Oro a 3.400 dollari l’oncia

di Redazione ETI/Naveen Athrappully
22 Aprile 2025 15:24 Aggiornato: 22 Aprile 2025 15:24

Lunedì mattina, il prezzo dell’oro ha toccato il livello massimo di 3.424 dollari e 40 centesimi l’oncia, spinto dall’incertezza che preoccupa gli investitori e che fa aumentare la domanda di investimenti stabili.

Sebbene i dazi reciproci siano stati sospesi per 90 giorni, per consentire ai partner di rinegoziare, non è ancora chiaro se si raggiungeranno degli accordi entro il termine della scadenza, evitando così dei dazi reciproci più alti. Ad accrescere l’incertezza, venerdì il consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, ha dichiarato che l’amministrazione Trump sta seriamente valutando la possibilità di sostituire il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. Le sue parole sono arrivate un giorno dopo che Trump ha accusato Powell di «fare politica», rifiutandosi di abbassare i tassi d’interesse.

La destituzione del capo della Banca Centrale è considerato un segnale negativo dalla prospettiva degli investitori. Il dollaro è in calo da metà gennaio, ed è arrivato a toccare il minimo degli ultimi tre anni. Il dollaro più debole rende l’oro più accessibile agli acquirenti stranieri, facendone aumentare la domanda e spingendone i prezzi al rialzo.

Nel frattempo, i timori di una guerra commerciale internazionale hanno avuto l’effetto opposto sul petrolio, abbassandone i prezzi. Mentre i future sull’oro sono saliti di oltre l’8% dal 2 aprile, quando sono stati annunciati i dazi, i future sul Brent sono crollati di quasi il 12%. Lunedì, il Brent era quotato a 66,24 dollari al barile alle 9:45 (ora legale orientale degli Stati Uniti), in calo del 2,53% nella stessa giornata. La prospettiva di un aumento dell’offerta sul mercato sta esercitando ulteriori pressioni al ribasso.

LE PROSPETTIVE PER L’ORO

Durante il boom dell’oro, la banca d’investimento Ubs ha rivisto al rialzo il target di prezzo per il metallo, come annunciato in un post dell’11 aprile. «La corsa storica dell’oro è spinta da un mix esplosivo: tensioni geopolitiche in aumento, paure di inflazione e un mutamento delle aspettative sui tassi d’interesse, che hanno generato una domanda eccezionale da parte di Etf e speculatori», ha dichiarato la banca. «Oltre all’attrattiva che l’oro offre come bene “rifugio” e alle strategie degli speculatori, assistiamo a un cambiamento profondo: Pechino autorizza i fondi assicurativi a investire in oro, e le banche centrali accrescono costantemente la loro quota di riserve, rafforzando la domanda».

Ubs ha alzato la previsione del prezzo dell’oro a 3500 dollari l’oncia, sottolineando che, nel lungo periodo, destinare il 5% di un portafoglio bilanciato in dollari americani all’oro è una strategia ideale per diversificare. Tuttavia, ha messo in guardia: un ritorno a rapporti commerciali più distesi, una riduzione delle tensioni geopolitiche o un netto miglioramento degli indicatori economici e fiscali degli Stati Uniti potrebbero rallentare l’ascesa dei prezzi.

Yvonne Blaszczyk, amministratore delegato di Bmg Group, società specializzata in metalli preziosi, è ancora più fiduciosa, prevedendo che l’oro toccherà i 4.000 dollari l’oncia entro fine anno, come dichiarato in un post dell’8 aprile. «L’oro aumenterà di valore, i prezzi schizzeranno alle stelle e continueranno a crescere per vari motivi», ha affermato. «È unico metallo capace di resistere a crisi finanziarie, geopolitiche o ad altri disastri in generale. Osservo le banche centrali, che accumulano oro: un chiaro segnale della sua traiettoria».

La domanda di oro tra gli investitori è in forte aumento, secondo un recente studio del World Gold Council. A marzo, gli investimenti in fondi negoziati in borsa legati all’oro sono continuati, registrando «una domanda sostenuta in tutte le regioni». Gli afflussi internazionali di marzo hanno totalizzato 8 miliardi e 600 milioni di dollari, con il Nord America che ha contribuito per il 76%, pari a 6 miliardi e 500 milioni di dollari.

Il World Gold Council ha spiegato l’elevata domanda nordamericana con l’impennata del prezzo dell’oro, i rendimenti stabili, le incertezze sui dazi e l’abbassamento del valore del dollaro americano. Inoltre, «i cali dei mercati azionari, legati a timori sulla crescita e sulla liquidità» hanno alimentato la corsa a investimenti sicuri come l’oro, ha aggiunto l’organizzazione.

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