Un’agenzia federale ha recentemente approvato la costruzione di un porto in acque profonde al largo della costa del Texas, in grado di esportare fino a 2 milioni di barili al giorno di petrolio greggio verso i mercati internazionali. Venerdì, l’Amministrazione marittima del ministero ha autorizzato la costruzione del porto Texas Gulflink alla società Sentinel Midstream Llc. Sentinel «sarà proprietaria, costruttrice e operatrice del porto in acque profonde per l’esportazione di petrolio greggio di produzione nazionale», ha affermato il governo.
Il ministro dei Trasporti Sean Duffy ha dichiarato che l’approvazione di Marad apre la strada a «liberare tutta la potenza dell’energia americana».
«Con questa approvazione, stiamo aumentando i nostri ricavi energetici e sbloccando le nostre immense risorse petrolifere—non solo per la sicurezza nazionale, ma per dominare il mercato globale» ha affermato Duffy, «mentre la precedente amministrazione restava con le mani in mano, le nostre scorte di petrolio erano lì sotto i nostri piedi e le famiglie americane ne pagavano il prezzo alla pompa».
Il porto sarà situato a circa 27 miglia nautiche dalla costa della contea di Brazoria, in Texas, nel recentemente rinominato Golfo d’America. Una volta completato, Texas Gulflink sarà in grado di caricare completamente le grandi petroliere per esportare il greggio a livello internazionale. Il processo prevede il trasporto del petrolio greggio dal mercato di Houston attraverso un oleodotto terrestre fino a serbatoi di stoccaggio vicino a Jones Creek, in Texas. Successivamente, il petrolio sarà inviato tramite un oleodotto a boe galleggianti nel Golfo d’America, dove le petroliere e altre navi cisterna potranno ormeggiare e ricevere fino a 2 milioni di barili di greggio al giorno.
OPPOSIZIONE E APPROVAZIONE DELL’EPA
L’Ente per la Protezione Ambientale (Epa) ha approvato il progetto nell’ottobre 2024 dichiarando di «non opporsi al rilascio della licenza» perché in regola con le normative vigenti. Tuttavia, alcuni gruppi ambientalisti hanno presentato degli esposti sostenendo che il terminal per l’esportazione di petrolio di GulfLink rappresenterebbe «una minaccia immensa per le comunità costiere e gli ecosistemi». I possibili impatti negativi citati includono «sversamenti, rumore, inquinamento atmosferico, perdita di zone umide e altro ancora, il tutto in un’area che già subisce alcune delle peggiori concentrazioni di inquinamento industriale della nazione». Non solo: «GulfLink, da solo, sarebbe responsabile di ben oltre cento milioni di tonnellate all’anno di emissioni di gas serra a monte e a valle, contribuendo in modo significativo agli impatti sempre più gravi del cambiamento climatico».
Il Ministero dei Trasporti ha dichiarato che l’approvazione di Gulflink arriva in applicazione dell’ordine esecutivo firmato da Donald Trump il 20 gennaio per incrementare la produzione energetica degli Stati Uniti, che afferma che negli ultimi anni «normative onerose e ideologicamente motivate» hanno ostacolato lo sviluppo delle abbondanti risorse energetiche e naturali degli Stati Uniti».
«È quindi nell’interesse nazionale sbloccare l’energia e le risorse naturali affidabili e a basso costo degli Stati Uniti».
NASCE IL CONSIGLIO PER IL DOMINIO ENERGETICO
Il 14 febbraio, Trump ha firmato un ordine esecutivo per istituire ufficialmente il Consiglio nazionale per il dominio energetico. Sarà un organismo della Casa Bianca incaricato di coordinare e orientare la politica energetica degli Stati Uniti appunto per «raggiungere il dominio energetico».
«Negli ultimi quattro anni, si stima che il nostro Paese abbia prodotto oltre 2 miliardi di barili di petrolio in meno rispetto alle previsioni [se le politiche energetiche di Trump fossero rimaste in vigore, ndr] […] una quantità enorme di offerta persa che avrebbe potuto alleggerire il peso dei prezzi dell’energia per le famiglie americane», ha dichiarato la Casa Bianca. Secondo i dati ufficiali, nel 2023 gli Stati Uniti hanno importato 6,48 milioni di barili al giorno di petrolio greggio ed esportato 4,06 milioni di barili al giorno.
Redazione Eti/Naveen Athrappully