La sigaretta elettronica invade le scuole

Di Alessandro Starnoni

Gli studenti in classe fremono impazienti e, appena gli insegnanti voltano le spalle, con calma allungano la mano su un elegante e piccolo aggeggio che possono nascondere facilmente tra le proprie mani. Assomiglia a una chiavetta Usb, ma invece di file immagazzina nicotina.

I ragazzi aspirano dal dispositivo come farebbero con una normale sigaretta. Poi, «espirano nei loro zaini o nel proprio maglione, quando l’insegnante non guarda» racconta Elijah Luna, un sedicenne che frequenta il secondo anno in una scuola superiore della California. Essendo così piccola, la nuvola di vapore si dissolve talmente rapidamente che gli insegnanti di solito nemmeno se ne accorgono, ha spiegato Luna, aggiungendo però che lui non l’ha mai ‘assaggiato’.

L’aggeggio in questione si chiama Juul: un tipo di sigaretta elettronica che sta spopolando tra i giovani americani, soprattutto nei quartieri più ricchi; ma che sta diventando anche un incubo per gli amministratori scolastici e i sostenitori della salute pubblica.

Secondo quanto riporta Milagros Vascones-Gatski – consigliere sull’abuso di sostanze alla Yorktown High School di Arlington, in Virginia – ogni settimana nel campus tre/quattro studenti vengono sorpresi a fumare e-sigarette e alcuni di questi vengono sospesi. In quasi 17 anni di lavoro con gli adolescenti, è la prima volta che la funzionaria scolastica vede un prodotto del tabacco acquistare una tale popolarità tanto rapidamente: «Penso che questo diventerà il problema per la salute del decennio». E come altri educatori ed esperti sanitari, è preoccupata, perché crede che il ‘juuling‘ sia più di una ‘ribellione’ giovanile: a causa delle elevate quantità di nicotina che contiene, il timore è che possa indurre una forte dipendenza in questa fascia vulnerabile di popolazione.

Per combattere la diffusione delle e-sigarette, alcune scuole hanno addirittura bandito le chiavette Usb, per evitare di confonderle con i Juul. All’inizio dell’anno scolastico, la scuola di Elijah Luna ha persino rimosso le porte d’ingresso principali dai bagni degli studenti per dissuaderli dallo svaporararci dentro. Nonostante questi sforzi, però, i ragazzi statunitensi continuano a fumare in classe, nei corridoi, nei servizi igienici e negli eventi scolastici sportivi.

Siccome si parla di «juuling» e non di fumare, alcuni studenti potrebbero pensare che sia innocuo, ha affermato Pamela Ling, professoressa alla University of California-San Francisco School of Medicine. E «forse – precisa – non sanno nemmeno che contiene nicotina». Ma ne contiene parecchia: secondo quando riporta il sito web dei produttori, una cartuccia di nicotina Juul – chiamata pod – offre circa duecento boccate, ossia la stessa quantità di nicotina contenuta in un pacchetto di sigarette.

Allora, supponendo che un adolescente fumi un pod alla settimana, «in cinque settimane, è come se avesse fumato cento sigarette», chiarisce la professoressa Ling: «A quel punto, sei considerato un fumatore accanito».

Le sigarette elettroniche, note anche come vape, sono dispositivi alimentati a batteria che riscaldano la nicotina liquida, generando un aerosol da aspirare. Il vaping è più discreto e più facile da nascondere rispetto alle sigarette tradizionali.

Nel 2016, la California ha portato da 18 a 21 anni l’età minima per acquistare prodotti del tabacco, comprese le sigarette elettroniche. Gli esperti hanno previsto che questo renda più difficoltoso per gli adolescenti procurarsi prodotti a base di tabacco dai loro amici un po’ più grandi, e un recente rapporto sembra dar loro ragione.

Sigarette elettroniche. Il Juul è il secondo da destra (foto: Sarah Johnson/Flickr).

Ma alcuni sostenitori dell’assistenza sanitaria ora temono che dispositivi come il Juul possano invertire i recenti progressi.

