Secondo un’inchiesta del New York Times, il ministro della Difesa statunitense, Pete Hegseth, avrebbe condiviso dettagli di un attacco pianificato nello Yemen in una chat privata su Signal, in cui erano presenti anche la moglie Jennifer Hegseth, il fratello del ministro e il suo avvocato, entrambi collaboratori del Pentagono, come riferito dallo stesso quotidiano.
Il deputato democratico Josh Gottheimer, membro della Commissione Intelligence della Camera, ha chiesto le dimissioni di Pete Hegseth, definendo le sue azioni «sconsiderate» e potenzialmente pericolose per i militari americani.
Hegseth respinge le accuse. Parlando dalla Casa Bianca, ha liquidato le rivelazioni come «articoli denigratori» orchestrati da ex dipendenti scontenti, definendo certi giornali come strumenti di una campagna diffamatoria: «Che sorpresa! Licenziano qualche talpa e all’improvviso arrivano una raffica di articoli diffamatori dagli stessi media che per anni hanno alimentato la bufala della collusione con la Russia. Il loro metodo è sempre questo: raccolgono soffiate anonime da ex dipendenti scontenti, e cercano di distruggere la reputazione delle persone. Ma con me non funzionerà. Noi stiamo riformando il ministero della Difesa, rimettendo il Pentagono nelle mani di chi combatte», ha dichiarato Hegseth.
«In nessuna chat su Signal è mai stata condivisa alcuna informazione segreta», ha dichiarato sui social Sean Parnell, il portavoce del ministero della Difesa, che ha inoltre accusato il New York Times di «accogliere con entusiasmo le lamentele di ex dipendenti rancorosi come unica fonte per il loro articolo», sottolineando che il quotidiano «si è basato esclusivamente sulle dichiarazioni di persone licenziate in settimana, le quali sembrano avere l’interesse di sabotare il ministro e il programma politico del Presidente».
Anche la portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly, ha commentato la vicenda in una nota inviata a diverse testate: «Non importa quante volte i media tradizionali tentino di resuscitare la stessa falsa storia: resta il fatto che nessuna informazione riservata è mai stata diffusa. Le talpe licenziate continuano a distorcere la realtà per placare il proprio orgoglio ferito e ostacolare il programma del Presidente, ma l’amministrazione le chiamerà a rispondere delle proprie azioni».
Intervistata da Fox News, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha ribadito il sostegno di Trump nei confronti di Hegseth: «Il Presidente sostiene pienamente il ministro Hegseth, che sta svolgendo un lavoro straordinario alla guida del Pentagono».
A complicare il quadro tre funzionari del ministero della Difesa allontanati per sospette fughe di notizie, hanno fatto sapere di non far più parte del Pentagono. Si tratta di Dan Caldwell, ex collaboratore di Hegseth, Darin Selnick, suo ex vice capo di gabinetto, e Colin Carroll, capo di Gabinetto del vice ministro della Difesa Stephen Feinberg. In una dichiarazione congiunta, i tre hanno denunciato di essere stati diffamati da «funzionari anonimi del Pentagono» con «accuse prive di fondamento», pur ribadendo il proprio sostegno al programma presidenziale.