Un atteggiamento positivo migliora il recupero dagli attacchi di cuore

Di Rachel Ann T. Melegrito

È ben noto che i pazienti che hanno subito un attacco di cuore affrontano complicazioni sia mentali che fisiche, e il loro stato psicologico influisce significativamente sul decorso e sulla prognosi della malattia.

Sebbene il legame negativo tra salute psicologica e cardiovascolare sia ben documentato, potrebbe esserci anche una connessione positiva? La salute psicologica può migliorare la salute del cuore? Questo è ciò che i ricercatori hanno voluto scoprire in un nuovo studio sugli animali pubblicato il 12 luglio.

I ricercatori hanno scoperto che l’attivazione delle aree del cervello responsabili della motivazione e degli atteggiamenti positivi migliora il recupero dagli attacchi di cuore. «Lo studio offre una comprensione meccanicistica di un fenomeno emergente dagli studi epidemiologici», ha scritto Asya Rolls, psiconeuroimmunologa e professoressa associata al Technion Israel Institute of Technology, in un’e-mail a Epoch Times. Lo studio, pubblicato nel numero di luglio di Nature Cardiovascular Research, ha esplorato i meccanismi che collegano il sistema di ricompensa del cervello con la salute cardiovascolare. I ricercatori erano particolarmente interessati alla struttura cerebrale chiamata area tegmentale ventrale (Vta), responsabile dell’elaborazione delle ricompense.

La Vta collega oggetti ed eventi a risultati positivi, incoraggiando comportamenti che cercano queste ricompense. Questo processo si basa sul rilascio di neurotrasmettitori, in particolare dopamina. Studi precedenti hanno dimostrato che il sistema di ricompensa influenza anche la risposta immunitaria, essenziale per la riparazione dei tessuti e la guarigione dopo un attacco di cuore.

La motivazione promuove la guarigione e il recupero

Per esplorare come la stimolazione del sistema di ricompensa del cervello influisca sul recupero cardiaco, i ricercatori hanno attivato i neuroni dopaminergici nella Vta di alcuni topi, ma non in altri, dopo aver indotto un attacco di cuore simulato.

Il primo giorno dopo l’attacco di cuore, entrambi i gruppi hanno mostrato danni cardiaci comparabili. Tuttavia, al giorno 14, i topi con Vta attivata hanno mostrato miglioramenti significativi nelle loro performance cardiache rispetto ai topi di controllo, dimostrando gli effetti positivi dell’attivazione della Vta sulla funzione e il recupero cardiaco. «Abbiamo osservato che la stimolazione della Vta porta a miglioramenti nei processi di rimodellamento e nella performance cardiaca», hanno scritto i ricercatori nello studio. In particolare, i cuori dei topi con Vta attivata hanno mostrato una riduzione della formazione di tessuto cicatriziale, un aumento della formazione di nuovi vasi sanguigni e un miglioramento della funzione cardiaca rispetto ai topi di controllo.

Hanno anche scoperto che questi effetti benefici sono mediati da cambiamenti nella funzione epatica, in particolare attraverso un aumento della produzione e secrezione di una proteina prodotta dal fegato chiamata complemento frazione c3.

Sebbene i ricercatori non abbiano osservato migliori risultati di sopravvivenza nei topi con stimolazione della Vta rispetto al gruppo di controllo entro 15 giorni, prevedono che i topi con Vta stimolata sopravvissuti mostreranno una migliore sopravvivenza a lungo termine con osservazioni prolungate, data la loro migliorata performance cardiaca.

Il ruolo delle ricompense nel recupero cardiaco

Lo studio sugli animali ha rivelato come sfruttare il sistema di ricompensa del corpo possa influenzare positivamente i processi fisiologici cruciali per la guarigione: «I nostri risultati hanno suggerito un potenziale approccio terapeutico che potrebbe migliorare i risultati dell’Ima [infarto miocardico acuto, ndr]», hanno scritto i ricercatori, aggiungendo che le loro scoperte promettono di migliorare l’assistenza al paziente, il recupero e le strategie di trattamento una volta applicate clinicamente.

Quando è stato chiesto della possibilità di replicare lo studio sugli esseri umani, la signora Rolls ha risposto: «Le manipolazioni del sistema di ricompensa negli esseri umani richiederanno tempo». Lo studio inoltre suggerisce sia opportuno trovare modi non invasivi per attivare il sistema di ricompensa del cervello per la risposta immunitaria e la guarigione dei tessuti. «Un modo sarà l’utilizzo di stimolazioni cerebrali non invasive, un campo emergente che richiederà ancora tempo per essere tradotto», ha detto la signora Rolls. Altre possibili interventi includono la stimolazione magnetica transcranica, gli ultrasuoni focalizzati e il neurofeedback guidato dalla risonanza magnetica funzionale (fMri).

Nel frattempo, alcune semplici attività che possono aumentare i livelli di dopamina e attivare il sistema di ricompensa del cervello includono fare più esercizio, dormire a sufficienza, passare del tempo al sole e impegnarsi in comportamenti prosociali come prendersi cura degli altri.

Altri studi hanno esplorato il ruolo della motivazione nel recupero dei pazienti cardiaci.

Ad esempio, uno studio ha scoperto che livelli più elevati di motivazione erano collegati a migliori performance di esercizio e risultati, il che suggerisce che aumentare la motivazione potrebbe migliorare i benefici della riabilitazione cardiaca. Allo stesso modo, una revisione sistematica del 2022 ha rilevato che il colloquio motivazionale, un intervento di consulenza che aumenta la motivazione verso gli obiettivi di salute, ha un impatto positivo sui risultati dei programmi di riabilitazione cardiaca.

Potenziali applicazioni e direzioni future

Il nuovo studio apre possibilità per utilizzare il sistema di ricompensa del cervello per influenzare gli esiti clinici delle malattie oltre agli attacchi di cuore, modulando il sistema immunitario. Ad esempio, gli stessi ricercatori hanno trovato nei loro studi precedenti che l’attivazione della Vta nei topi aumentava la loro immunità contro le infezioni batteriche e riduceva la dimensione dei tumori nei topi con tumori.

Lo studio evidenzia anche il ruolo attivo dell’individuo nella propria salute. Sebbene siano disponibili farmaci e trattamenti medici, lo studio rivela il ruolo significativo della motivazione nella guarigione fisica e nel recupero. Questa scoperta può aprire la strada all’esplorazione di altri mezzi per promuovere la salute, come cercare supporto e esplorare trattamenti non farmacologici come la consulenza, i programmi comportamentali e le terapie cognitive.

Quando è stato chiesto delle future direzioni di ricerca, la signora Rolls ha risposto a Epoch Times: «Ora stiamo cercando di capire come il cervello decodifica lo stato fisiologico e lo stato del sistema immunitario e come può usare queste informazioni per controllare l’immunità, un concetto che chiamiamo immunoception».

Questo può portare a una migliore comprensione di come il cervello influenzi la funzione immunitaria, con potenziali nuovi trattamenti per le condizioni legate al sistema immunitario e miglioramenti della gestione complessiva della salute.

 

Versione in inglese: Motivation Improves Recovery From Heart Attacks: Study

NEWSLETTER
*Epoch Times Italia*
 
Articoli correlati