Il rialzo dei titoli di Stato cinesi è un segnale negativo per l’economia del Pcc

Di Milton Ezrati

L’autore dell’articolo, Milton Ezrati, è un redattore collaboratore di The National Interest, un affiliato del Center for the Study of Human Capital dell’Università di Buffalo (Suny), e capo economista di Vested, una società di comunicazione con sede a New York. Prima di entrare in Vested, è stato capo stratega di mercato ed economista per Lord, Abbett & Co. Scrive spesso per il City Journal sul blog di Forbes. Il suo ultimo libro è Thirty Tomorrows: The Next Three Decades of Globalization, Demographics, and How We Will Live.

 

Gli investitori cinesi si stanno riversando sui titoli di Stato. Hanno fatto quindi salire i prezzi e, in base alla matematica obbligazionaria, questo ha fatto scendere i rendimenti (le cedole) ai minimi storici. La mossa ha indispettito le autorità della Banca Popolare Cinese (Pboc), che hanno espresso notevoli preoccupazioni su cosa accadrà alla stabilità finanziaria della Cina quando il fenomeno si invertirà e i cittadini, soprattutto le banche, subiranno perdite.

Dietro le ansie espresse dalla Pboc, tuttavia, c’è una preoccupazione molto più grande e fondamentale, ovvero quella di capire cosa dicono i rendimenti obbligazionari così bassi sulle prospettive economiche della Cina.

Il calo dei rendimenti dei titoli di Stato cinesi è iniziato seriamente un anno fa, lo scorso gennaio. All’inizio del 2023, i titoli di Stato a 10 anni rendevano appena il 3,0%. Gli acquisti hanno spinto i rendimenti a scendere gradualmente fino al 2,7% nell’ottobre 2023. In seguito, il movimento ha guadagnato slancio, facendo scendere i rendimenti al 2,4% nel febbraio di quest’anno e poi al 2,0%, dove si trovano in questo momento.

I fondi di investimento provenienti da quasi tutti i settori dell’economia hanno contribuito a questa corsa. I fondi obbligazionari cinesi sono cresciuti del 39% dall’inizio del 2023 a metà agosto, secondo i dati più recenti disponibili. Gli investimenti obbligazionari rappresentano ora circa il 35% di tutti gli asset dei fondi cinesi, rispetto a meno del 10% degli investimenti azionari. Dal 2022 le banche commerciali hanno raddoppiato le loro partecipazioni in titoli di Stato.

Gli analisti della Pboc hanno mantenuto le loro osservazioni di natura prevalentemente tecnica. Dichiarando che i rendimenti si sono allontanati «in modo significativo dai livelli fondamentali ragionevoli» (senza spiegare cosa possa significare una tale affermazione), temono che quando il trend si esaurirà e si invertirà, gli investitori subiranno perdite e molti falliranno, creando una serie di perdite a cascata e turbolenze finanziarie. Giustamente, si preoccupano soprattutto del destino dei depositanti se le banche dovessero seguire questa strada. Non si tratta di preoccupazioni irragionevoli.

La soluzione della banca è quella di emettere più debito pubblico e sperare di soddisfare le richieste prima che i rendimenti vengano spinti troppo in basso. Non sembra però che tale strategia possa funzionare o che possa evitare conseguenze indesiderate, perché un’emissione di debito così massiccia può danneggiare la stabilità finanziaria tanto quanto gli aspetti della situazione oggi all’attenzione della Pboc.

La Pboc non ne ha parlato, ma è evidente che questo andamento delle obbligazioni comporta un problema più preoccupante e più fondamentale. Abbandonando altri investimenti – azioni e attività commerciali reali – per acquistare titoli di Stato, gli investitori cinesi, i privati, le imprese e le banche stanno annunciando che nient’altro nell’economia cinese è interessante.

Per molto tempo, i cinesi hanno investito nella proprietà e nella costruzione di case. Con la crisi immobiliare iniziata nel 2021 e il conseguente crollo dei prezzi degli immobili residenziali, questi investimenti hanno perso il loro fascino e l’economia cinese ha perso anche un motore di crescita. Allo stesso tempo, le imprese private cinesi, osservando il rallentamento e le delusioni generali dell’economia cinese, hanno rinunciato a investire nella modernizzazione e nell’espansione. Senza dubbio sono diventate diffidenti anche perché il leader cinese Xi Jinping, non molto tempo fa, ha rimproverato ai proprietari di aziende private di concentrarsi sui profitti invece che sull’agenda del Partito Comunista. Con questa perdita di spesa, un altro motore della crescita economica cinese si è fermato.

Il forte acquisto di obbligazioni e il notevole calo dei rendimenti annunciano, in altre parole, che né i proprietari di immobili né gli imprenditori cinesi si aspettano di ottenere buoni rendimenti dall’attività economica concreta. È una ricetta per una crescita economica lenta o nulla. In effetti, se il futuro oscuro immaginato dai proprietari di case e dagli imprenditori cinesi li spinge a evitare l’attività economica effettiva a favore delle obbligazioni, essi pongono le basi per una profezia che si auto-avvera, poiché quelle stesse aspettative negative stanno bloccando la spesa e rallentando la crescita in gran parte dell’economia.

Per molti versi, il quadro si ricollega a un principio fondamentale della teoria economica. Il principio sostiene che i rendimenti obbligazionari in generale, se non quelli di una specifica tipologia di obbligazioni, rispecchiano le prospettive di rendimento dell’economia reale. Quando queste prospettive sono buone, le persone utilizzano volentieri il proprio capitale e prendono a prestito per trarne vantaggio. L’abbandono delle obbligazioni fa aumentare i rendimenti per riflettere le aspettative di alti rendimenti economici reali. Quando le aspettative sono basse, la relazione di causa-effetto si inverte, ed è quello che sta accadendo in Cina.

La Pboc ha ragione ad avere le sue preoccupazioni, ma i problemi sono anche più fondamentali di quanto gli analisti si rendano conto o vogliano ammettere. Piuttosto che emettere altro debito, con tutti i rischi che tali pratiche comportano, la banca farebbe meglio a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per stimolare l’economia cinese, cosa che stranamente sembra riluttante a fare, visto che proprio di recente ha deciso di fare solo il minimo sforzo in tal senso.

 

I punti di vista espressi in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non riflettono necessariamente i punti di vista di Epoch Times.

Articolo in lingua inglese: The Rally in China Bonds Says Bad Things About the CCP’s Economy

 
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