Trieste, polizia reprime il dissenso dei portuali tra manganelli e scudi, idranti e lacrimogeni

Guardia di finanza, polizia e carabinieri hanno sgomberato con la forza, gli idranti e i gas lacrimogeni il presidio e l’occupazione dei lavoratori portuali triestini contro il Green Pass. La protesta andava avanti dal 15 ottobre, giorno dal quale è obbligatorio il Green Pass anche per lavorare, e lunedì erano presenti al presidio ancora migliaia di lavoratori manifestanti.

In mattinata il Comitato di coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste (Clpt), organizzatore dello sciopero, ha diffuso un comunicato stampa per condannare «il pesante intervento delle forze dell’ordine con idranti, manganelli e lacrimogeni», come anche per ringraziare «i portuali per la loro generosità ed il loro grande senso di responsabilità» per essersi interposti «tra le forze dell’ordine e la folla al fine di tutelare l’incolumità di tutti ed evitare il degenerare della situazione».

Le forze dell’ordine hanno avanzato gradualmente fino a far indietreggiare i manifestanti e scioperanti del porto, che all’inizio si erano seduti a terra e si tenevano per mano, avendo annunciato un’opposizione pacifica. Ma non sono mancate tensioni. Infatti, per spostare la massa di persone dal punto di partenza, la polizia ha dovuto spingere la folla e ha dovuto usare inizialmente le maniere forti con piccole cariche e manganellate, mentre al contempo i camion hanno azionato gli idranti. I triestini hanno indietreggiato dimostrando però perseveranza e rendendo così lo sgombero molto complicato.

Successivamente, oltre agli idranti, la polizia è ricorsa all’utilizzo dei gas lacrimogeni che hanno fatto sciogliere del tutto la folla; diversi manifestanti hanno però continuato a protestare per le strade di Trieste.

Non risultano esserci state reazioni violente da parte dei manifestanti se non inevitabili tensioni tra le parti quando la polizia li ha forzati fisicamente a spostarsi dal luogo della protesta.

Nel suo comunicato, il Clpt ha preso atto della fine del presidio al porto ma ha altresì sottolineato di «non aver alcuna intenzione di recedere dalla battaglia contro l’infame decreto che impone ai lavoratori di pagare per poter lavorare».

In seguito allo sgombero, migliaia di manifestanti sono confluiti in Piazza Unità d’Italia, la principale piazza triestina, per continuare a manifestare pacificamente e in sit-in il loro dissenso nei confronti del Green Pass. Ma non è ancora chiaro cosa intendono fare nei prossimi giorni i portuali che hanno aderito alla protesta.

 
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