Cronologia delle prime fasi del virus e dell’insabbiamento cinese

Questa timeline racconta le prime fasi dell’epidemia virale in Cina e il suo insabbiamento da parte del regime cinese. Nonostante le prove, le autorità cinesi hanno minimizzato la gravità dell’epidemia per settimane, sopprimendo nel frattempo le informazioni vitali sul Covid-19, la malattia causata dal virus.

Infatti, quando il 23 gennaio le autorità hanno attuato le prime misure di contenimento era già troppo tardi, perché la malattia si era ormai diffusa in tutto il Paese e all’estero.

Meno di due mesi dopo, l’epidemia è stata dichiarata una pandemia globale ed ha coinvolto più di 200 Paesi.

Link: Infografica Cronologia Virus del Pcc in dimensioni originali

2019

17 novembre: Il South China Morning Post, citando documenti governativi, riporta che la prima persona infettata è un 55enne dell’Hubei.

1° dicembre: Il primo paziente documentato è un uomo sulla settantina a letto per un ictus, che si ammala poi di Covid-19. Non aveva alcun legame con il mercato dei frutti di mare di Wuhan.

Metà dicembre: Uno studio pubblicato il 29 gennaio sul New England Journal of Medicine mostra le prime prove di una trasmissione da uomo a uomo mediante contatti ravvicinati.

27 dicembre: Un laboratorio cinese sequenzia la maggior parte del genoma del virus prelevato dai campioni di un paziente di 65 anni, e riporta i risultati ai funzionari sanitari di Wuhan e all’Accademia Cinese delle Scienze Mediche, affiliata allo Stato.

30 dicembre: La dottoressa Ai Fen, direttrice del reparto di emergenza dell’ospedale centrale di Wuhan, condivide la notizia di un virus contagioso simile alla Sars, nella chat di gruppo del suo reparto su WeChat. In seguito viene rimproverata dal suo ospedale per «aver diffuso delle dicerie».

Il dottor Li Wenliang di Wuhan condivide la cosa con i suoi ex compagni di scuola di medicina su WeChat, consigliando di prendere misure precauzionali.

Nello stesso giorno, l’Ospedale Centrale di Wuhan trasmette un avviso della Commissione Sanitaria di Wuhan che avverte gli operatori sanitari di non diffondere informazioni sulla «polmonite sconosciuta», pena sanzioni.

La Commissione sanitaria di Wuhan emette un avviso urgente che richiede agli ospedali di segnalare eventuali «pazienti affetti da polmonite con cause sconosciute».

31 dicembre: La Commissione Sanitaria di Wuhan conferma 27 casi di una malattia polmonare sconosciuta, affermando che è «prevenibile e controllabile», che non ci sono state infezioni di operatori sanitari e che non esiste alcuna prova della trasmissione tra le persone.
Le autorità cinesi notificano il focolaio all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

2020

1 gennaio: Considerandolo fonte dell’epidemia, i funzionari chiudono il mercato dei frutti di mare Huanan.

Un funzionario della Commissione Provinciale per la Salute dell’Hubei ordina a una società di genomica di smettere di analizzare campioni di virus e di distruggere tutti i campioni esistenti.

La polizia locale convoca gli otto operatori sanitari di Wuhan che avevano condiviso informazioni sul virus online, e li rimprovera per «falsi allarmismi».

2 gennaio: Il laboratorio di virologia di Wuhan gestito dal governo, ottiene il genoma completo del virus. Questa informazione non viene resa pubblica fino a sette giorni dopo.

Da un avviso interno trapelato: L’Università di Ingegneria Navale dell’Esercito di Liberazione del Popolo di Wuhan, un’università militare, vieta l’ingresso ai visitatori la cui temperatura corporea superi i 38 gradi.

3 gennaio: La polizia locale chiama il dottor Li e lo rimprovera per «dicerie».

La Commissione nazionale della sanità pubblica emette un avviso rivolto ai ricercatori affinché consegnino i campioni di virus ad agenzie designate per il rilevamento di agenti patogeni o li distruggano.

4 gennaio: Hong Kong attiva il livello di «gravi misure» contro l’epidemia.

Pechino invia un team di esperti medici a Wuhan.

7 gennaio: Il medico Li contrae il virus durante il trattamento di un paziente infetto e il 7 febbraio muore.

Il leader cinese Xi Jinping viene chiamato ad intervenire, emettendo il primo ordine di contenimento. Tuttavia, questo non viene reso pubblico fino a febbraio.

