Il Pcc sforna dittatori nei Paesi in via di sviluppo attraverso programmi di «formazione commerciale»

Di Alex Wu

Il regime comunista cinese ha esportato l’ideologia comunista e i sistemi di controllo autoritari nei Paesi in via di sviluppo sotto la veste di programmi di «formazione commerciale», secondo il nuovo rapporto dell’Atlantic Council’s Global China Hub: «A Global South with Chinese characteristics (Un sud mondiale con caratteristiche cinesi)».

Il Sud globale si riferisce ai Paesi in via di sviluppo, che si trovano per lo più (ma non esclusivamente) nell’emisfero meridionale, tra cui India, Indonesia, Brasile, Pakistan e la maggior parte dei Paesi dell’Africa e dell’America Latina. È inclusa anche la Cina.

Il rapporto ha rilevato che nel 2021 e nel 2022 a vari funzionari governativi stranieri in questi Paesi sono stati offerti 795 seminari online finanziati e gestiti dal Ministero del Commercio del Partito Comunista Cinese (Pcc) al potere, che promuovono «un approccio autocratico alla governance» e spingono l’idea che il controllo autoritario sia essenziale per lo sviluppo economico.

I risultati si basano su 1.691 file ottenuti dall’Academy for International Business Officials (Aibo) del Ministero del Commercio del Pcc. L’Aibo, che si occupa della formazione dei funzionari del Pcc presso il Ministero, si è coordinata con le ambasciate del Pcc per promuovere i suoi seminari online nel Sud del mondo. Secondo il rapporto, 21.123 persone hanno partecipato ai seminari online del Pcc nel periodo di due anni (2021-2022).

L’autrice del rapporto, la ricercatrice Niva Yau, ha classificato i programmi di formazione in sei gruppi in base ai loro contenuti, per analizzare come essi servano «alle più vaste ambizioni della Cina di minare le norme democratiche liberali che attualmente sono alla base dell’ordine globale».

I primi due gruppi sono etichettati come «chiaramente autoritari» e «potenzialmente autoritari» e contengono lezioni sulle pratiche del Pcc che violano la libertà personale, tra cui «pratiche di regime non democratiche» come il «controllo amministrativo sui media, sull’informazione e sulla popolazione».

«I programmi forniscono anche assistenza pratica ai Paesi ospitanti per accelerare l’adattamento alle pratiche cinesi», si legge nel rapporto.

I programmi di formazione che rientrano in altri due gruppi, «accesso alle operazioni di informazione» e «accesso alla sicurezza», sono incentrati su attività che servono agli «scopi di raccolta di informazioni» del Pcc e contribuiscono a favorire l’accesso del regime cinese alle operazioni di informazione e alle infrastrutture di sicurezza dei Paesi stranieri.

L’ideologia del Pcc è inclusa nel curriculum di formazione, compresi gli scritti del leader del regime Xi Jinping. Così come la promozione della Belt and Road Initiative del regime cinese, un vasto programma di prestiti infrastrutturali per i Paesi in via di sviluppo che serve a espandere l’influenza politica del Pcc.

Il rapporto sottolinea che il modello cinese promosso nella formazione e nelle attività sia radicato nell’ideologia politica del Pcc, compresa la centralizzazione del potere e dell’economia.

I programmi di formazione incoraggiano «la simpatia per le narrazioni cinesi tra i funzionari del Sud globale», secondo il rapporto, che vede i programmi come parte di un più ampio sforzo di propaganda da parte del Pcc per creare narrazioni positive sulla Cina e sui benefici dell’integrazione con la Cina.

Secondo l’analisi, i programmi ricordano ripetutamente ai partecipanti che il Pcc deve il suo successo a pratiche di governo autoritarie e criticano le pratiche e i principi democratici.

Il rapporto osserva che il modello di promozione dell’autocrazia e di indebolimento della democrazia nei Paesi in via di sviluppo probabilmente continuerà, dato che il Pcc sta incrementando questo tipo di programmi.

Democrazia e autoritarismo

I programmi di formazione fanno parte del raddoppio dello sforzo del Pcc per espandersi nei Paesi più poveri del mondo. Xi ha ribadito la solidarietà con questi Paesi il 12 giugno in un discorso video alla cerimonia di apertura della celebrazione del 60° anniversario della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo.

Ha affermato che «la Cina sarà sempre un membro del Sud globale e del mondo in via di sviluppo» e «cercherà attivamente di importare di più da altri Paesi in via di sviluppo, di intensificare la cooperazione nel commercio, negli investimenti e nello sviluppo».

La nave mercantile Cosco Shipping Panama, noleggiata dalla Cina, attraversa le nuove chiuse di Agua Clara durante l’inaugurazione dell’espansione del Canale di Panama il 26 giugno 2016. (Rodrigo Arangua/Afp/Getty Images)

Cheng Cheng-ping, professore di economia presso la National Yunlin University of Science and Technology di Taiwan, ha affermato che i programmi di formazione, gestiti dal neutrale Ministero del Commercio, dimostrano che il Pcc sotto Xi ha un «approccio sistematico per influenzare e dominare l’ordine globale che va oltre la nostra immaginazione».

