WASHINGTON – Il presidente Trump ha tenuto la prima riunione di Gabinetto della sua seconda amministrazione il 26 febbraio alla Casa Bianca, affrontando numerosi argomenti alla presenza dei giornalisti.
Trump ha discusso gli sforzi in corso per ridurre la spesa e licenziare dipendenti in esubero in diverse agenzie, lo stato delle negoziazioni per porre fine alla guerra in Ucraina, i dazi su importanti partner commerciali, la posizione di Washington sulla Cina e una nuova “carta d’oro” per i richiedenti visto facoltosi.
IL DOGE
Elon Musk, le cui iniziative per migliorare l’efficienza del governo hanno suscitato grande attenzione mediatica, ha partecipato alla riunione del Gabinetto per discutere il suo lavoro. «Dobbiamo agire rapidamente» ha detto Musk ai membri del Gabinetto e ai giornalisti: secondo i calcoli di Musk, per ottenere una riduzione del debito di mille miliardi di dollari entro il 2026, è necessario risparmiare 4 miliardi di dollari al giorno entro fine settembre.
Musk ha poi spiegato che l’e-mail inviata ai dipendenti federali dall’Ufficio del personale, che chiedeva un elenco di cinque risultati lavorativi della settimana precedente, è stata erroneamente interpretata come una valutazione delle prestazioni, tutt’altro: «voleva essere un “tastare il polso”… “Ti batte il polso? Sei in grado a rispondere a questa e-mail?”» ha detto Musk suscitando l’ilarità generale, per poi spiegare: «noi qui stiamo cercando di capire se è vero che vi sia un certo numero di dipendenti pubblici che sono morti, motivo per cui probabilmente non possono rispondere. E altri che non sono persone reali: sono soggetti fittizi».
La Casa Bianca ha dichiarato il 25 febbraio che circa un milione di dipendenti federali ha già risposto all’e-mail. Musk non ha specificato quanti dipendenti federali l’amministrazione intenda licenziare, ma ha affermato: «Noi vogliamo tenere chiunque svolga un lavoro essenziale e lavori bene».
Trump ha confermato che il direttore dell’Agenzia per la protezione ambientale, Lee Zeldin, mira a tagliare il 65% del personale dell’agenzia, ma ha detto che ci vorrà più cautela nel decidere chi licenziare al ministero degli Esteri: il Dipartimento dell’Efficienza governativa, il Doge appunto, ha collaborato con più successo con alcune agenzie rispetto ad altre, ma gli Esteri sono un caso a parte, considerando gli attuali negoziati per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina: «Ci sono molti Paesi coinvolti e dobbiamo stare attenti a cosa facciamo e a chi licenziamo» ha detto Trump.
Durante l’incontro, Musk ha ammesso che il Doge aveva inavvertitamente tagliato i fondi per la prevenzione dell’Ebola, riducendo il budget dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid): «con Usaid una delle cose che abbiamo cancellato per errore, anche se solo per un breve periodo, è stata la prevenzione dell’Ebola» ma «l’abbiamo subito ripristinata».
NESSUNA “GARANZIA” DI SICUREZZA PER L’UCRAINA
Trump ha confermato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarà alla Casa Bianca venerdì 28 febbraio per firmare un accordo che consentirà agli Stati Uniti di accedere ai minerali di terre rare dell’Ucraina. Sebbene l’accordo possa offrire un sostegno finanziario all’Ucraina in funzione anti-russa, Trump ha dichiarato che non prevede “garanzie” di sicurezza, nonostante le richieste di Kiev: «Non farò promesse di sicurezza significative» perché deve essere «l’Europa a occuparsene».
Il presidente ha però precisato che l’accesso degli Stati Uniti alle terre rare ucraine garantirà comunque uno stato di sicurezza indiretta, perché «nessuno oserà interferire» con gli interessi americani. Trump ha poi detto di accogliere con favore il fatto che Regno Unito e Francia si siano fatti avanti e che si dicano favorevoli all’invio di forze di pace in Ucraina. Ma questo non piace alla Russia: «Non possiamo prendere in considerazione alcuna possibilità» ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov durante una visita in Qatar il 26 febbraio.
