Trump revoca “l’autorizzazione di sicurezza” a Biden

di Redazione ETI/Arjun Singh
8 Febbraio 2025 12:06 Aggiornato: 8 Febbraio 2025 14:53

Il 7 febbraio, il presidente Trump ha annunciato la revoca dell’autorizzazione di sicurezza dell’ex presidente Joe Biden impedendogli l’accesso ai briefing di intelligence quotidiani, un diritto mantenuto dalla maggior parte degli ex presidenti.

Quando era entrato in carica nel 2021, Biden aveva revocato l’accesso di Trump alle informazioni classificate e ai briefing di intelligence quotidiani, dando come motivazione gli eventi del 6 gennaio 2021, in cui alcuni sostenitori di Trump erano entrati nel Parlamento degli Stati Uniti interrompendo la certificazione dell’elezione di Biden da parte dei “grandi elettori”. Trump era poi stato messo sotto accusa dalla Camera e successivamente assolto dal Senato.

Trump ha annunciato la sua decisione su Truth, citando la precedente azione di Biden e il rapporto del procuratore speciale Robert Hur, che ha indagato sulla gestione delle informazioni classificate da parte di Biden, pubblicando un rapporto nel 2024: «Joe Biden non ha motivo di continuare ad avere accesso alle informazioni classificate. Pertanto, stiamo immediatamente revocando le autorizzazioni di sicurezza di Joe Biden». Biden stesso, spiega Trump «ha creato il precedente nel 2021, quando ha incaricato i Servizi di impedire al 45esimo Presidente degli Stati Uniti di accedere ai dettagli sulla sicurezza nazionale, una cortesia concessa agli ex Presidenti».

Trump ha precedentemente revocato le autorizzazioni di sicurezza di diversi ex funzionari della sicurezza nazionale con un ordine esecutivo il 20 gennaio.
Tutti i funzionari eletti, come il presidente, il vicepresidente e i parlamentari, non hanno bisogno di un’autorizzazione per visualizzare informazioni classificate, poiché ne hanno diritto in forza del mandato elettorale ricevuto.

Negli Stati Uniti, il presidente è l’autorità suprema che detiene il potere su tutte le informazioni classificate della nazione, e ha conoscenza dei segreti di sicurezza nazionale più sensibili, compresi quelli relativi alle armi nucleari.

Fino a quattro anni fa, era consuetudine usare la cortesia istituzionale di concedere agli ex presidenti di mantenere accesso a informazioni classificate al massimo livello e ai briefing di intelligence giornalieri, restando così informati in modo completo sulle questioni relative alla sicurezza nazionale e potendo fornire al presidente in carica consigli, in caso di richiesta. Pochi ex presidenti hanno poi effettivamente richiesto di leggere i briefing; fra i pochi, George Bush, padre,  che era stato direttore della Cia negli anni ’70 durante l’amministrazione Ford.

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