Londra, ma le sue condizioni non migliorarono.

In una notte d’inverno del 1872, inseguì George Merrett, che aveva scambiato per uno dei suoi inseguitori immaginari, e lo uccise. Fu arrestato. Il fratellastro, nella testimonianza in tribunale, osservò che «tutto rappresentava la punizione per un atto che era stato costretto a commettere mentre era nell’esercito americano». Poiché Minor era chiaramente malato, la giuria lo assolse come «non colpevole ma pazzo». Fu inviato al manicomio criminale di Broadmoor, in Inghilterra, per essere tenuto in custodia permanente come «pazzo criminale certificato».

Broadmoor Asylum in una pubblicazione su un giornale londinese nel 1867, cinque anni prima che William Chester Minor vi fosse internato. Pubblico dominio

IL SENSO DELLA VITA NEI LIBRI

Fu nei corridoi umidi e tetri del Broadmoor, dopo 7 anni di detenzione, che Minor lesse per la prima volta un opuscolo firmato da James Murray. L’appello invitava dei volontari a leggere quanti più libri possibile, soprattutto del 1700, e a registrare il significato di un lungo elenco di parole.
L’opuscolo era arrivato a Broadmoor in modo casuale. Dopo un iniziale odio giustificato, la signora Merrett iniziò a frequentare l’assassino del marito. Più conosceva il suo tormentato passato, più arrivava a comprenderlo. Anche se i loro incontri mensili non si trasformarono mai in una vera e propria amicizia, il dottore attendeva con ansia di trascorrere del tempo con l’unica persona che sembrava disposta ad ascoltarlo.

La signora Merrett capì quanto la lettura per Minor fosse di sollievo, anche se temporaneo, alla sua malattia, così si offrì di portargli dei libri, aggirando il lento sistema postale inglese. Un opuscolo, che lei aveva casualmente portato con sé, segnò la svolta.

A Minor era permesso accedere a una modesta biblioteca, che si riempiva lentamente con le consegne della signora Merrett. Quando vide l’opuscolo, rispose immediatamente, esprimendo entusiasmo per il progetto. Nel giro di poche settimane, il chirurgo divenne uno dei volontari più produttivi. Trascorreva ogni momento di veglia setacciando i libri alla ricerca di parole, sfogliando freneticamente le pagine, completamente immerso in qualsiasi testo gli capitasse di leggere. Le opere popolari di Chaucer, Shakespeare e altri erano già state ben documentate, ma Minor le leggeva ugualmente, oltre a titoli oscuri ma ugualmente intriganti come «La regola della ragione» di Thomas Wilson del 1551.

Copertina di una copia del 1551 di The Rule of Reason di Thomas Wilson. Pubblico dominio

Questa attività totalizzante divenne ben presto più di una semplice ricerca di termini e definizioni: nella solitudine delle sue stanze, il medico tormentato trovava sollievo nella letteratura, dai libri più importanti a quelli meno conosciuti. A Oxford, il team di Murray ricevette decine di migliaia di foglietti, spesso con più di una citazione per parola. Tutti erano firmati “W. C. Minor”.

Sebbene occasionalmente vivesse giorni “buoni” senza allucinazioni, la sua condizione sembrava migliorare solo quando si immergeva nella lettura. Il suo miglioramento fu così significativo che Murray per oltre vent’anni non sospettò mai che fosse un paziente dell’ospedale.

Solo nel 1897, dopo quasi 12 anni di corrispondenza, il professore decise di visitare Broadmoor. Quando scoprì che il suo più instancabile aiutante non era un medico ma un paziente, rimase scioccato. Ma la sua sorpresa si trasformò rapidamente in una compassionevole amicizia, che sbocciò in visite regolari e in vivaci conversazioni sugli ultimi numeri delle riviste letterarie popolari. Proprio come la signora Merrett, Murray capì che i libri avevano dato a Minor una ragione di vita, aiutandolo a ritrovare la serenità da tempo dimenticata.

VOLARE SULLE ALI DELLE PAROLE

Nonostante la disponibilità ad avvicinarsi a Minor, la signora Merrett non si riprese mai dall’omicidio del marito. Alla fine perse interesse per l’espatriato americano, cominciò a bere e morì per insufficienza epatica qualche anno dopo il loro ultimo incontro.

Visti i metodi brutali di Broadmoor, Murray presentò una petizione a Winston Churchill, allora ministro degli Interni inglese, affinché Minor potesse tornare negli Stati Uniti. Nel 1910, ottenne il trasferimento al Government Hospital for the Insane di Washington. Sebbene si trattasse di una struttura all’avanguardia, in cui i pazienti avevano accesso alla natura e al cibo fresco, Minor non si riprese. Le allucinazioni divennero più lunghe e frequenti, alla sua vita ora mancava uno scopo chiaro: non leggeva quasi più e la corrispondenza con i vecchi amici si era interrotta. Morì serenamente nel sonno a 85 anni.

Dopo la partenza dell’amico, Murray continuò a lavorare al progetto, ma anche lui subì ritardi e alla fine si ammalò. Nel 1927, otto anni dopo la sua morte, fu pubblicato il primo Oxford English Dictionary completo, comprendente 414.825 parole e 1.827.306 citazioni illustrative. Eppure pochi si ricordarono di Minor, che fu sepolto in una baraccopoli al di là dell’Atlantico: un destino poco appropriato per uno dei più significativi collaboratori di uno dei migliori dizionari mai prodotti.

Nel 2018, Farhad Safinia ha diretto un film basato sul libro di Winchester. Sebbene il film semplifichi questa storia complessa, fa una profonda riflessione sul potere della lettura. In un momento di lucidità, Minor spiega alla signora Merrett perché la letteratura è vitale: «È la libertà. Posso volare via da questo posto grazie ai libri. Io sono andato in capo al mondo sulle ali delle parole. Quando leggo, nessuno mi insegue. Quando leggo sono io che inseguo. Inseguo Dio».

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