Raheem Cooper, autista dell’UPS, forse non avrebbe mai incontrato Marie Coble quel giorno di agosto, se non fosse stato per uno strano caso del destino. Nel primo pomeriggio di quel giorno, Cooper stava percorrendo una scorciatoia per recarsi ad effettuare una consegna. Dice che è stato Dio a portarlo lì.
Cooper, che ha 30 anni, racconta: «È stato solo Dio, onestamente. Deve avere tutto Lui il merito… Ho preso una scorciatoia, qualcosa mi ha detto di andare su quella strada». Così ha salvato la vita a Marie, una bisnonna di 78 anni, e tra i due è nata un’amicizia che sta superando i limiti dell’età e delle “coincidenze”.
La buona azione
Quel giorno, mentre guidava, Cooper a un tratto guarda alla sua sinistra e nota una busta della spesa a terra e un attimo dopo vede una donna svenuta dietro la propria auto. Era Marie Coble.
Cooper ricorda: «Era sdraiata a pancia in giù con la parte destra del viso appoggiata sul marciapiede» e aggiunge che quel giorno faceva molto caldo. Ha parcheggiato e si è avvicinato di corsa alla donna, notando subito che stava perdendo molto sangue anche se gli occhi erano ancora aperti. «Era cosciente, ma non riusciva a parlare. E non era in grado di alzarsi».
Cooper chiama il 911 dal suo telefono. Mentre comunica con il centralino, mette dei sacchetti sotto il corpo di Marie per proteggerla dal terreno bollente e inizia a strofinarla con acqua fredda per mantenerla fresca. In quel momento una giovane donna si è avvicinata per aiutare Cooper a sollevarla e metterla sul sedile posteriore della sua auto. Dice: «Ancora oggi non conosco il suo nome. Ma sono grato che fosse lì perché mi è stata di grande aiuto».
All’arrivo dell’ambulanza, Cooper comunica i suoi dati ai paramedici, nel caso la famiglia volesse avere informazioni sull’accaduto.
Parlando del suo gesto, Cooper dice di non averci pensato più di tanto, perché ha fatto quello che «ogni persona rispettabile farebbe per un altro». I paramedici del posto hanno raccontato su Facebook il gesto compassionevole dell’autista e il messaggio è diventato virale. Dopo essere stato premiato a livello nazionale e locale per la sua buona azione, Cooper attribuisce quanto accaduto quel giorno a un potere superiore. «Personalmente sento che Dio mi ha condotto lì al momento giusto e nel posto giusto. Non è stato altri che Dio».
Per il suo gesto gentile, Cooper ha ricevuto una spilla e una lettera di ringraziamento dall’amministratore delegato dell’UPS, Carol B. Tomé, mentre i suoi colleghi lo hanno festeggiato organizzando un pranzo speciale e consegnandogli una targa d’onore.
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Il nostro angelo custode
Marie Coble, che abita a Valdosta, è madre di quattro figli, nonna di cinque ragazzi e bisnonna di otto. La nipote Kayla Cochran definisce Cooper l’angelo custode della famiglia, e dice che è stato il loro sostegno in questo periodo difficile.
Il giorno successivo al ricovero, alle 4 del mattino, Kayla viene avvisata con una telefonata dell’incidente accaduto alla nonna, restandone ovviamente sconvolta. Da Folkston, dove abita, si reca all’ospedale e trova la nonna «molto confusa e disorientata».
Qualche giorno dopo, fissa un appuntamento per far incontrare Marie e Raheem una domenica. L’incontro è commovente: i due si conoscono durante quella visita, parlano delle loro famiglie e della loro vita. Cooper è di Valdosta, come Coble, ma è nato a Homerville.
Sebbene Marie quel giorno stesse bene, in seguito è dovuta tornare al reparto di terapia intensiva. Poche ore dopo alla nipote dicono che è necessario un intervento chirurgico d’emergenza o non riuscirà a superare la notte. Ha un’emorragia cerebrale. Fortunatamente l’operazione va bene.
Cooper ricorda: «La prima volta che sono andato a trovarla dopo l’intervento, appena entrato nella stanza mi ha abbracciato e sua nipote mi ha detto che non aveva parlato con nessuno fino al mio arrivo». Ora si è ripresa bene, in una struttura di riabilitazione a Homerville. «Ricorda tutto, quindi se la cava abbastanza bene».
Cooper ha continuato a visitare Marie in ospedale una o due volte alla settimana, spesso con la figlia di 8 anni.
Kayla Cochran racconta che quel giorno la nonna era a terra da un bel po’ e sarebbe morta se Cooper non fosse intervenuto. «Siamo molto fortunati che l’abbia aiutata, che abbia fatto quello che ha fatto e che abbia compiuto un’azione eroica quel giorno» e aggiunge che si è preso quella responsabilità nonostante avesse un calendario di consegne da rispettare.
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Raheem ora adora Marie: «È diventata la mia nonna adottiva». E lei e la nipote (vera) lo hanno accolto a braccia aperte: «Ora fa parte della nostra famiglia».