Cina, telefonia mobile perde 21 milioni di utenti. Dove sono finiti?

Di Nicole Hao

Negli ultimi tre mesi in Cina sono state cancellate oltre 21 milioni di utenze di telefonia mobile, mentre 840 mila linee fisse sono state disattivate; questo è quanto affermato il 19 marzo dalle autorità di Pechino. È probabile che i decessi causati dal virus del Pcc, il nuovo coronavirus, abbiano contribuito ad accrescere questo numero.

Attualmente i telefoni cellulari sono una componente indispensabile della vita quotidiana in Cina.

«Il livello di digitalizzazione è molto alto in Cina. La gente non può sopravvivere senza un telefono cellulare – spiega Tang Jingyuan, un esperto di Cina con sede negli Stati Uniti – Trattare con il governo per le pensioni e la previdenza sociale, comprare i biglietti del treno, fare shopping… qualsiasi cosa le persona vogliano fare, sono costrette a usare i cellulari».

«Il regime cinese richiede che tutti i cinesi utilizzino i loro cellulari per generare un codice sanitario. Solo con un codice sanitario ‘verde’ i cinesi possono muoversi in Cina. È impossibile per una persona rinunciare al proprio cellulare».

Il governo cinese ha introdotto il primo dicembre 2019 l’obbligo di effettuare la scansione facciale per confermare l’identità della persona che ha registrato il telefono. E già il primo settembre 2010 il governo cinese aveva richiesto a tutti gli utenti di registrare il proprio telefono con la propria carta d’identità, così che lo Stato potesse controllare più agevolmente le conversazioni delle persone, attraverso il suo esteso sistema di monitoraggio.

Inoltre, i cinesi devono collegare i propri conti bancari e il conto della previdenza sociale con il loro cellulare, perché tutte le App di questi servizi possono rilevare la carta Sim del telefono e, tramite il database dello Stato, assicurarsi che il numero appartenga effettivamente alla persona in questione.

Pechino ha introdotto per la prima volta un sistema di codici sanitari basati sui telefoni cellulari il 10 marzo. Tutte le persone in Cina devono installare un’applicazione per cellulari dove registrare le proprie informazioni sanitarie personali. Poi l’app genererà un codice Qr, che può essere di tre colori a seconda del livello di salute delle persone. Rosso significa che la persona ha una malattia infettiva. Giallo significa che la persona potrebbe avere una malattia infettiva. Verde significa che la persona non ha una malattia infettiva.

Pechino sostiene che il codice sanitario servirà a contenere la diffusione del virus del Pcc, comunemente noto come nuovo coronavirus.

Cancellate 21 milioni di utenze di telefonia mobile

Il 19 marzo, il Ministero dell’Industria e della Tecnologia Informatica della Cina (Miit) ha comunicato il numero degli utenti telefonici in ogni provincia nel mese di febbraio. Rispetto al precedente comunicato, rilasciato il 18 dicembre 2019 e relativo al mese di novembre, sia gli utenti di telefonia mobile che quelli di rete fissa sono calati drasticamente. Mentre l’anno scorso, nello stesso periodo, il numero di account era aumentato.

Il numero delle utenze di telefonia mobile è diminuito da 1.600.957.000 a 1.579.927.000, ovvero una diminuzione di 21 milioni e 30 mila utenze. Mentre le utenze di rete fissa sono scese da 190 milioni e 830 mila fino a 189 milioni e 990 mila, ovvero 840 mila in meno.

Nel febbraio 2019 il numero era aumentato. Secondo i comunicati del Miit del 26 marzo 2019 e del 20 dicembre 2018, gli utenti di telefonia mobile sono aumentati nel febbraio 2019 da 1.559.100.000 a 1.583.030.000, ovvero 24 milioni e 370 mila in più. Gli utenti di rete fissa sono passati da 183.477.000 a 190.118.000, ovvero 6 milioni e 641 mila utenze in più.

Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica della Cina, la popolazione del Paese alla fine del 2019 era aumentata di 4 milioni e 670 mila persone rispetto al 2018, raggiungendo quota 1 miliardo 400 milioni e 50 mila .

Il calo del 2020 delle utenze di rete fissa potrebbe essere dovuto alla quarantena nazionale di febbraio, durante la quale le piccole imprese sono state chiuse. Ma la diminuzione delle utenze di telefonia mobile non può essere spiegata in questo modo.

Secondo i dati operativi di tutti e tre i gestori di telefonia mobile cinesi, le utenze mobile sono aumentate nel dicembre 2019, ma hanno subito un forte calo nel 2020.

Tra queste tre, China Mobile è l’operatore più grande, e detiene circa il 60 percento di tutto il mercato cinese per quanto riguarda i telefoni cellulari. Ha dichiarato di aver perso 7 milioni e 254 mila utenze di telefonia mobile a febbraio, e 862 mila a gennaio. Al contrario, nel dicembre 2019 aveva guadagnato 3 milioni e 732 mila utenze.

La performance di China Mobile all’inizio del 2019 è stata positiva. Ha registrato un aumento di 2 milioni e 411 mila utenze nel mese di gennaio 2019, e di 1 milione e 90 mila nel febbraio dello stesso anno.

