La sorte del governo di Xi Jinping simile a quella di Mao? 

Di Alexander Liao e Olivia Li

La Cina sotto Xi Jinping ha svoltato ulteriormente a sinistra. La direzione presa dalla società cinese negli ultimi dieci anni è infatti simile al viaggio del Paese prima e durante la Rivoluzione Culturale, un movimento sociopolitico violento che ha travolto il Paese tra il 1966 e il 1976.

Xi aspirava a diventare un altro Mao Zedong o addirittura a superare Mao, il leader comunista fondatore della Cina e mente della Rivoluzione Culturale.

Finora, Xi ha rispecchiato due pietre miliari significative della storia del potere di Mao: consolidare il potere del Partito Comunista Cinese (Pcc) in una sola persona e rimuovere i leader senior del Partito che avevano opinioni diverse.

L’altra pietra miliare è il «momento Lin Biao».

L’incidente di Lin Biao è stato un momento decisivo per Mao. Secondo la versione ufficiale del Pcc, Lin, il successore ufficiale di Mao, morì in un incidente aereo nel settembre 1971 mentre si recava in Unione Sovietica. Il Partito non rivelò la morte di Lin se non quasi due anni dopo.

Mao aveva iniziato a raccogliere dei seguaci ciecamente fedeli dopo il 1949, quando il Pcc conquistò la Cina. E il suo culto della personalità raggiunse l’apice durante la Rivoluzione Culturale.

Tuttavia, il rapido cambiamento nella narrazione del Partito in seguito alla notizia della morte di Lin – definito prima un eroe rivoluzionario e poi improvvisamente un traditore – non ha aiutato a preservare l’autorità di Mao. Al contrario, i cinesi iniziarono a mettere in discussione la Rivoluzione Culturale e, in definitiva, il carattere di Mao. Mao cominciò a scendere dal piedistallo agli occhi della gente.

Xi ha preso il potere in Cina nel 2013. Dopo essersi assicurato il suo terzo mandato nel 2022 modificando la Costituzione cinese per estendere il limite del mandato stesso, ha consolidato il potere e abbandonato la tradizione di leadership collettiva dei ranghi più alti del Pcc, rendendo il suo status di leader massimo simile a quello di Mao. Potremmo chiamare questo il «momento Mao Zedong» di Xi.

Poi si è verificato il «momento Liu Shaoqi» di Xi.

Liu fu eliminato da Mao due anni dopo l’inizio della Rivoluzione Culturale. Era l’allora vicepresidente del Pcc e «presidente» della Cina e un tempo era considerato un potenziale successore di Mao. In quanto riformatore economico, Liu non era d’accordo con i movimenti politici che portarono al decennio di sconvolgimenti sociopolitici. Di conseguenza, nel 1968, Liu fu spogliato dei suoi titoli e denunciato pubblicamente.

Allo stesso modo, alla cerimonia di chiusura della legislatura del 20° Congresso nazionale cinese nel 2022, quando Xi si è assicurato il suo terzo mandato, il predecessore di Xi, Hu Jintao, è stato  pubblicamente rimosso da una riunione. Hu sedeva alla sinistra di Xi ed era riluttante ad andarsene. Tuttavia, Xi ha mostrato un volto impassibile mentre i membri dello staff sollevavano Hu e lo scortavano fuori.

Tali eventi del Pcc sono solitamente altamente coreografati. Una pubblica umiliazione di Hu non sarebbe avvenuta senza il permesso di Xi. Tutti gli attuali dirigenti senior del Partito hanno ignorato l’accaduto. Mentre usciva, Hu ha messo una mano sulla spalla del suo protetto Li Keqiang, che è morto di infarto improvviso un anno dopo. Li si era ritirato nel 2022 da membro del Comitato permanente del Politburo del Pcc.

Quando si verificherà il «momento Lin Biao», la base del potere di Xi potrebbe venire scossa radicalmente, proprio come la morte di Lin, che ha inferto un duro colpo all’autorità di Mao.

Dopo che il Pcc prese il potere in Cina, Mao instaurò una dittatura assoluta, godendo dell’incrollabile rispetto del Partito, compresi gli alti funzionari. La morte di Lin, tuttavia, cambiò significativamente questa dinamica.

