Trump abolisce “diversità, equità, inclusione” dalle scuole

di Redazione ETI/Aaron Gifford
27 Aprile 2025 15:49 Aggiornato: 27 Aprile 2025 15:49

Trump ha annunciato allo Studio Ovale una serie di decreti per la riforma dell’istruzione per promuoveranno trasparenza e meritocrazia rispetto all’ideologia politica di “diversità, equità e inclusione” dell’amministrazione Biden, promettendo inoltre di migliorare gli ambienti scolastici e universitari anche attraverso la tecnologia e l’innovazione. Alla cerimonia erano presenti anche il ministro dell’Istruzione Linda McMahon, e il ministro del Commercio Howard Lutnick.

Il primo decreto, denominato “Trasparenza sull’influenza straniera nelle università americane”, impone agli atenei di rivelare la provenienza dei fondi ricevuti da donatori stranieri, come governi, enti o singoli individui. Trump ha infatti accusato Biden di aver permesso a Cina e Qatar di investire miliardi di dollari nelle università statunitensi, facendo in modo che i due Paesi si appropriassero della proprietà intellettuale e di sfruttare le istituzioni accademiche per attuare una propaganda estera.

Il 23 aprile, il secondo decreto ha abolito i criteri di “diversità, equità e inclusione” quali metro di giudizio nei processi di accreditamento delle università (ovvero di certificazione della qualità dei programmi accademici). Il ministero dell’Istruzione ha annunciato l’ingresso di nuove agenzie di accreditamento e l’impegno per ridurre le tasse universitarie, e di garantire, inoltre, un’istruzione di alta qualità. Secondo la Legge sull’Istruzione Superiore del 1965, l’accreditamento è necessario per accedere a fondi statali per ricerche universitarie e borse di studio, ed è supervisionato dal governo statunitense, pur essendo gestito da enti indipendenti senza scopo di lucro.

«L’attuale sistema di accreditamento aumenta le tasse universitarie, favorisce le istituzioni tradizionali, intralcia le decisioni dei consigli di amministrazione statali e devia le università verso certe ideologie, trascurando le materie fondamentali», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Linda McMahon. «Tutto ciò che ne deriva è solo tanta burocrazia, con strutture amministrative legate alla linea politica di Biden sempre più invadenti, e un controllo sempre più stretto da parte di enti che non dovrebbero occuparsi della questione». Cynthia Jackson-Hammond, presidente del Consiglio per l’Accreditamento dell’Istruzione Superiore, sostiene che le misure di Trump rischiano di compromettere un sistema consolidato da tempo che garantisce la qualità dei programmi universitari.

Il terzo decreto riafferma l’impegno di Trump a sostenere le università e i college storicamente afroamericani, mentre il quarto prevede un investimento nell’intelligenza artificiale come strumento didattico. «È una questione veramente importante» ha dichiarato il Presidente, «Stiamo investendo migliaia di miliardi di dollari nell’Ia».

Il quinto decreto invece invita le istituzioni educative e i datori di lavoro ad assumere circa un milione di persone con contratti di apprendistato, in modo da potenziare la forza lavoro americana. «Ricostruiremo il sogno americano», ha dichiarato il ministro del Commercio Howard Lutnick.

L’ultimo decreto, infine, elimina le politiche di “giustizia riparativa” nelle scuole pubbliche, che, sempre basate sui principi di diversità della vecchia amministrazione, sostituivano sospensioni ed espulsioni degli studenti, preferendo soluzioni come mediazione e dialogo.

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