Un albo nazionale delle imprese familiari italiane? Nuovo ddl proposto dal governo

Con più di cinquant’anni di storia, le attività storiche del Belpaese potrebbero rientrare in un’apposita categoria protetta, prevista dall’apposito disegno di legge approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 20 giugno 2024 in attuazione della legge per la concorrenza.

Quest’idea, pensata dai vari ministeri, legislatori e associazioni di categoria, pone l’accento su una problematica di interesse bipartisan e affrontata da tempo, ovvero la graduale scomparsa di attività emblema del territorio che le caratterizza.

Il disegno di legge

Ai sensi del disegno di legge proposto dal ministro Paolo Zangrillo le attività commerciali che svolgono da almeno 70 anni i loro affari nello stesso locale, potranno essere riconosciute come attività storiche di eccellenza.

Queste, in aggiunta, devono essere state gestite ininterrottamente da almeno tre generazioni della famiglia stessa, oppure da una persona dipendente che abbia fatto subentro o operato per almeno dieci anni.

Analisi aggiuntive sulla proposta

Le attività interessate potranno, anche, attivarsi a richiedere presso i propri enti locali di essere classificate come beni culturali, come espressione di identità culturale collettiva.

Successivamente, un decreto interministeriale stabilirebbe i modi in cui l’Albo nazionale opererà; come i flussi di comunicazione tra i vari livelli del governo e la presentazione dei contenuti nei siti istituzionali.

Sarebbero inoltre previste misure volte ad iniziare campagne informative, adottate dal Ministero del Turismo.

Misure a tutela, altre considerazioni

Secondo il disegno di legge, gli enti locali avranno la possibilità di creare albi delle botteghe storiche, anche a richiesta dei rispettivi titolari, con all’interno le attività legate alle tradizioni locali di interesse culturale, identitario, storico, artistico, così come merceologico.

Vi saranno anche aiuti sotto forma di riduzioni degli affitti di locazione oppure altri oneri legati agli immobili di proprietà, da parte dei comuni, grazie ai contributi regionali, secondo Agi.

Questa necessità di tutelare e valorizzare le eccellenze e il carattere storico di specifiche attività commerciali, si origina anche dalla collaborazione tra i vari Ministeri: delle Imprese, del Made in Italy, del Turismo, della Cultura, dell’Interno, delle Finanze e dell’Economia, così come dal coinvolgimento delle associazioni di categoria.

I commenti

«Noi crediamo nella forza delle nostre tradizioni» – dichiara il senatore Maurizio Gasparri, aggiungendo che questo il rafforzamento delle tradizioni avverrà anche grazie a «misure di promozione internazionale di queste realtà, con la creazione di circuiti turistici dedicati al commercio e all’artigianato di eccellenza, e l’utilizzo di app dedicate, per attrarre e fidelizzare la clientela internazionale».

Si tratta, secondo Gasparri, di «un’azione strategica molto importante per il turismo italiano: tutelare, valorizzare e promuovere le botteghe storiche mantiene viva la tradizione italiana di quel ‘Made in Italy’ che ci rende fieri nel mondo e che rappresenta un valore aggiunto per la nostra offerta turistica, contribuendo a renderla unica nel suo genere». 

«Un intervento atteso da molti, che offre alle regioni e agli enti locali gli strumenti idonei a tutelare il carattere storico delle eccellenze presenti nei nostri centri urbani, con l’obiettivo di tramandare alle future generazioni un patrimonio non solo economico, ma soprattutto sociale e culturale, unico in tutto il mondo», afferma il ministro Paolo Zangrillo, che aggiunge: «L’avvio dell’iter di adozione del decreto legislativo rappresenta un passaggio significativo nel più ampio contesto della semplificazione degli adempimenti e delle attività di controllo sulle attività economiche».

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