«Il Pcc, insieme alla Russia, cerca di cambiare l’intero ordine mondiale che si basa sulla democrazia, la libertà, l’individualismo e lo Stato di diritto. Pertanto, attraverso il proprio successo economico, vuole coinvolgere queste nazioni del Sud globale utilizzando questi programmi di formazione completi», ha dichiarato Cheng.

Ha osservato che l’alleanza tra il Pcc e il Sud globale ha già influenzato il confronto con l’Occidente democratico.

«L’influenza della Cina in molti settori è ora maggiore di quella degli Stati Uniti. Quando c’è una votazione alle Nazioni Unite, gli Stati Uniti perdono quasi sempre», ha affermato Cheng. «Questo è il motivo per cui Taiwan non è accettata da quasi tutte le organizzazioni internazionali».

Ha anche spiegato il fascino del modello cinese promosso nei programmi di formazione: «Ci sono più di 100 Paesi in via di sviluppo, Paesi poveri e Paesi autocratici nel mondo. La loro priorità è mantenere il proprio dominio politico», ha spiegato. «L’economia cinese si è sviluppata bene e il regime sembra essere molto stabile, quindi questa è una doppia tentazione per loro. Se l’economia si sviluppa bene, il regime autoritario può essere più autoritario. Il loro dominio non solo è legittimato, ma si sta anche rafforzando».

Container di merci poggiano accanto alle linee ferroviarie che attraversano il porto di Mombasa a Mombasa, in Kenya, il 1° settembre 2018. (Luis Tato/Bloomberg via Getty Images)

Chen Shih-min, professore associato di scienze politiche alla National Taiwan University, ha dichiarato a Epoch Times il 14 giugno: «La Cina fornisce ai Paesi del Sud globale fondi e prestiti attraverso la Belt and Road Initiative. A differenza dei Paesi occidentali, la Cina non chiede loro di promettere libertà politica e diritti umani ai loro popoli».

Chen ha osservato che questo potrebbe portare alcuni dei Paesi meno sviluppati del mondo, soprattutto in Africa, dove molti governi sono dittatoriali, ad avvicinarsi alla Cina.

Tuttavia, Cheng ha sottolineato che l’economia cinese sta crollando, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19.

«La bolla immobiliare sta scoppiando», ha dichiarato. «Tutti prevedono che l’economia cinese continuerà a declinare e non cambierà nel prossimo futuro. Nel frattempo, Xi sta stringendo la sua presa sulla società cinese. Il mito della Cina o la storia della Cina buona sta diventando più difficile da raccontare».

«Anche la sua capacità di regalare enormi quantità di denaro ai Paesi in via di sviluppo è diminuita».

Per quanto riguarda la competizione di influenza con l’Occidente, Cheng ha affermato che «l’Occidente ha ancora un vantaggio assoluto, non solo in termini di forza economica; i valori che rappresenta: la democrazia, i diritti umani, lo Stato di diritto, la libertà e l’apertura e la libera concorrenza del mercato sono la strada giusta per la pace e la prosperità mondiale».

Contrastare l’influenza del Pcc

Cheng ha affermato che il confronto tra autoritarismo e valori democratici occidentali è chiaramente illustrato nei programmi di formazione del Pcc per i funzionari del Sud globale.

«I Paesi occidentali devono essere più uniti e più strategici», ha proseguito. «E poi dovrebbero spendere più risorse, aiuti e sforzi per aiutare queste vaste regioni, Paesi e persone che sono state a lungo dominate dalla povertà, dal caos e dall’autoritarismo. Se i Paesi occidentali si preoccupano solo della propria società, forze maligne come la Cina e la Russia entreranno e avranno maggiore influenza».

«Ci sono alcuni Paesi del Sud globale che, dopo essere riusciti a liberarsi dalla povertà [con l’aiuto dell’Occidente, ndr], seguiranno gradualmente i valori occidentali e si avvicineranno all’alleanza occidentale».

Chen suggerisce un approccio simile per contrastare l’influenza del Pcc.

«I Paesi occidentali non dovrebbero esitare a fornire maggiore assistenza allo sviluppo del Sud globale, in particolare alla costruzione di infrastrutture», ha aggiunto.

Chen ha anche esortato l’Occidente a fornire informazioni più accurate sul Pcc e sulla Cina per contrastare la propaganda del Pcc nella guerra cognitiva con il regime cinese.

«Molti Paesi del Sud globale potrebbero essere ingannati dalle operazioni deliberate del Fronte Unito e della guerra cognitiva del Pcc; soprattutto potrebbero non capire la situazione degli ultimi due o tre anni: la Cina sta affrontando sempre più una serie di problemi economici e sociali», ha affermato. «I Paesi occidentali devono fare un ampio resoconto di questi problemi e fornire spiegazioni chiare sulla situazione attraverso i media e altri mezzi».

 

Articolo in lingua inglese: CCP Grooming Dictators in Developing Countries Through ‘Business Training’ Programs: Report

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