Jack Dorsey chiede la fine del Partito Comunista Cinese

Di Eva Fu

L’ex ceo di Twitter Jack Dorsey si unisce al coro della comunità internazionale che prende sempre più le distanze dal Partito Comunista Cinese, twittando: «End the Ccp», ovvero, «Porre fine al Pcc».

Il messaggio di tre parole, che è stato condiviso più di 2.200 volte e ha ricevuto 12.400 Mi piace in tre ore, era in risposta a un video di giugno che evidenziava il bilancio delle politiche «Zero-Covid» della Cina. Il tweet è arrivato proprio in coincidenza con il crescente slancio di un grande movimento che chiede alle persone di tagliare i legami con il regime cinese.

Al 3 agosto, più di 400 milioni di cinesi nella Cina continentale e all’estero hanno infatti aderito al movimento ‘Tuidang’, rinunciando all’appartenenza al Pcc o alle organizzazioni affiliate, secondo i dati compilati dal Global Tuidang Center di New York, che incoraggia i cinesi a rinunciare al loro giuramento al Partito. Molti di loro sono costretti a usare pseudonimi per proteggersi dalle rappresaglie.

Una petizione organizzata dal Centro Tuidang per raccogliere il sostegno per «porre fine al Pcc» ha raccolto oltre 2,5 milioni di firme.

L’approccio della ‘tolleranza zero’ di Pechino al Covid-19 ha portato le autorità a chiudere intere città per un singolo caso positivo. Tali mosse hanno limitato il movimento delle persone e hanno causato fame e morte per mancanza di cure mediche in una città moderna come Shanghai.

Alla fine di luglio, il principale polo tecnologico di Shenzhen ha ordinato ai produttori, inclusi i fornitori Apple, una produzione a «ciclo chiuso» di una settimana, impedendo ai lavoratori di lasciare le fabbriche. Nella provincia centrale dell’Henan, una città di 1,6 milioni di abitanti è stata bloccata dopo che a un abitante è stato diagnosticato il Covid. I trasporti pubblici sono stati sospesi e tutti i negozi, ad eccezione degli alimentari, farmacie e ospedali, sono stati chiusi.

Chiamato «Tuidang» in cinese, il movimento per «dimettersi dal Partito» è stato ispirato dalla serie editoriale «Nove Commentari sul Partito Comunista», pubblicata per la prima volta nell’edizione in lingua cinese di Epoch Times nel 2004.

Bai Dexiong, un coordinatore locale di Taiwan del centro Tuidang, racconta di un uomo dello Shandong tra i 20 e i 30 anni che gli ha recentemente confidato come il vivere i periodi di lockdown lo abbiano cambiato dall’essere un ultranazionalista al dimettersi dal Partito. Diceva che dopo essere risultato positivo al virus, è stato rinchiuso nel suo appartamento senza poter uscire per comprare cibo o per lavoro e di conseguenza ha perso il lavoro.

Un certo numero di residenti di Shanghai ha recentemente condiviso le proprie dichiarazioni con Epoch Times in cui hanno spiegato perché hanno scelto di ritirarsi dal Partito: «Non avevamo niente con cui riempire lo stomaco durante l’epidemia di Shanghai, ma ciò che la Cctv mostrava erano sempre provviste abbondanti e persone felici», hanno scritto tre abitanti di Shanghai, riferendosi all’emittente statale cinese. «La parola ‘vergogna’ non è presente nel dizionario del Pcc».

 

Articolo in inglese: Jack Dorsey Calls for End to Chinese Communist Party

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