Vladimir Putin ha dichiarato che Mosca è aperta a una collaborazione con gli Stati Uniti per l’esplorazione e l’estrazione congiunta di risorse minerarie, comprese le terre rare, e che non ha obiezioni a un accordo sui minerali tra Stati Uniti e Ucraina. «Noi saremmo pronti a [progetti congiunti con ndr] i nostri partner americani», ha affermato Putin all’emittente pubblica russa Vgtrk il 24 febbraio, dopo aver presieduto una riunione con i suoi ministri e consiglieri economici sulle terre rari, che essenziali per molte tecnologie moderne, sia civili che militari. Con “partner”, Putin ha poi precisato di intendere «non solo le strutture amministrative e governative, ma anche le aziende, se mostrassero interesse a un lavoro congiunto».
Putin ha inoltre precisato di non avere obiezioni a un accordo sulle terre rare tra Stati Uniti e Ucraina: «non ci riguarda. Non sto valutando la questione in alcun modo».
Il leader russo ha offerto agli Stati Uniti la possibilità di esplorare congiuntamente i giacimenti minerari strategici della Russia, nonché la ripresa della fornitura di alluminio. Putin ha affermato che la Russia potrebbe fornire 2 milioni di tonnellate di alluminio all’anno agli Stati Uniti se il commercio riprendesse, ricordando che in passato rappresentava il 15% delle importazioni di alluminio statunitensi, prima dei dazi introdotti nel 2023.
Putin ha inoltre proposto che Russia e Stati Uniti esplorino insieme progetti nel settore dell’energia idroelettrica e della produzione di alluminio nella regione siberiana di Krasnoyarsk, un importante polo industriale e sede di Rusal, il maggiore produttore di alluminio del Paese.
RISORSE MINERARIE E COOPERAZIONE ECONOMICA
Tornando alle terre rare, Putin ha anche dichiarato: «noi senza dubbio abbiamo, e questo voglio sottolinearlo, molte più risorse di questo tipo rispetto all’Ucraina», aggiungendo che la Russia sta facendo ben poco per sfruttarle.
Con una riserva stimata di 3,8 milioni di tonnellate di terre rare, la Russia è il quinto Paese al mondo per riserve, dopo Cina, Brasile, India e Australia, secondo i dati del Servizio geologico degli Stati Uniti.
Oltre a esprimere la volontà di collaborare con gli Stati Uniti su questioni economiche, Putin ha dichiarato che Mosca è aperta a un accordo con Washington per la riduzione dei bilanci della difesa, menzionando un taglio reciproco del 50%. Ha anche elogiato gli sforzi di Trump nel perseguire un accordo per la fine della guerra in Ucraina, affermando di condividere questo obiettivo.
REAZIONI IN UCRAINA
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato in precedenza che la proposta di accordo non soddisfa le garanzie di sicurezza da lui richieste. Il ministro del Tesoro Scott Bessent ha affermato nel fine settimana che, sebbene l’accordo tra Stati Uniti e Ucraina non includa una componente militare, esso rappresenta una garanzia implicita di sicurezza economica. «La prima parte di questo accordo è una partnership tra Ucraina e Stati Uniti che riguarda minerali strategici, energia e imprese statali. Stiamo costruendo un partenariato e guardiamo solo al futuro», ha dichiarato Bessent a Fox News durante il programma Sunday Morning Futures condotto da Maria Bartiromo. Bessent ha aggiunto che l’accordo prevede «una garanzia implicita, secondo cui, se gli Stati Uniti investono fortemente nel futuro economico [dell’Ucraina, ndr] … io questa la definisco una garanzia di sicurezza economica».
«Più asset avranno le aziende statunitensi sul territorio ucraino, maggiore sarà l’interesse degli Stati Uniti affinché l’economia ucraina prosperi, maggiore sarà la sicurezza per il popolo ucraino e […] più alto sarà il ritorno per il contribuente statunitense», ha proseguito Bessent.
Zelensky dal canto suo ha dichiarato in un discorso lunedì di sperare di firmare l’accordo con gli Stati Uniti, sottolineando che il sostegno americano contro la Russia è «fondamentale» per gli ucraini.