Sarcopenia, un nemico silenzioso

di Redazione ETI/Mercura Wang
26 Febbraio 2025 12:04 Aggiornato: 26 Febbraio 2025 12:04

Con l’avanzare dell’età, il corpo umano subisce cambiamenti fisiologici che possono influenzare la forza e la funzionalità muscolare. Uno dei fenomeni più comuni è la sarcopenia, ossia la progressiva perdita di massa muscolare e di forza, che può compromettere l’autonomia e la qualità della vita. La sarcopenia interessa milioni di persone in tutto il mondo, con un’incidenza crescente tra gli anziani. Ma non è necessariamente inevitabile: esistono strategie per prevenirne o rallentarne lo sviluppo.

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO

La sarcopenia è una condizione muscoloscheletrica caratterizzata dalla perdita progressiva di massa muscolare, forza e funzionalità, principalmente correlata all’invecchiamento. Sebbene meno comune nei bambini e negli adolescenti, la perdita muscolare inizia generalmente tra i 30 e i 40 anni, con una progressiva atrofia della muscolatura scheletrica. Entro i 70 anni, una persona potrebbe conservare solo circa la metà della massa muscolare posseduta a 20 anni. Si stima che la sarcopenia colpisca tra il 5% e il 13% delle persone tra i 60 e i 70 anni, con un aumento della prevalenza fino al 50% tra gli over 80.

Diversi fattori influenzano l’insorgenza della sarcopenia. Gli squilibri ormonali giocano un ruolo chiave, poiché la riduzione dei livelli di ormoni come il testosterone, l’ormone tiroideo e il fattore di crescita insulino-simile favorisce la perdita muscolare. Inoltre, anche una ridotta sintesi proteica e una minore capacità di rigenerazione muscolare con l’età contribuiscono significativamente alla perdita di massa muscolare. Anche il rimodellamento delle unità motorie, caratterizzato da una diminuzione dei neuroni motori e dalla loro ridotta capacità di comunicare con le fibre muscolari, porta a un progressivo indebolimento.

La sarcopenia può essere primaria, quando è legata esclusivamente all’invecchiamento, o secondaria, se causata da malattie croniche, inattività fisica o malnutrizione. Inoltre, la condizione può essere cronica, persistente per oltre sei mesi, oppure acuta, caratterizzata da un’insorgenza rapida a seguito di eventi stressanti come un ricovero ospedaliero. I principali fattori di rischio per la sarcopenia includono l’età avanzata, la sedentarietà, la presenza di malattie croniche, la malnutrizione, l’obesità, la resistenza insulinica e il fumo possono influenzare negativamente la salute muscolare.

DIAGNOSI E TRATTAMENTO

Diagnosticare la sarcopenia può essere complesso a causa della sovrapposizione con altre condizioni. Nel 2016 è stata ufficialmente riconosciuta come malattia e classificata nell’ICD-10-CM. Il Gruppo di lavoro europeo sulla sarcopenia negli anziani (Ewgsop) ha proposto criteri diagnostici basati sulla presenza 3 fattori chiave: bassa massa muscolare, ridotta forza muscolare e prestazioni fisiche limitate. Tra gli strumenti di diagnosi figurano la misurazione della forza della presa della mano, il test della sedia, che consiste nel sedersi e rialzarsi senza l’utilizzo delle braccia e la diagnostica avanzata mediante risonanza magnetica, assorbimetria a raggi X a doppia energia (Dexa) o l’analisi dell’impedenza bioelettrica (Bia).

La sarcopenia è associata a un aumento del rischio di cadute e fratture, a complicanze metaboliche e cognitive e a una maggiore mortalità nei pazienti con insufficienza renale o cardiaca. Inoltre, può determinare un rischio elevato di tossicità da farmaci nei pazienti in trattamento con chemioterapici.

Il trattamento della sarcopenia si basa principalmente sull’attività fisica, con particolare attenzione all’allenamento contro resistenza, mediante pesi, elastici ed esercizi a corpo libero. Anche l’esercizio aerobico e l’allenamento con restrizione del flusso sanguigno possono risultare efficaci. Dal punto di vista nutrizionale, è fondamentale garantire un adeguato apporto proteico, che dovrebbe essere compreso tra 1,0 e 1,2 grammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno, insieme a un corretto consumo di grassi e pochi carboidrati. Inoltre, sono in corso studi su potenziali terapie farmacologiche, tra cui modulatori selettivi del recettore degli androgeni (Sarm), inibitori della miostatina e supplementi di omega-3.

MANTENERSI ATTIVI 

La chiave per mantenere la salute muscolare nel tempo risiede nell’adozione di uno stile di vita attivo e di una dieta equilibrata. Allenarsi regolarmente, specialmente contro resistenza e consumare una quantità adeguata di proteine può fare la differenza. Ma anche monitorare le condizioni di salute, evitare il fumo, ridurre lo stress e garantire un buon riposo notturno sono altrettanto fondamentali per prevenire la perdita muscolare.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

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