Giovani artisti crescono, Zàrbano: i ragazzi devono riscoprire l’Opera

La situazione dell’Opera in Italia, come confermato anche dalla soprano e insegnante di Belcanto Astrea Amaduzzi, è attualmente in fase discendente, data una serie di ragioni tra le quali spiccano i pochi finanziamenti, che come conseguenza generano sempre meno rappresentazioni. Ma anche l’interesse generale per l’Opera nella maggior parte dei giovani è calato, probabilmente per una mancanza di educazione alla musica e al bello fin dai primi anni di scuola.

Tuttavia ci sono ancora molti giovani affascinati dalla bellezza dell’Opera italiana che ha raggiunto il suo massimo periodo di splendore nell’800, con il Belcanto. Quello che manca in questi casi, come emerge dall’intervista al giovane baritono Marco Zàrbano (classe 1991), non è quindi l’interesse o la passione, ma qualcuno che riesca a coglierla, a prendersene cura e a coltivarla per poi riuscire a farla fruttare. In sostanza, qualcuno in grado di dare a questi giovani delle speranze reali, che faccia capire loro che tutto il lavoro svolto un giorno non risulterà vano.

Il giovane baritono siciliano, rappresenta in qualche maniera la voce di tutti quei giovani cantanti lirici che vogliono far carriera nel mondo dell’Opera ma che, per diverse ragioni, incontrano diverse difficoltà lungo il loro cammino. In questa sua intervista rilasciata a Epoch Times espone la sua comprensione sulla situazione, offrendo anche qualche consiglio utile.

Quando è nata la sua passione per il canto lirico?

La mia passione per il canto lirico è iniziata all’età di 7/8 anni, quando ascoltavo i vhs di Luciano Pavarotti che cantava le più belle arie d’opera e classici napoletani. Conservo ancora il Vhs come mio sussidio nel mondo della lirica.

A quali modelli si ispira di più e perché?

Credo che ispirarsi ai modelli del passato sia la cosa che hanno fatto, fanno e faranno tutti.

Per la mia vocalità mi ispiro molto a due grandi interpreti: Ruggero Raimondi e Ferruccio Furlanetto. Ispirarsi a un pilastro del mondo operistico significa creare un bagaglio interpretativo con tutto ciò che l’interprete riesce a trasmettere.

Quanto si interessano di Opera i suoi coetanei? Se poco, a cosa pensa sia dovuto?

I miei coetanei non si interessano affatto dell’Opera, anzi snobbano questa cultura che si è formata proprio in Italia e successivamente in tutto il mondo. I ragazzi d’oggi reputano la lirica un genere ormai superato e incomprensibile, infatti sono tutti all’ascolto di genere moderno come pop e jazz e via discorrendo.

Cosa pensa possa dare di positivo l’Opera a un giovane oggi?

Per un giovane d’oggi intraprendere il mondo dell’opera significa non solo scoprire un mondo nuovo, ricco di segreti iniziando proprio dalla tecnica del canto lirico, ma successivamente la storia della musica e le sue origini. A un giovane promettente e con talento potrebbe dare tantissime soddisfazioni.

Quali difficoltà incontra un giovane che oggi vuole far carriera nel mondo dell’Opera?

Un giovane che vuole entrare a far parte del mondo dell’opera incontra un primo grande ostacolo che a tutt’oggi persiste: gli insegnanti di canto. È difficile trovare un vero insegnante che riesca a scoprire e a portare sulla giusta strada un giovane allievo. Gli insegnanti che sanno insegnare sono veramente pochi. Lo studio della tecnica vocale è uno studio che deve essere costante e seguito da un vero insegnante che sappia consigliare all’allievo i consigli tecnici giusti per garantirgli una lunga carriera.

Un secondo ostacolo che richiede molto sacrificio è il debutto: ormai entra nel giro solo chi ha quella fortuna di trovare un manager giusto nella serata giusta. Quando si supera questo ostacolo entra subito in gioco il talento dell’allievo, che se affronta la recita o il concerto propostogli con successo è molto probabile che si garantisca ulteriori impegni come recite, concerti o quant’altro.

Per arrivare a cantare nei grandi teatri agli alti livelli bastano delle lezioni private o è necessario essere diplomati al conservatorio?

Basterebbero delle lezioni private da un buon insegnante, ma per preparare un bagaglio completo consiglierei di frequentare un conservatorio, che superati i 5 anni rilascia un diploma di laurea, da servire per l’insegnamento.

Come giudica la situazione generale dell’Opera al giorno d’oggi?

La situazione generale dell’opera al giorno d’oggi è molto critica perché non solo ci sono poche rappresentazioni nei teatri rispetto al passato, ma i teatri non hanno i fondi per pagare gli artisti.

Che ne pensa del fatto che secondo i dati di Operabase in Italia si tengono meno rappresentazioni che all’estero?

In Italia sì è vero si fanno meno rappresentazioni che all’estero, i problemi sono tanti, i ragazzi perdono la voglia di studiare. Si possono fare grandi cose utilizzando i giovani. I nostri teatri sono vuoti perché non c’è pubblicità, non c’è interesse né promozione. Che i teatri si sveglino… Usando i giovani si possono fare grandi cose.

Cosa pensa si possa fare per risollevare la situazione? 

Per risollevare la situazione come dicevo poc’anzi bisogna utilizzare i giovani e fare molta pubblicità per rendere l’opera visibile anche ai più piccoli.

La mancanza di educazione musicale nei bambini e nei ragazzi è evidentemente uno dei problemi più gravi, e determina la mancanza di comprensione e quindi di interesse dell’Opera e di tutta la musica classica in generale. Qual è la sua opinione in merito? Quali rimedi suggerirebbe?

L’educazione musicale nei bambini secondo me servirebbe molto, nella scuole proporrei dei piccoli allestimenti di opere molto semplici e brevi come L’Elisir d’Amore in adattamento per i più piccoli. Ad Augusta abbiamo portato in scena per i più piccoli proprio L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti sotto la direzione artistica del tenore Marcello Giordani e anche Il Barbiere di Siviglia, dove proprio io interpretavo Don Basilio. Questo tipo di rappresentazioni potrebbero dare una piccola svolta e cambiare qualcosa in futuro.

 
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