Australia, 26 gruppi per i diritti umani chiedono di porre fine alle persecuzioni in Cina

Di Jessie Zhang

Il Congresso mondiale degli uiguri ha inviato una lettera congiunta al primo ministro australiano Anthony Albanese, esortandolo ad agire contro le «gravi violazioni dei diritti umani» di cui è vittima il gruppo religioso del Falun Gong in Cina.

Genocide Watch (una lobby cristiana australiana), la Federazione italiana per i diritti umani e la Fondazione Memoriale delle vittime del comunismo sono tra le 26 organizzazioni internazionali che hanno sottoscritto l’appello.

«Siamo profondamente preoccupati per le continue violazioni dei diritti umani contro i praticanti del Falun Gong in Cina, che violano i trattati internazionali sui diritti umani», si legge nella lettera, pubblicata sul sito web del World Uyghur Congress il 19 giugno.

«Esortiamo il governo australiano ad agire immediatamente per affrontare queste gravi violazioni dei diritti umani».

La lettera congiunta chiede al premier australiano Albanese di approvare una mozione che solleciti la fine immediata della persecuzione e il rilascio incondizionato di tutti i praticanti del Falun Gong incarcerati e di altri prigionieri di coscienza, in particolare dei familiari dei cittadini e residenti australiani.

Ha inoltre esortato Albanese ad attuare sanzioni in stile Magnitsky contro individui ed enti coinvolti nella persecuzione dei praticanti e a sollevare la questione anche al Consiglio dei Diritti Umani e all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Il Parlamento australiano ha approvato le leggi Magnitsky nel 2021.

Diverse dalle normali sanzioni, le leggi Magnitsky si concentrano sui singoli violatori dei diritti umani – così come sui loro familiari – e possono congelare i loro beni all’estero.

I gruppi coinvolti nella legge possono essere hacker, generali corrotti o funzionari responsabili di gravi atrocità in materia di diritti umani; ai condannati può essere vietato l’ingresso in Australia.

Prove sempre più evidenti rivelano la portata delle atrocità

La lettera congiunta afferma che è ben documentato da una serie di organizzazioni che i praticanti del Falun Gong sono stati «uccisi su ordinazione come principale fonte di organi per l’industria cinese dei trapianti di organi sostenuta dallo Stato».

Nel 2019, il China Tribunal ha concluso che «il prelievo forzato di organi è stato perpetrato per anni in tutta la Cina su scala significativa e che i praticanti del Falun Gong sono stati una, e probabilmente la principale, fonte di approvvigionamento di organi».

Nel 2021, 12 esperti di diritti umani delle Nazioni Unite hanno scritto formalmente al Partito Comunista Cinese (Pcc) in merito a prove credibili di questo crimine.

Nella lettera si sottolinea che l’Australia è «obbligata a sostenere i diritti umani» ai sensi del Patto internazionale sui diritti civili e politici, della Convenzione contro la tortura e altre punizioni o trattamenti crudeli, inumani o degradanti e della Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio.

L’appello fa seguito alla risoluzione approvata dal Parlamento europeo all’inizio di quest’anno, che «esorta con forza la [Repubblica Popolare Cinese, ndr] a porre immediatamente fine alla persecuzione dei praticanti del Falun Gong e di altre minoranze, tra cui gli uiguri e i tibetani».

Il 20 luglio di quest’anno segnerà inoltre i 25 anni da quando il Pcc ha lanciato la sua campagna statale per sradicare il Falun Gong.

Michael Gahler, membro del Parlamento europeo e dell’Unione cristiano-democratica, posa per una foto con Ding Lebin, figlio di un praticante del Falun Gong imprigionato in Cina, dopo l’approvazione da parte dell’Ue di una risoluzione che condanna la persecuzione del Falun Gong in Cina, il 18 gennaio 2024. (Per gentile concessione di Ding Lebin)

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale che comprende esercizi di meditazione lenta e insegnamenti radicati nei principi di verità, compassione e tolleranza.

È stata introdotta per la prima volta in Cina nel 1992. Alla fine degli anni novanta, le stime ufficiali indicavano che 70-100 milioni di cinesi la praticavano.

Tuttavia, nel 1999, il Pcc ha lanciato una brutale repressione del gruppo di fede.

I praticanti, noti per la loro buona salute e il loro stile di vita sano, sono diventati i bersagli principali per il prelievo forzato di organi. Questa pratica, approvata dallo Stato, ha coinvolto l’assassinio in massa dei detenuti per venderne gli organi.

Il prelievo di organi frutta al Pcc 9 miliardi all’anno

David Matas, un avvocato internazionale per i diritti umani che ha trascorso 18 anni a denunciare il prelievo sistematico di organi da parte del Pcc, ha stimato che il regime guadagna circa 9 miliardi di dollari all’anno da questa pratica.

«La cifra totale che ho ottenuto è di 8,9 miliardi di dollari all’anno. Abbiamo fatto il nostro calcolo dei volumi andando sui siti web degli ospedali e sommandoli», ha dichiarato Matas. «I numeri sono enormi e orrendi».

Anche il senatore liberale australiano Paul Scarr ha lanciato un appello affinché il governo australiano intervenga.

«L’essenza è: quando qualcuno viene perseguitato per nessun altro motivo se non per le sue convinzioni religiose, per questioni di coscienza, allora credo che le persone che amano la libertà in tutto il mondo abbiano l’obbligo morale di prendere posizione», ha dichiarato Scarr a Epoch Times.

«Se ci sono più voci, se più persone parlano, la persecuzione finirà prima, anziché dopo».

 

Articolo in lingua inglese: 26 Human Rights Groups Call on Australian PM to End Persecution of Faith Group in China

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