Trump chiede 20 miliardi a Cbs per aver “aiutato” la Harris in campagna elettorale

di Redazione Eti/Tom Ozimek
9 Febbraio 2025 11:23 Aggiornato: 9 Febbraio 2025 15:50

Il presidente degli Stati Uniti ha raddoppiato la sua richiesta danni contro Cbs a 20 miliardi di dollari e aggiungendo la controllante della Cbs, la Paramount Global, alla richiesta di risarcimento.

Trump ha denunciato il colosso mediatico Cbs per distorsione di notizie, interferenza elettorale e danno economico causato dall’intervista che la trasmissione 60 Minutes ha fatto all’allora candidata democratica alla presidenza Kamala Harris.
«È indiscutibile che i convenuti volessero che Harris vincesse le elezioni. E il ​​guadagno politico per Harris, era senza dubbio l’intento della manomissione dell’intervista da parte dei convenuti» si legge nella denuncia modificata, «Ma la motivazione principale dei convenuti era il guadagno commerciale e pecuniario».

Gli avvocati di Trump sostengono che la Cbs abbia modificato in modo ingannevole le risposte di Kamala Harris, per farla apparire più eloquente e composta, deviando al contempo l’audience dalla piattaforma mediatica di Trump, Truth Social e riducendo le entrate pubblicitarie. La denuncia afferma che la Cbs avrebbe intenzionalmente trasmesso diverse parti delle osservazioni, rilasciate dalla Harris alle popolari trasmissioni Face the Nation e 60 Minutes, in modo tale da fuorviare il pubblico rispetto alle dichiarazioni complete.

«Una volta che gli imputati hanno rilasciato la versione non modificata dell’intervista, è diventato evidente come avessero commesso una grave distorsione della trasmissione e manipolato non solo la replica di Harris sul primo ministro Netanyahu, ma l’intervista nella sua interezza», dice poi la denuncia modificata. La Cbs respinge le accuse e sostiene che le modifiche rientravano nella normale pratica giornalistica: «Stiamo pubblicando le stesse trascrizioni e gli stessi video della nostra intervista con la vicepresidente Kamala Harris che abbiamo fornito alla Fcc (la Federal Communications Commission)» ha affermato la rete in una dichiarazione del 5 febbraio, « e dimostrano, in linea con le ripetute rassicurazioni di 60 Minutes al pubblico, che la trasmissione di 60 Minutes non è stata manipolata o ingannevole». Cbs ha inoltre puntualizzato che le interviste sono due: una più lunga è andata in onda su Face the Nation, e una più breve su 60 Minutes.
E ancora: «Come mostra la trascrizione completa, abbiamo modificato l’intervista per assicurarci che la maggior parte delle risposte della vicepresidente alle numerose domande di 60 Minutes fossero incluse nella nostra trasmissione originale, pur rappresentando in modo veritiero tali risposte».

«Le domande incisive di 60 Minutes alla vicepresidente parlano da sole», chiosa la rete.

La trascrizione integrale rivela che alcune delle risposte della Harris sono state tagliate più o meno a metà, e chiarisce la sua risposta completa a una domanda sulla guerra tra Israele e Hamas; risposta che Trump in campagna elettorale affermava essere stata formulata in modo goffo, e ingiustamente modificata per migliorare l’immagine della candidata dmeocratica. La trascrizione mostra anche che la risposta completa della Harris è una combinazione delle due clip andate poi in onda.

Questa una parte “controversa” dell’intervista alla Harris: «Bene, Bill, il lavoro che abbiamo svolto ha portato a una serie di movimenti in quella regione da parte di Israele che sono stati molto sollecitati da, o un risultato di molte cose, tra cui la nostra difesa di ciò che deve accadere nella regione. E non smetteremo di farlo. Non smetteremo di perseguire ciò che è necessario affinché gli Stati Uniti siano chiari sulla nostra posizione sulla necessità di porre fine a questa guerra» si legge nella trascrizione, a cui Trump sui social ha risposto dicendo che mostra come Cbs abbia rimosso le «pessime risposte della Harris, che avrebbero cambiato l’esito elettorale» per sostituirle con altre migliori, e che questa è stata un’interferenza elettorale e «broglio elettorale di un livello mai visto». Trump ha anche chiesto la revoca della licenza di trasmissione della Cbs.

La causa originale di Trump, presentata il 31 ottobre 2024, chiedeva 10 miliardi di dollari di danni alla Cbs. La denuncia modificata chiede altri 10 miliardi, perché integra l’accusa alla Cbs anche di pubblicità ingannevole e concorrenza sleale, per i danni agli interessi economici di Trump, in particolare a Truth Social: «Come conseguenza diretta e immediata della cattiva condotta degli imputati, un numero significativo di spettatori è stato impropriamente dirottato sulle piattaforme mediatiche dei convenuti, con conseguente minore coinvolgimento dei consumatori, minori entrate pubblicitarie e profitti da parte di TMTG e delle altre partecipazioni mediatiche del presidente Trump», si legge nell’integrazione della denuncia, che vede aggiungersi alla richiesta di risarcimento danni anche il deputato repubblicano Ronny Jackson, che sostiene di essere stato danneggiato in quanto consumatore.

La causa di Trump coincide con la decisione della Federal Communications Commission di riaprire una denuncia per distorsione di notizie contro la Cbs, inizialmente archiviata a gennaio ma ripresa dal nuovo presidente della Fcc, Brendan Carr: «La Cbs ha trasmesso la stessa domanda in due programmi diversi e  le parole delle risposte erano chiaramente molto diverse», ha detto Carr in un’intervista a Fox News «È stata modificata per motivi di chiarezza e lunghezza? Il che sarebbe giusto… Oppure ci sono altre ragioni?».  Il commissario democratico della Fcc Anna Gomez ha definito questa causa civile un tentativo di ritorsione contro la stampa. Epoch Times è in attesa di commenti da parte della Cbs e della Paramount sui fatti.

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