Polizia Finanza e Guardia Costiera contro l’immigrazione clandestina

di Agenzia Nova
5 Marzo 2025 11:57 Aggiornato: 5 Marzo 2025 11:57

A seguito di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento, la Polizia di Stato di Agrigento, Servizio centrale operativo, Sisco di Palermo – la Guardia di finanza – Sezione operativa navale di Lampedusa – e la Guardia costiera di Lampedusa hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, nei confronti di un egiziano ritenuto responsabile dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e resistenza a pubblico Ufficiale.

L’arrestato è accusato di aver effettuato il trasporto di quarantasette migranti all’interno di una barca in legno lunga appena 10 metri, in precarie condizioni di galleggiabilità ed inadatta a effettuare la traversata, esponendoli così a pericolo per la loro vita e per la loro incolumità. Inoltre, le operazioni di soccorso sono state rese difficoltose dal comportamento del trafficante che non ha ottemperato all’ordine di arrestare la navigazione impartito dall’unità navale della Gdf, versando su sé stesso, sull’imbarcazione e sui migranti una tanica di benzina, al fine di ostacolare le operazioni di soccorsi da parte del personale operante, minacciando inoltre il finanziere che, se non si fosse allontanato, avrebbe dato fuoco a tutti.

Le informazioni raccolte sull’indiziato, individuato da più migranti durante gli interrogatori resi alla presenza del difensore ai poliziotti della squadra mobile , della Guardia di finanza e della Guardia costiera, compendiano un quadro probatorio che ha portato alla contestazione del reato di cui all’art. 12 del d.lgs 286/98, con le aggravanti di aver procurato l’ingresso sul territorio nazionale di più di cinque persone, di averli esposti a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità e di aver agito allo scopo di trarne profitto, nonché del reato di resistenza a pubblico ufficiale per aver ostacolato le operazioni di soccorso. L’indagato è stato condotto presso il carcere di Agrigento. Si rappresenta che le indagini sono in corso e la responsabilità penale dei soggetti gravati da misura cautelare non sono ancora accertate in via definitiva.

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