9 gennaio: Xu Jianguo, un esperto capo del team d’indagine, spiega ai media statali cinesi che due giorni prima i ricercatori hanno mappato l’intera sequenza del virus e credono che si tratti di un nuovo coronavirus.

11 gennaio: Le autorità sanitarie cinesi condividono la sequenza del genoma con l’Oms.

11 gennaio-16 gennaio: A Wuhan si tengono due importanti conferenze del Pcc. L’11 gennaio, i funzionari sanitari di Wuhan segnalano un calo del numero d’infezioni, e in seguito nessun nuovo positivo.

13 gennaio: primo caso conosciuto al di fuori della Cina. Un turista cinese proveniente da Wuhan risulta positivo in Thailandia.

14 gennaio: L’Oms dichiara che le autorità cinesi non hanno trovato prove evidenti di trasmissione da uomo a uomo. Inoltre, sottolinea che potrebbe essere possibile «una trasmissione limitata da uomo a uomo, potenzialmente tra le famiglie».

15 gennaio: Il primo paziente americano positivo è un uomo dello Stato di Washington, ritornato da Wuhan.

I funzionari cinesi comunicano che il rischio d’infezione da uomo a uomo è basso.

16 gennaio: Il Giappone riporta che un cittadino cinese proveniente da Wuhan è risultato positivo tra il 10 e il 15 gennaio.

18 gennaio: Nonostante la richiesta del personale della Commissione di annullarlo, i funzionari locali organizzano un grande banchetto annuale per 40 mila famiglie, nella comunità di Baibuting a Wuhan.

Pechino invia un secondo gruppo di esperti sanitari a Wuhan.

20 gennaio: Il famoso medico cinese Zhong Nanshan, che fa parte del team di verifica, conferma che la malattia può essere trasmessa da uomo a uomo, specificando che un paziente ha infettato quattordici operatori sanitari. Infatti, il 6 marzo, un funzionario cinese ha dichiarato che già entro la fine di gennaio, più di 3 mila operatori sanitari dell’Hubei erano stati infettati.

La Corea del Sud comunica il suo primo caso, una donna cinese di 35 anni proveniente da Wuhan.

Attraverso i media statali cinesi, il leader cinese Xi Jinping comunica pubblicamente le prime indicazioni sulla malattia, invitando le autorità ad agire rapidamente per contrastarla.

21 gennaio: Gli Stati Uniti, primo Paese al di fuori dell’Asia, confermano che il 20 gennaio un uomo di Seattle è risultato positivo.

23 gennaio: Wuhan impone il lockdown, ma prima della chiusura circa 5 milioni di persone avevano già lasciato la città senza essere state sottoposte a screening per il virus. Uno studio di marzo stima che, prima delle restrizioni di viaggio del 23 gennaio, l’86 per cento delle infezioni non erano state documentate.

24 gennaio: Altre tredici città dell’Hubei (la cui capitale è Wuhan) vengono messe in isolamento.

Le autorità dell’Hubei annunciano un bando per la costruzione di un ospedale temporaneo in pochi giorni.

Iniziano i festeggiamenti per il Capodanno lunare cinese. In precedenza, centinaia di milioni di cinesi viaggiano in tutto il Paese per festeggiare l’occasione con la famiglia.

27 gennaio: Le autorità dell’Hubei dichiarano la disponibilità di 100 mila posti letto d’ospedale per i pazienti.

Il sindaco di Wuhan, Zhou Xianwang, ammette che la divulgazione della notizia del virus non è stata tempestiva, ma tenta di scaricare la colpa sul governo centrale, dicendo che aveva bisogno del permesso dei superiori prima di rilasciare informazioni.

Pechino estende le vacanze di Capodanno al 2 febbraio e chiude le scuole a tempo indeterminato.

28 gennaio: Il segretario per la Salute e i Servizi Umani degli Stati Uniti, Alex Azar, dichiara che Pechino ha rifiutato  l’offerta americana di inviare un team di esperti sanitari in Cina. Il 7 febbraio replica che è da un mese che la Cina rifiuta l’aiuto degli Stati Uniti.

30 gennaio: L’Oms dichiara l’epidemia un’emergenza sanitaria globale.

Dal 30 gennaio in poi: I Paesi di tutto il mondo iniziano a imporre la chiusura delle frontiere e restrizioni di viaggio.

 

Articolo in inglese: Timeline of Chinese Regime’s Coverup of COVID-19 Outbreak

 

 

 

 

 
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