Il Pcc si riunisce per trovare la soluzione all’economia in crisi

Di Sophia Lam; Dorothy Li; Frank Fang

Il 15 luglio il Partito Comunista Cinese (Pcc) ha iniziato un conclave politico di quattro giorni, noto come la Terza Plenaria, per deliberare sulle politiche economiche volte a risollevare l’economia cinese in difficoltà.

Il conclave, che si tiene ogni cinque anni, non è iniziato bene. Avrebbe dovuto tenersi la scorsa estate, ma la riunione è stata rinviata a quest’anno senza una spiegazione ufficiale. Poi, il 15 luglio, la Cina ha annunciato che la crescita del Pil nel secondo trimestre ha mancato le previsioni degli analisti e che i prezzi delle case sono scesi a giugno, un calo che non si vedeva dall’ottobre 2014.

La riunione a porte chiuse è stata convocata dal Comitato centrale del regime comunista, guidato dal leader del Pcc Xi Jinping. L’ultimo giorno della sessione plenaria, il Comitato dovrebbe annunciare le principali politiche sociali ed economiche.

A prescindere dalle politiche che il Pcc potrebbe attuare, gli esperti che hanno discusso con Epoch Times prima del conclave non si aspettano che l’economia cinese si tiri presto fuori dalle difficoltà.

«Le misure che la Terza Plenaria probabilmente presenterà – alcune delle quali potrebbero sembrare utili per attrarre maggiori investimenti stranieri – alla fine potrebbero non essere sufficienti», ha dichiarato Wu Se-chih, ricercatore del Taiwan Thinktank di Taipei.

Aspettative fosche

La Terza Plenaria è stata in passato un’occasione per i massimi dirigenti del Partito di svelare importanti cambiamenti di politica. Nel 1978, l’ex leader del Pcc Deng Xiaoping ha lanciato una politica di «riforma e apertura» durante la Terza Plenaria dell’11° Comitato Centrale, che ha trasformato un’economia di tipo maoista e povera in una potenza economica. Nel 2018, in occasione della Terza Plenaria del 18° Comitato Centrale, il presidente in carica del Pcc, Xi, ha consolidato il suo potere eliminando i limiti di mandato per la carica di presidente del Paese.

Tuttavia, in questa occasione, i funzionari politici si trovano di fronte ad alcune sfide significative.

«Con la debolezza dei consumi, la scarsa propensione agli investimenti e un tasso di disoccupazione record, l’economia cinese quasi certamente non si riprenderà», ha dichiarato Wu a Epoch Times prima del conclave del 15 luglio.

L’attività delle fabbriche è già rallentata. I dati ufficiali mostrano che il Purchasing managers index (Pmi) è sceso da 50,4 ad aprile a 49,5 sia a maggio che a giugno, al di sotto della soglia di 50 punti che separa la crescita dalla contrazione.

Intanto, il settore immobiliare, in passato pilastro della crescita economica cinese, continua a deteriorarsi, pesando sulla lentezza dell’economia cinese. Secondo i dati ufficiali, le vendite di case nei primi cinque mesi dell’anno sono crollate del 30,5% rispetto all’anno precedente e gli investimenti dei costruttori sono scesi del 10,1% rispetto all’anno precedente.

«L’economia interna cinese sta ora crollando a un livello basso che non ha lo slancio per guidare la crescita», ha dichiarato Wu.

Inoltre, secondo Wu, il regime dà priorità all’aumento della sicurezza e alla centralizzazione del controllo del Partito, ostacolando la ripresa economica che si sta cercando di ottenere.

«Xi Jinping ha sottolineato che la sicurezza è al primo posto», ha proseguito Wu. Il leader del Pcc ha «posto l’accento sul fatto che il Partito governa su tutto, economia, ideologia e riforme politiche, il che ha ostacolato sempre più la crescita economica della Cina nell’ultimo decennio».

Persone in cerca di lavoro partecipano a una fiera del lavoro a Pechino il 20 marzo 2024. (Jade Gao/ Afp via Getty Images)

Wu ha osservato che Xi ha stabilito nuove leggi e rivisto quelle esistenti per rafforzare il controllo del Pcc sulla sicurezza nazionale, economica e sociale.