Infatti, sebbene la Juul Labs affermi che il proprio dispositivo è destinato esclusivamente a utenti adulti, attrae i giovani perché può essere facilmente ricaricato con un computer portatile. Inoltre, le cover sono disponibili anche in disegni colorati e le ricariche in gusti come mango, menta e crème brûlée.

Oltretutto, l’aroma prodotto dal Juul è sottile e potrebbe addirittura essere scambiato per una lozione o spray per il corpo. In un forum dedicato al juuling nelle scuole, alcuni utenti che si identificano come studenti, sostengono che i bagni scolastici abbiano un odore molto più piacevole. Altri giovani online descrivono il «desiderio di nicotina» e si lamentano perché dei «tossici» a scuola chiedono in prestito i loro Juul. Uno scrive di aver aggirato il problema addebitando alle matricole tre dollari a tiro.
Un articolo del giornale studentesco della Berkeley High School spiega che gli studenti cercano Juul dagli altri perché «amano sballare»; e «questo – precisa Ling – è un sintomo di dipendenza da nicotina».

La Juul Labs si è offerta di aiutare le scuole a rimuovere i propri prodotti dai loro campus: la portavoce Christine Castro ha riferito che la compagnia ha creato un percorso per educare i giovani sulla dipendenza da Juul e nicotina, disponibile per qualsiasi scuola che ne sia interessata, in cui intervengono anche degli accademici. «Questo prodotto è destinato esclusivamente ad adulti fumatori», precisa la Castro, quindi «deploriamo assolutamente l’uso dei nostri prodotti da parte dei ragazzi».

Inoltre, la portavoce di Juul Labs ha dichiarato che la società permette di effettuare acquisti online solo a chi abbia compiuto 21 anni di età. E anche se per esplorare il sito basta cliccare su una casella in cui si dichiara di essere maggiorenni, per acquistare si deve creare un profilo in cui le informazioni dei clienti vengono verificate consultando diversi database, e, in caso di esito negativo, i clienti devono caricare la copia scannerizzata di un documento d’identità munito foto. Tuttavia, Castro ha ammesso che controllare le vendite su siti di terze parti, come eBay o Craigslist, è più difficoltoso.

Se gli utenti superano la procedura di verifica dell’età online, possono acquistare un kit iniziale di Juul: con 50 dollari possono avere la penna vaping e quattro ricariche. Per la maggior parte degli studenti delle scuole superiori è un costo elevato, e potrebbe essere per questo che il Juuling è più diffuso nelle comunità ricche.

Vince Willmore, vice presidente per le comunicazioni della ‘Campagna per i bambini liberi dal tabacco’, plaude gli sforzi compiuti dalle scuole ma ritiene che il peso non debba ricadere esclusivamente su educatori e genitori: la Food and Drug Administration «regolamenta i prodotti del tabacco […] e riteniamo che sia importante che la Fda intervenga per proteggere i bambini da Juul e altre sigarette elettroniche».
L’anno scorso, L’Fda non ha emanato le normative che avrebbero potuto far sparire molti prodotti di sigarette elettroniche dal mercato, mentre invece ha studiato come questi dispositivi potrebbero effettivamente aiutare i fumatori di lunga data a fare a meno delle sigarette tradizionali.
«In pratica – spiega Willmore – significa che questi prodotti potranno essere immessi nel mercato per i prossimi altri quattro anni».

Questo, mentre le scuole continuano la propria battaglia: alla Needham High School del Massachusetts, il preside Aaron Sicotte ha dichiarato che le sigarette elettroniche hanno iniziato a comparire nel suo campus già dallo scorso anno scolastico, e ben presto il Juul è diventato il marchio più popolare; quindi, la scuola ha istruito il personale «in modo che quando questi aggeggi cadono dalle borse degli studenti – afferma – gli insegnanti non li restituiscano».

Però, sebbene il clamore che circonda Juuls potrebbe scemare, Sicotte non crede che il fenomeno vaping possa sparire. «Penso che questo sia qualcosa che rimarrà nel tessuto dell’adolescenza», aggiunge: «Procurarselo è troppo facile, il progetto è troppo grande e la pubblicità è troppo seducente».

Articolo in inglese: The Juul Is What Kids Smoke in School

 
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