Trump ha anche specificato che una decisione sul dispiegamento di un contingente militare di pace sarà possibile solo con il consenso di «entrambe le parti» riferendosi evidentemente a Russia e Ucraina.
LA QUESTIONE TAIWAN
Un giornalista ha chiesto a Trump se voglia impedire alla Cina comunista di prendere Taiwan con la forza. «Io non commento mai su questo. Non commento mai, perché non mi metto mai in quella posizione» e poi: «se avessi qualcosa da dire, non lo direi certo a voi. Lo direi ad altre persone, magari a quelle sedute a questo tavolo». Trump ha poi definito la Cina un «concorrente» e ha affermato di voler incoraggiare gli investimenti cinesi negli Stati Uniti.
«Noi vogliamo che investano negli Stati Uniti: è un fatto positivo. Sta entrando molto denaro. E noi investiremo in Cina». I commenti di Trump arrivano poco dopo la firma di un memorandum con cui ha ordinato alla sua amministrazione di introdurre nuove norme per limitare lo sfruttamento del «capitale, della tecnologia e delle conoscenze» statunitensi da parte di avversari stranieri come il regime cinese.
Il memorandum stabilisce che la Commissione sugli investimenti esteri negli Stati Uniti sia utilizzata per limitare gli investimenti cinesi in settori statunitensi sensibili come la tecnologia, le infrastrutture strategiche, la sanità, l’agricoltura, l’energia e le materie prime.
LA «GOLD CARD» PER I RICHIEDENTI VISTO FACOLTOSI
Trump ha illustrato la sua nuova proposta per affrontare il crescente debito pubblico. Ha proposto di vendere visti Gold Card agli immigrati facoltosi in cambio di un investimento di 5 milioni di dollari negli Stati Uniti.
Il ministro del Commercio Howard Lutnick ha spiegato che il programma esistente, che consente agli immigrati di investire 1 milione di dollari in progetti statunitensi, è spesso inefficace e va riformato. Con il nuovo sistema, 200 mila «Gold Card» potrebbero generare mille miliardi di dollari da impiegare per ridurre il debito.
«I DAZI RIMANGONO»
Trump ha dichiarato che continuerà con il suo piano di dazi su Canada e Messico, nonostante il recente calo nei flussi migratori: «Non blocco i dazi» ha detto Trump, «milioni di persone sono morte a causa del fentanyl che entra attraverso il confine».
Subito dopo il suo insediamento, Trump ha annunciato dazi generalizzati del 25% su Messico e Canada, in risposta all’immigrazione clandestina e al traffico di fentanyl. Ha poi sospeso i dazi per 30 giorni dopo che i governi dei due Paesi hanno annunciato nuovi piani per contrastare entrambi i problemi.
Trump ha detto che la riduzione dei flussi migratori è positiva, ma ha attribuito il merito ai cambiamenti politici attuati dal ministero degli Interni: «È anche merito nostro. Soprattutto merito nostro» ha precisato Trump «il danno è stato fatto. Abbiamo perso milioni di persone a causa del fentanyl […] che viene principalmente dalla Cina» passando attraverso Messico e Canada.
Trump ha poi dichiarato che la maggior parte dei dazi su Messico e Canada sarà in vigore dal 2 aprile, e ha confermato un dazio del 25% su «automobili e qualsiasi altra cosa» importata dall’Unione Europea: l’Ue impone restrizioni su molte importazioni statunitensi, tra cui automobili e prodotti agricoli.
Il presidente ha infine negato che eventuali dazi di ritorsione possano danneggiare gli Stati Uniti, perché gli Usa potrebbero semplicemente «smettere di acquistare» prodotti europei e vincere così un’ipotetica guerra commerciale, se mai l’Ue decidesse di iniziarne una.
«Noi siamo l’Eldorado. Siamo quello che tutti vogliono» ha detto Trump «potranno anche fare delle ritorsioni, ma non avranno successo».