Trump smentisce: nessun attrito tra Musk e Rubio

di Redazione ETI/Tom Ozimek
9 Marzo 2025 14:30 Aggiornato: 9 Marzo 2025 16:33

Donald Trump ha smentito le notizie secondo cui Elon Musk e il ministro degli Esteri Marco Rubio si sarebbero scontrati durante una recente riunione di Gabinetto, definendo le affermazioni «fake news» e ribadendo il fatto che i due hanno un «ottimo rapporto».

Il New York Times ha riportato che Musk e Rubio avrebbero avuto una discussione accesa riguardo alle riduzioni del personale degli Esteri. La disputa sarebbe nata dalla riluttanza di Rubio a licenziare dipendenti, in ottemperanza a quanto suggerito da Musk, capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (il Doge).

Secondo il Nyt, Rubio avrebbe ribattuto, sottolineando che 1.500 dipendenti del Dipartimento di Stato avevano già accettato incentivi per il pensionamento anticipato, il che vale come riduzione del personale. Avrebbe poi chiesto a Musk se avesse dovuto riassumere quei dipendenti solo per licenziarli di nuovo; una  frecciata indirizzata agli errori del Doge, che si è trovato a dover riassumere dipendenti precedentemente licenziati. La discussione sarebbe continuata fino all’intervento di Trump, esortando alla cooperazione i due. La riunione era stata convocata a seguito delle lamentele dei capi delle agenzie e dei funzionari della Casa Bianca sull’approccio aggressivo del Doge relativo alla riduzione del personale.

Trump ha respinto l’articolo del New York Times davanti i giornalisti nell’Ufficio Ovale: «Nessuno scontro. Io ero presente» ha detto a un giornalista che aveva chiesto informazioni sulla presunta disputa, «Elon e Marco vanno d’accordo e stanno entrambi facendo un lavoro incredibile». Il presidente è intervenuto anche su Truth in merito all’accaduto. «Elon e Marco hanno un ottimo rapporto. Qualsiasi affermazione contraria sono fake news».

La controversia arriva in un polverone sollevato a Washington, dove decine di migliaia di dipendenti federali sono stati di punto in bianco licenziati, nell’ambito della controversa riforma del personale della pubblica amministrazione federale decisa da Trump.

Trump, che da tempo sostiene che la forza lavoro federale sia eccessiva, ha emesso un ordine esecutivo che impone una «trasformazione critica della burocrazia federale» per massimizzare efficienza e produttività. La sua amministrazione ha anche cercato di imporre una presenza lavorativa più rigorosa, eliminare i privilegi di lavoro da remoto e ridurre i dipendenti governativi con lavori esterni. Sebbene non ci sia un conteggio ufficiale dei licenziamenti totali, diversi rapporti stimano che almeno 20 mila dipendenti siano stati licenziati, mentre altri 75 mila hanno accettato le dimissioni.

Tra le crescenti preoccupazioni sugli eccessivi licenziamenti, Trump ha recentemente ordinato alla sua amministrazione di adottare un approccio più mirato, e che assicuri che i dipendenti capaci e produttivi vengano mantenuti: «Ho incaricato i ministri e l’intero Gabinetto di collaborare con Doge per attuare delle misure di taglio di costi e personale» ha scritto Trump in un post su Truth, «Man mano che i ministri analizzeranno i vari dipendenti, determineranno con precisione chi rimarrà e chi se ne andrà».

Nonostante questi aggiustamenti, Trump ha ribadito il suo impegno a ridurre gli eccessi nella burocrazia, comunicando ai giornalisti che l’attuale situazione della forza lavoro federale degli Stati Uniti, che conta 2 milioni e 300 mila dipendenti, rimane «fuori controllo». Il Presidente ha esortato i capi dei vari ministeri  a prendere loro l’iniziativa sulla riduzione del personale, ma ha aggiunto che se necessario Musk e il Doge interverranno: «Se loro riescono a tagliare è meglio» ha detto Trump, ma «se non tagliano, allora taglierà Elon».

 

 

Consigliati