Sejourné: l’Ue riapra le miniere se vuole le terre rare

di Agenzia Nova
25 Marzo 2025 15:28 Aggiornato: 25 Marzo 2025 15:28

Bisogna riaprire le miniere in Europa. Perché senza le terre rare «siamo troppo dipendenti da Paesi come la Cina». Perché ci servono per aumentare «la nostra difesa e per produrre armi», perché solo così saremo «competitivi» sul mercato dell’auto e in quello delle batterie.

La Commissione europea lancia oggi il piano sulle terre rare e il commissario Ue agli Affari Interni, il francese Stephane Sejournè, ne spiega i contenuti a Repubblica. Quarantasette progetti per arrivare ad un livello di estrazione del 10 per cento, di lavorazione al 40 per cento e di riciclaggio al 25 per entro il 2030. Con l’obiettivo di raggiungere un’autonomia pari almeno al 65 per cento del nostro fabbisogno complessivo. «Le terre rare – spiega Sejournè – sono il punto chiave per l’Unione Europea. Non averle rappresenta una minaccia esistenziale. Sono fondamentali per l’industria e per la difesa. Non dobbiamo più dipendere da altri Paesi: né dalla Russia né dalla Cina. Senza litio, nichel o grafite non possiamo produrre batterie elettriche. Senza germanio, non possiamo produrre semiconduttori. Il mondo – aggiunge – è cambiato rispetto a due o tre anni fa. La situazione geostrategica non è più quella di prima. Dobbiamo prenderne atto».

Quanto ai tempi: «Entro 27 mesi. I nostri obiettivi sono il 10 per cento dell’estrazione, il 40 per cento della capacità di trasformazione e il 25 per cento della capacità di riciclaggio. Dobbiamo cercare di essere indipendenti per oltre il 65 per cento. In Europa abbiamo bisogno di riaprire le miniere. Non abbiamo aperto una sola miniera in Europa negli ultimi 20 anni. Noi mettiamo a disposizione due miliardi di euro». Due miliardi per 47 progetti: «Fino al 2030. I privati saranno incoraggiati a investire in questo campo. Spero che le nuove miniere si aprano rapidamente. Bisogna estrarre il prima possibile. Non possiamo perdere tempo».

Non ha paura di che ci sia una rivolta sociale: «Cercheremo di spiegare la situazione nel modo migliore». Il commissario osserva infine che «ovviamente le competizioni internazionali sono aggressive. Adesso feroci. Gli Stati Uniti stanno pensando al loro piano, noi al nostro. Con l’Ucraina abbiamo già un accordo firmato nel 2021. E’ un nostro partner e il progetto Graphite copre già il 10 per cento del nostro consumo. Poi ci potranno anche essere altre iniziative» ha concluso Sejournè.

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