Si tiene oggi alle 15 l’incontro sui dazi tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e le rappresentanze imprenditoriali, a Palazzo Chigi.
Ieri la Meloni ha presieduto una riunione, sempre a palazzo Chigi, per un approfondimento sul tema e le possibili implicazioni per l’economia italiana. Al vertice hanno partecipato i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione Tommaso Foti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Nel corso dell’incontro, i ministri hanno illustrato al presidente del Consiglio le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese. Proposte che saranno al centro del confronto odierno. È stato inoltre ribadito che una «guerra commerciale» non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione europea né gli Stati Uniti.
È emersa la necessità di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi. Si è discusso, infine, degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo. Già lo scorso 3 aprile, il giorno successivo all’annuncio dei dazi da parte degli Stati Uniti, Meloni aveva annullato tutti i suoi impegni in agenda per concentrare la propria attività sulle azioni da intraprendere in merito. Anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha lanciato una proposta per il governo, come sottolineato in una recente intervista al Corriere della Sera: attingere ai fondi non utilizzati del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dei fondi di coesione per incentivare le imprese colpite dai dazi americani.