L’edizione di marzo 2025 dell’Osservatorio Anima, realizzata in collaborazione con le società di ricerche di mercato Eumetra e Dogma Research, evidenzia una certa stabilità nel sentiment degli italiani sulla situazione dell’Italia, accompagnata da un atteggiamento prudente sulla propria situazione personale.
Tuttavia, il numero di chi percepisce l’inflazione come un problema importante è in calo, mentre la propensione agli investimenti si attesta ai massimi dall’inizio delle rilevazioni. La soddisfazione per i risultati dei propri investimenti, in risalita, si accompagna con un ritorno dell’interesse per il rendimento quando posto a confronto con la sostenibilità.
L’indagine è stata condotta online1 tra il 28 gennaio e il 4 febbraio 2025 su un campione di 1.007 adulti “bancarizzati”, ovvero titolari di un conto corrente bancario o libretto bancario/postale e con accesso ad Internet. Il campione rappresenta una popolazione di circa 35 milioni di persone, di cui il 50 per cento è anche investitore. Il 22 per cento dei bancarizzati e il 26 per cento degli investitori ritiene che la situazione dell’Italia sia migliorata rispetto a un anno fa: percentuali in leggero miglioramento per i bancarizzati e in lieve calo per gli investitori, rispetto all’autunno 2024, quando questi valori si attestavano rispettivamente al 21 per cento e al 27 per cento.
Le aspettative per il futuro del Paese restano stabili: il 22 per cento dei bancarizzati e il 25 per cento degli investitori prevede un miglioramento della situazione del Paese tra un anno, rispettivamente in aumento dal 20 per cento e in diminuzione dal 26 per cento dell’autunno 2024. Nelle aspettative sulla propria situazione personale si registra invece un peggioramento: oggi il 30 per cento dei bancarizzati e il 27 per cento di chi investe è convinto che la propria situazione personale sia destinata a peggiorare nel giro di un anno, contro il 28 per cento e il 22 per cento di sei mesi fa. Il quadro migliora quando si passa ad analizzare la soddisfazione sulla propria situazione finanziaria, che il 43 per cento dei bancarizzati e il 58 per cento degli investitori giudica “abbastanza” o “molto” solida.
L’inflazione resta una fonte di preoccupazione rilevante per il 47 per cento dei bancarizzati e il 38 per cento degli investitori, ma con un calo di 5 punti percentuali in entrambe le categorie rispetto all’autunno 2024. Analizzando il dato per fasce d’età, si nota come la preoccupazione maggiore per la crescita dei prezzi aumenti progressivamente all’avanzare dell’età fino ai 64 anni, per poi calare significativamente fra gli over 65. Al contempo, il numero medio di progetti resta stabile (+0,1), attestandosi a 2,7, mentre il numero di italiani che ne ha almeno uno cresce da 32 a 33 milioni. Per contribuire alla realizzazione di questi progetti, gli italiani adottano le medesime strategie evidenziate nello scorso semestre: in primis la riduzione delle spese superflue (56 per cento), l’accumulo di denaro per risparmiare/investire (52 per cento) e un efficientamento della gestione dei risparmi in funzione degli obiettivi (30 per cento).
La capacità di risparmio si conferma elevata e in crescita: il 57 per cento dei bancarizzati e il 74 per cento degli investitori riesce ad accantonare una parte del proprio reddito con costanza, mentre in autunno riusciva a farlo solo il 51 per cento dei primi e il 68 per cento dei secondi. Per quanto riguarda gli investimenti, aumenta l’interesse per i prodotti finanziari, nei quali investirebbero il 61 per cento dei bancarizzati e l’81 per cento degli investitori, percentuali in aumento rispettivamente di +6 per cento e +7 per cento rispetto alla rilevazione precedente.
Al secondo posto, sebbene in calo, resta la preferenza per gli immobili, prediletti dal 30 per cento dei bancarizzati e dal 27 per cento degli investitori. Degna di nota è la salita ai massimi della propensione a investire: il 30 per cento dei bancarizzati considera che sia un buon momento per investire nei mercati finanziari, in aumento di 7 punti percentuali rispetto a settembre 2024. Inoltre, il 48 per cento dei bancarizzati e il 61 per cento degli investitori si considerano “molto” o “abbastanza” soddisfatti dei propri prodotti d’investimento. Con riferimento ai Piani di Accumulo di Capitale (Pac), si osserva un crescente interesse e una maggiore adesione, sia tra i bancarizzati (22 per cento) che tra gli investitori (40 per cento), con percentuali in netto aumento rispetto a marzo 2022.
Prendere decisioni di consumo sostenibili e a basso impatto ambientale e sociale, resta “molto” o “abbastanza” importante per il 79 per cento dei bancarizzati e l’83 per cento degli investitori, nonostante il lieve calo rispetto alla rilevazione autunnale. Tuttavia, emerge un cambiamento nelle priorità di coloro a cui viene chiesto di scegliere fra sostenibilità e rendimento. Il 48 per cento dei bancarizzati e il 45 per cento degli investitori privilegiano ancora la prima, ma cresce il numero di coloro che danno maggior peso al secondo: oggi lo fa il 52 per cento dei bancarizzati e il 55 per cento di chi investe, in crescita rispettivamente del 9 per cento e del 5 per cento dall’autunno.