Mao scelse personalmente Lin come suo successore. Poiché l’immagine di Mao era sempre gloriosa, saggia e corretta, il pubblico credeva fermamente che Lin fosse un generale fantastico e leale.

La caduta di Lin minò gravemente l’autorità di Mao, portando molti membri veterani del Partito a mettere in discussione il giudizio e le decisioni di quest’ultimo.

L’etichettatura di Lin come traditore disilluse rapidamente il popolo cinese. Si resero conto che anche Mao, che un tempo consideravano saggio come una divinità, poteva commettere errori. Questo cambiamento di percezione portò a un più ampio scetticismo nei confronti di tutte le narrazioni del Partito.

Inoltre, molti giovani che avevano sopportato le difficoltà della Rivoluzione Culturale iniziarono a riflettere su ciò che era andato storto e a dubitare della Rivoluzione Culturale e dello stesso Mao.

Pertanto, molti credono che l’incidente di Lin Biao sia servito da precursore alla fine della Rivoluzione Culturale e abbia segnato un significativo cambiamento ideologico per il popolo cinese, compreso per coloro che avevano combattuto al fianco di Mao e per la generazione più giovane che aveva seguito con determinazione Mao nel compiere atti violenti «rivoluzionari».

Molti storici del Pcc ritengono che il tragico destino dei due successori di Mao, Liu e Lin, possa essere ricondotto all’ansia di Mao quando vide la denuncia a Joseph Stalin da parte di Nikita Krusciov.

Krusciov sembrava avere un grande rispetto per Stalin, e Stalin si fidava profondamente di lui, spesso affidandogli importanti responsabilità durante le crisi.

Mao non poteva fare a meno di preoccuparsi dell’emergere di un «Krusciov» in Cina, un successore di cui si fidava ma che lo avrebbe tradito e avrebbe rivelato i suoi misfatti dopo la sua morte.

Questa paura profondamente radicata spiega anche perché Mao prese di mira spietatamente numerosi quadri di alto rango durante la Rivoluzione Culturale.

Di conseguenza, anche in tarda età, non era disposto a rinunciare del tutto al potere per paura che i suoi rivali politici si vendicassero.

Oggi Xi si trova in una situazione straordinariamente simile, affrontando le ricadute delle fallite misure anti-Covid-19, un’economia vacillante e una crisi immobiliare. I suoi radicali sforzi contro la corruzione – che spesso si dice siano stati impiegati per rimuovere i suoi nemici politici – e il palese disprezzo per gli anziani del Partito come Hu Jintao lo hanno lasciato sempre più isolato.

Alcune fonti hanno riferito che gli anziani del Pcc vogliono che Xi designi un successore, una questione che è stata continuamente rinviata da quando Xi si è assicurato il suo terzo mandato.

Xi vuole un successore proveniente dalla sua cerchia ristretta: forse c’è un dibattito tra il premier Li Qiang e il vice premier Ding Xuexiang. Tuttavia, all’interno del Pcc più ampio, inclusa la fazione di Hu Jintao e gli anziani influenti, c’è una forte preferenza per Hu Chunhua, il confidente di Hu Jintao.

Xi condivide certamente la paura di Mao di essere rovesciato da un subalterno. L’anno scorso, Xi ha licenziato il ministro della Difesa Li Shangfu, l’ex ministro degli Esteri Qin Gang e almeno quattro generali della Forza missilistica, nonostante sia stato Xi stesso ad elevarli a tali posizioni.

Il «momento Lin Biao» di Xi potrebbe non svolgersi esattamente come quello di Mao. Tuttavia, un incidente inaspettato associato a un successore potrebbe indebolire significativamente il suo potere.

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times

Alexander Liao è un giornalista che si occupa di affari internazionali, concentrandosi su Stati Uniti, Cina e Sud-Est asiatico. Il suo lavoro è stato pubblicato su giornali e riviste finanziarie negli Stati Uniti e a Hong Kong.

Versione in inglese: China’s Xi Jinping May Soon Face a Pivotal Moment That Could Undermine His Rule

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