Deutsche Bank come Lehman Brothers?

Durante la crisi finanziaria del 2008, Deutsche Bank AG è stata una delle poche banche che ha orgogliosamente rifiutato un bailout dal governo. Otto anni dopo, il prezzo delle sue azioni è calato quasi del 90 percento rispetto ai massimi e ora questa banca, fra le più grandi in Europa, si trova sull’orlo dell’abisso.
Così come era successo con Lehman Brothers nel 2008, pochissimi analisti credono che la Deutsche Bank possa andare in bancarotta. Sebbene la banca d’investimenti Citigroup quoti le sue azioni ad «alto rischio», sostiene che il valore della società sia 13 euro (14,3 dollari) per azione, per un totale di 18 milioni di euro (19,8 milioni di dollari).

Reggie Middleton amministratore delegato di Veritaseum, una società di tecnofinanza (tecnologia finanziaria), è stato una delle poche persone che ha rilevato il rischio del collasso della Lehman Brothers e della Bear Stearns, comunicandolo sul suo sito BoomBustBlog.
Oggi Middleton ritiene che la Deutsche Bank, analogamente alla Lehman Brothers, rappresenti un rischio per il sistema finanziario mondiale il quale, dopo il fallimento di quest’ultima, era praticamente finito in ginocchio. Crede tuttavia che le banche centrali e i governi non permetteranno alla situazione di andare fuori controllo questa volta.

Intervistato da Epoch Times, Middleton afferma che «la Deutsche Bank è l’equivalente di un film d’orrore americano di serie b. Non uno di serie a con delle star come Robert De Niro. Ho letto il suo documento di bilancio e penso abbia un ammontare eccessivo di passività, inoltre l’esposizione da derivati è estremamente pericolosa».

I derivati sono contratti privati fra banche e altri attori dei mercati finanziari. I derivati, ad esempio aiutano le istituzioni a scommettere su valute e titoli azionari senza utilizzare molto denaro.

Nell’ultimo rapporto del 9 agosto, gli analisti di Citigroup menzionano numerosi fattori di rischio (per esempio riguardanti degli scandali bancari in cui Deutsche Bank è stata coinvolta, fra cui collusione allo scopo di manipolare il tasso d’interesse di riferimento Libor), ma non hanno fatto alcun riferimento al’esposizione da derivati.
Secondo l’earning report di aprile 2016 della banca tedesca, l’esposizione a derivati nozionale lorda era di 64,8 trilioni di euro (72,8 trilioni di dollari), circa 35 volte il bilancio.

ANALISTI O VENDITORI?

Middleton sostiene che gli analisti che lavorano per le grandi banche d’investimenti hanno possibilità limitata di esprimere le proprie previsioni negative, perché si guadagnano lo stipendio attraverso il trading. Dire che una delle più grandi banche nel mondo andrà in bancarotta non favorisce gli affari: «Credo che la maggior parte della comunità degli analisti del settore vendite e dei broker si occupi davvero di marketing e vendita delle transazioni sottostanti. Se ho ragione, vuol dire che non hanno la possibilità di muoversi contro i capi e i grossi clienti con cui trattano, perché se dovessero farlo perderebbero il business. Ma se questo è vero, non si tratta più di analisti ma di venditori».

Middleton ha individuato un’altra debolezza in Deutsche Bank di cui parlano in pochi. Secondo l’amministratore delegato di Veritaseum, la banca ha esagerato il valore dei collaterali [beni reali o finanziari concessi in garanzia del pagamento di un debito, ndt] rispettivi ai debiti che ha accumulato: «Queste obbligazioni hanno delle controparti, ma loro non ne hanno valutato il rischio. Poiché queste transazioni sono garantite dal collaterale, questo è un qualcosa di assolutamente ridicolo».

Se per esempio, Deutsche Bank concede un prestito a una società navale che utilizza come collaterale una propria nave, il rischio del prestito aumenta se il prezzo delle navi cade. Deutsche Bank dovrebbe contabilizzare anche questo nel suo annual report. Questo processo è simile a quello avvenuto con i mutui e i prezzi delle case durante l’ultima crisi: «Quando uno compra la casa la banca vi iscrive un’ipoteca. Se i mutui scendono di valore perchè i debitori non pagano le rate, è probabile che i prezzi delle case scendono anch’essi».

ANALISI INDIPENDENTI

Ma perché Middleton vede cose che altri non notano? È perché è un analista indipendente e non guadagna dal rialzo o dal ribasso dei titoli finanziari.