Negli ultimi anni, il Pcc ha rafforzato le sue leggi contro lo spionaggio e il controllo dei dati. A febbraio, con l’ultima spinta alla sicurezza, il regime ha esteso la sua già ampia legge sui segreti di Stato, rafforzando il controllo su quelle che considera informazioni sensibili, introducendo il concetto di «segreti di lavoro».

«Queste politiche e leggi preoccupano gli investitori stranieri e gli uomini d’affari cinesi, e vediamo segnali di fuga degli investimenti dalla Cina», ha dichiarato Wu.

Gli investimenti diretti esteri (Ide) della Cina sono diminuiti per il 12° mese consecutivo, la qual cosa evidenzia le difficoltà di Pechino nell’attrarre gli investitori esteri. I dati del Ministero del Commercio, pubblicati a giugno, mostrano un calo del 28,2% degli Ide in entrata nei primi cinque mesi del 2024, per un totale di 412,51 miliardi di yuan (circa 56,8 miliardi di dollari), in peggioramento rispetto al calo del 27,9% di aprile.

L’ufficio chiuso del Gruppo Mintz in un palazzo di uffici a Pechino il 24 marzo 2023. Cinque dipendenti cinesi dell’ufficio di Pechino della società statunitense di consulenza Mintz sono stati arrestati dalle autorità, ha dichiarato la società il 24 marzo. (Greg Baker/Afp via Getty Images)

In un contesto di rallentamento dell’economia nazionale e di diminuzione degli investimenti esteri, i leader del Pcc hanno lavorato per ripristinare la fiducia degli investitori stranieri nel Paese. Il 15 luglio, l’agenzia di stampa statale Xinhua News ha annunciato che nel corso della riunione di quattro giorni saranno prese «decisioni strategiche», riguardanti «l’approfondimento completo delle riforme e l’avanzamento della modernizzazione cinese».

Nessun miglioramento significativo

A marzo, Xi ha incontrato circa 20 dirigenti e accademici statunitensi e ha esortato le imprese americane a continuare a investire in Cina.

Nonostante i discorsi dei leader del Pcc, gli osservatori esterni non sono ottimisti sul fatto che Pechino possa creare un ambiente commerciale ospitale per le aziende statunitensi e straniere.

Con l’introduzione di leggi sui segreti di Stato e di altri regolamenti severi, «le politiche generali indicano che la Cina sta regredendo e diventando più isolata», ha dichiarato a Epoch Times Feng Chongyi, professore associato di studi sulla Cina presso la University of Technology Sydney.

Anche se le autorità cinesi potrebbero introdurre alcune politiche durante la Terza Plenaria per salvare l’economia, Feng ha affermato che queste misure saranno «solo piccoli passi e non porteranno a miglioramenti significativi. Le autorità del Pcc non allenteranno il loro controllo sulle imprese o sul pubblico. Non ci saranno grandi miglioramenti».

Secondo Feng, la Cina si sta dirigendo verso il totalitarismo maoista, con Xi che dà la priorità al controllo del Partito sulla prosperità della gente; questa direzione sta portando alcuni cittadini cinesi a «risvegliarsi» di fronte al controllo assoluto del Pcc sulla società.

Secondo Feng, anche gli imprenditori americani e stranieri che fanno affari con la Cina stanno iniziando a rendersi conto della natura del regime.

«Questi uomini d’affari che si preoccupano solo del profitto si stanno ora risvegliando. Sempre più persone si stanno svegliando» di fronte alle minacce del Pcc, ha osservato Feng.

Feng ha esortato le aziende statunitensi a prendere le distanze dal Pcc e ha implorato il governo degli Stati Uniti ad adottare un approccio risoluto nei confronti della Cina comunista, imponendo maggiori sanzioni ai funzionari cinesi.

«Limitarsi a fare una dichiarazione politica contro il Pcc non è più sufficiente. Deve tradursi in azioni tangibili e nell’applicazione di sanzioni», ha affermato.

«Non fate affari con il regime comunista, non stendetegli il tappeto rosso».

 

Articolo in lingua inglese: China Kicks Off Major Political Meeting Amid Gloomy Economic Data

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