Tank ringrazia la «patria» per il doppio trapianto, ma da dove arrivano gli organi?

di Redazione ETI/Eva Fu
17 Aprile 2025 12:35 Aggiornato: 17 Aprile 2025 22:08

La rivelazione del cantante taiwanese Lü Jianzhong, noto come Tank, di essersi sottoposto a un trapianto di cuore e fegato in Cina ha riacceso le polemiche sul prelievo forzato di organi perpetrato dal regime comunista. Affetto da una malformazione cardiaca congenita, Tank è tornato sotto i riflettori cinque mesi dopo l’intervento, tessendo le lodi dei medici cinesi per un’operazione «impeccabile» e definendo la Cina «la patria» in un post su Weibo. Le immagini della sua conferenza stampa, circondato da medici cinesi, sono rimbalzate su tutti mass media della propaganda del regime, che hanno celebrato il trapianto come un «primato asiatico».

A Taiwan, l’entusiasmo del regime di Pechino ha invece suscitato indignazione. Medici e attivisti, richiamando il documentario State Organs, che denuncia il prelievo forzato di organi da prigionieri di coscienza, denunciano questa mossa propagandistica. Il dottor Torsten Trey, presidente di Doctors Against Forced Organ Harvesting, associazione internazionale di medici contro il prelievo forzato di organi del regime cinese, ha definito l’operazione di Lü Jianzhong «una vetrina pubblicitaria» orchestrata dal Pcc per legittimare il proprio sistema “sanitario” sul palcoscenico internazionale. La scelta di Tank di chiamare la Cina «patria», in aperta contraddizione con la resistenza di Taiwan all’imperialismo comunista di casa a Pechino, si inserisce evidentemente in questa strategia propagandistica.

A destare ulteriori sospetti è la totale mancanza di informazioni sul donatore, di cui si cita soltanto un grave trauma cranico. Un dettaglio che, secondo Trey, rievoca le esecuzioni con un colpo di pistola alla testa seguite dall’immediato prelievo dell’organo dalla vittima, come già denunciato da ex medici cinesi pentiti. Uno studio del 2022 sull’American Journal of Transplantation ha rivelato che medici cinesi prelevano gli organi dalle persone senza accertarne la morte cerebrale, causando quindi il decesso dei donatori.

Insomma, in Cina, se serve un organo i dottori  di solito se lo prendono: o da una persona ancora in vita, oppure uccidono la persona (di solito un praticante del Falun Gong imprigionato per motivi religiosi) un attimo prima e poi le tolgono l’organo.

Già nel 2019, un tribunale speciale di Londra ha condannato il prelievo forzato di organi perpetrato dal regime comunista cinese, accertando che i praticanti della disciplina spirituale Falun Gong siano tra le vittime principali. Negli Usa, quattro Stati hanno già tolto la copertura sanitaria per trapianti effettuati in Cina, o con organi di provenienza cinese.

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