China Telecom è il secondo gestore più importante e detiene circa il 21 percento del mercato. Nel mese di febbraio 2020 ha perso circa 5 milioni e 600 mila utenti, oltre ai 430 mila persi a gennaio.

Al contrario, nel dicembre del 2019 aveva guadagnato 1 milioni e 180 mila utenze, 2 milioni e 960 mila a febbraio, e addirittura 4 milioni e 260 mila a gennaio.

China Unicom, che non ha ancora pubblicato i dati di febbraio, ha vissuto la stessa esperienza degli altri due operatori telefonici a gennaio del 2020, così come all’inizio del 2019. La società ha perso 1 milione e 186 mila utenze nel gennaio 2020, mentre ne aveva guadagnate 1 milione e 962 mila nel febbraio 2019, e 2 milioni 763 mila nel gennaio 2019.

La Cina consente ad ogni adulto di richiedere al massimo cinque numeri di telefono cellulare. Dal 10 febbraio, la maggior parte degli studenti cinesi ha frequentato le lezioni online servendosi della propria utenza telefonica, per via della chiusura delle scuole in tutto il Paese. I conti di questi studenti sono a nome dei loro genitori, il che significa che alcune persone hanno dovuto aprire una nuova utenza telefonica a febbraio.

Analisi dei numeri

La grande domanda è quale sia il legame tra il drastico calo delle utenze telefoniche e l’epidemia causata dal virus del Pcc.

A riguardo Tang ha dichiarato: «È possibile che alcuni lavoratori migranti avessero prima due numeri di cellulare. Uno della loro città natale e l’altro della città in cui lavorano. A febbraio, potrebbero aver cancellato il numero della città in cui lavorano visto che non potevano più andarci». In gran parte dei casi, i lavoratori emigrati sono tornati nella loro città natale per il Capodanno cinese a fine gennaio, ma poi le restrizioni sugli spostamenti avrebbero impedito loro di tornare nella città in cui lavoravano.

Tuttavia, poiché in Cina esiste un canone mensile di base per avere un’utenza di telefonia mobile, è probabile che la maggior parte dei lavoratori migranti – uno dei gruppi con il reddito più basso – avesse una sola utenza di telefonia mobile.

L’Ufficio Nazionale Cinese di Statistica ha annunciato il 29 aprile 2019 che la Cina ha 288 milioni e 360 mila lavoratori migranti.

Il 17 marzo, Meng Wei, portavoce della Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e la riforma, ha dichiarato alla conferenza stampa mensile di Pechino che, ad eccezione dello Hubei, tutte le province hanno riferito che oltre il 90 percento delle loro attività ha ripreso a operare. Nello Zhejiang, Shanghai, Jiangsu, Shandong, Guangxi e Chongqing, quasi tutte le imprese hanno ripreso la produzione.

Se sia il numero di lavoratori migranti che il livello di occupazione sono precisi, oltre il 90 percento dei lavoratori migranti è tornato al lavoro.

Le problematiche economiche causate dall’epidemia in Cina potrebbe aver spinto alcune persone che hanno più di un’utenza a cancellarla. Con la diminuzione o il blocco degli affari, potrebbero non aver voluto sostenere la spesa extra.

«Al momento non conosciamo i dettagli dei dati. Se solo il 10 percento dei conti dei cellulari fosse stato chiuso perché gli utenti sono morti a causa del virus del Pcc, il numero di morti sarebbe di due milioni», ha concluso Tang.

Il bilancio dei morti in Cina non corrisponde alla realtà documentata, seppur parzialmente, dai residenti in Cina.

Un confronto con l’Italia suggerisce che il numero di morti è significativamente inferiore a quello riportato. L’Italia ha adottato misure simili a quelle utilizzate in Cina dal regime cinese. In Italia le morti causate dal virus del Pcc ammontano già a 5476, con un tasso di mortalità di oltre il 9 percento.
In Cina, con una popolazione molto più grande esposta al virus (1,4 miliardi di persone vs soli 60 milioni dell’Italia), il numero ufficiale dei morti è pari a 3.265, il che si traduce in un tasso di mortalità del 4 per cento, meno della metà di quello riportato in Italia.

Le informazioni provenienti dal focolaio del virus del Pcc, la provincia dello Hubei, sembrano contraddire il numero dei morti riportato dalle autorità. Secondo le testimonianze, tutte e sette le società di pompe funebri di Wuhan hanno bruciato cadaveri 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, verso la fine di gennaio. A partire dal 16 febbraio, nella provincia dello Hubei sono stati anche utilizzati 40 crematori mobili, ciascuno in grado di bruciare 5 tonnellate di rifiuti medici e corpi al giorno.

In mancanza di dati, il numero reale dei morti causati dal virus del Pcc in Cina rimane un mistero. La cancellazione delle 21 milioni di utenze telefoniche suggerisce un motivo per pensare che il numero reale potrebbe essere molto più alto di quanto dichiarato dalle autorità.

 

Articolo in inglese: The Closing of 21 Million Cell Phone Accounts in China May Suggest a High CCP Virus Death Toll

 
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