Prima di analizzare il report di 500 pagine della Deutsche Bank, Middleton ha detto al suo piccolo team di analisti: «Non abbiamo niente di cui lamentarci. Non mi importa se queste istituzioni fanno il colpaccio o falliscono. Per questo siamo estremamente obiettivi, analitici e facciamo delle analisi particolarmente approfondite, questo è il nostro modo di lavorare vecchia scuola secondo cui leggiamo e analizziamo ogni singola postilla. Noi costruiamo i nostri modelli da zero e non facciamo riferimento su nessun tipo di interpretazione esterna».

Ironicamente, l’ultima volta che Citigroup ha fatto un qualcosa di simile, la Lehman Brothers è andata in bancarotta poche settimane più tardi, colpendo non solo Citigroup ma anche il resto del sistema finanziario globale. In una nota chiamata “Are the Brokers Broken” l’analista di Citigroup Matt King ha esaminato le postille del bilancio d’esercizio della Lehman Brothers, concludendo che questa fosse troppo dipendente dai finanziamenti istituzionali pronti contro termine.

Inoltre, ha riscontrato che le società che operavano con la Lehman avevano incominciato a ritirare i collaterali dalla società a una velocità allarmante. Dopo la pubblicazione della sua relazione del 5 settembre del 2008, anche le altre controparti hanno iniziato a ritirare queste risorse finanziarie, e Lehman Brothers è andata in bancarotta. Né il tesoro né la Federal Reserve sono intervenute per salvare la società.

È probabile che Citigroup voglia evitare di ripetere la stessa operazione con Deutsche Bank quest’anno.
Date le ripercussioni che ci sono state dopo il fallimento della Lehman Brothers, Middleton e altri analisti credono che la bancarotta della banca tedesca non sarà permessa: «Se Deutsche Bank dovesse fallire distruggerebbe molte altre banche e compagnie di assicurazione nell’Unione Europea».

BAILOUT O FALLIMENTO

Jeffrey Gundlach, amministratore delegato di DoubleLine Capital, ha dichiarato a RealVision Tv: «È abbastanza chiaro che gli investitori saranno sulle spine al prossimo ribasso di Deutsche Bank… intendo quando questa finirà in cifra singola. Quando si verificherà, il panico sarà effettivamente palpabile. Nel momento in cui la Bank of America è arrivata in cifra singola fra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, si sono accorti che dovevano fare qualcosa. C’è qualcosa nei titoli a cifra singola che suona come pink sheet. Non sei un investitore di qualità se scambi a un valore minore rispetto l’originale».

Le pink sheets sono liste di azioni sul mercato over the counter che spesso non incontrano dei requisiti minimi o non sono depositate presso la Commissione per i titoli e gli scambi.

Middleton ritiene che la Banca centrale europea (Bce) abbia già iniziato un bailout di nascosto, con alcune conseguenze spiacevoli: «È come pensare di provare a salvare qualcuno che sta affogando prendendolo per la gola, la persona verrà tirata fuori dall’acqua e non affogherà, ma a lungo andare, non riuscirà più a respirare perché starà soffocando; questo è quello che sta avvenendo ora con le banche europee».

L’amministratore delegato di Veritasium afferma che la politica del tasso di interesse negativo della Bce e il suo continuo intervento nel mercato degli asset riesce a salvare il bilancio delle banche ma colpisce le loro entrate. Più alto è il tasso d’interesse, più le banche possono fare margine quando prestano denaro; è vero anche il contrario nel caso il tasso di interesse negativi o a zero. 

Middleton sostiene che «i guadagni derivanti dai prestiti danno margini minimi e tendono a diminuire ulteriormente. I guadagni derivanti da transazioni hanno margine minimi, e anch’essi vanno a diminuire; Infine le commissioni, come ad esempio quelle sull’asset management portano margini minimi che continuano a diminuire».

Anche Citigroup ha sollevato questo punto. Gli analisti hanno ridotto i loro guadagni per azione, stimati al 34 percento per il 2016, principalmente a causa di un peggioramento delle prospettive per le divisioni di mercati guidate dalle transazioni.

Quindi che succede se la Deutsche Bank non fallisce come dovrebbe secondo Middleton per effetto dell’intervento della Bce?

«Finché si hanno degli attori insolventi nel sistema, si avrà una trappola del valore e non si potrà creare valore economico nel breve o nel medio termine. Io suggerisco del dolore a breve termine, così da lasciare che qualcuno collassi. Per prevenire una caduta, la banca tedesca potrebbe semplicemente separare le funzioni bancarie necessarie. Quelle cose considerate servizi pubblici, che sono necessarie, come acqua, elettricità e il riscaldamento: risparmi, controlli e funzioni bancarie di base».

Articolo in inglese: Is Deutsche Bank the Next Lehman Brothers?

Traduzione di Davide Fornasiero

 
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