Trump dà uno scossone anche al settore auto

di Redazione ETI/Andrew Moran
15 Aprile 2025 20:35 Aggiornato: 15 Aprile 2025 20:35

Le azioni delle case automobilistiche sono schizzate al 3% dopo che Trump ha lasciato intendere, il 14 aprile, di poter offrire «sostegno» al settore. Parlando ai giornalisti dalla Casa Bianca, Trump ha dichiarato di stare valutando una serie di misure per aiutare le case automobilistiche americane a gestire la transizione verso la produzione interna, resa più complessa dai dazi sui componenti importati da Canada, Messico e altri mercati esteri: «Sto prendendo in considerazione dei modi per supportare le aziende automobilistiche che importano pezzi da Canada, Messico e altrove». Le aziende potrebbero aver bisogno di tempo per adattarsi all’aumento della produzione di veicoli e componenti negli Stati Uniti.

Le azioni di General Motors e Ford sono aumentate di oltre il 3%, mentre quelle di Stellantis, proprietaria anche di Chrysler, hanno registrato un rialzo di quasi il 3%. Le azioni di Tesla sono scese del 2%.

Recentemente, Trump ha introdotto dazi del 25% sulle auto prodotte fuori dagli Stati Uniti, mentre i dazi sui componenti esteri entreranno in vigore a maggio. Secondo un’analisi del Centro per la Ricerca Automobilistica, questi dazi aumenteranno i costi delle case automobilistiche americane di circa 108 miliardi di dollari. I tre colossi di Detroit, Ford, General Motors e Stellantis, potrebbero dover mettere in conto ulteriori spese di quasi 5 mila dollari per i pezzi importati e oltre 8 mila dollari per ogni veicolo importato.

Prima che i dazi entrassero in vigore, il settore automobilistico registrava una domanda in aumento con prezzi stabili. Secondo uno studio di Kelley Blue Book, i costi sono rimasti pressoché invariati rispetto al mese e all’anno precedenti, mentre le vendite sono cresciute di quasi il 30% rispetto a febbraio.

Interrogato sulla possibilità di estendere aiuti ai prodotti Apple o ad altre tecnologie, Trump si è autodefinito «molto flessibile». «Non cambio opinione, ma mi adatterò», ha affermato. «Non si può restare rigidi: a volte bisogna trovare delle soluzioni alternative». Ha poi menzionato un confronto con Tim Cook, amministratore delegato di Apple, da cui potrebbero nascere nuove idee. Le azioni di Apple hanno chiuso in borsa con un rialzo del 2%.

ESENZIONI TEMPORANEE

Il 14 aprile, il Presidente ha annunciato le esenzioni dai dazi per smartphone, hard disk, laptop e altri dispositivi elettronici, precisando però che saranno temporanee. In un post su Truth del 13 aprile, Trump ha chiarito che «nessuno sarà esente dai dazi» e che le esenzioni sono solo rimandate per prendere in considerazione nuove misure da attuare. «Stiamo analizzando i semiconduttori e l’intera filiera elettronica nell’ambito dei dazi per la sicurezza nazionale», ha scritto.

Il ministro del Commercio Howard Lutnick, intervenendo a This Week dell’emittente Abc, ha confermato che le esenzioni dureranno solo fino all’introduzione di nuovi dazi. «I nuovi dazi sui semiconduttori arriveranno probabilmente tra uno o due mesi», ha spiegato.

La strategia commerciale di Trump è quella di rilanciare la produzione interna, garantendo la fabbricazione di auto, semiconduttori e altri beni negli Stati Uniti. Non tutti, però, condividono questa visione. L’ex ministro del Tesoro e presidente della Federal Reserve Janet Yellen ha definito la campagna di dazi «un’enorme autogol», sostenendo che riportare la manifattura negli Stati Uniti sia «un’illusione». In un’intervista a Squawk Box della Cnbc, ha aggiunto: «Non capisco la logica dietro ai dazi. Se l’obiettivo è ridurre il deficit commerciale, imporre dei dazi non porterà a nulla di buono».

NVIDIA SCOMMETTE SULL’AMERICA

Nvidia, colosso dei chip per l’intelligenza artificiale, ha annunciato che investirà fino a 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni per produrre chip e supercomputer negli Stati Uniti. «Ampliare la produzione americana ci permette di soddisfare meglio la crescente domanda di chip per l’intelligenza artificiale, rafforzando la nostra filiera», ha dichiarato Jensen Huang, fondatore e amministratore delegato di Nvidia.

Trump ha attribuito la decisione di Nvidia ai dazi imposti, dichiarandosi «onorato». «Nvidia è una delle più grandi aziende moderne al mondo», ha dichiarato. L’annuncio si aggiunge a una lista crescente di giganti tecnologici, americani e stranieri, che stanno investendo miliardi in nuove iniziative manifatturiere negli Stati Uniti.

 

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