6 gennaio, la polizia aveva «guidato» lo ‘sciamano di QAnon’ nel Senato

Di Joseph M. Hanneman

Il simbolo dell’incursione del 6 gennaio – il cosiddetto «sciamano di QAnon» Jacob Chansley – era stato pacificamente scortato dalla polizia nei corridoi del Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio; lo ha affermato il conduttore di Fox News Tucker Carlson il 6 marzo nel suo primo speciale basato su un accesso esclusivo a 41 mila ore inedite di video di sicurezza del Campidoglio.

Carlson ha mostrato un video di sicurezza a circuito chiuso di Chansley che camminava tranquillamente dentro il Campidoglio il 6 gennaio 2021. La polizia non solo non ha cercato di fermare Chansley, ma lo ha scortato e accompagnato, ha riferito Carlson.

«Praticamente ogni momento della sua permanenza in Campidoglio è stato ripreso», afferma Carlson al suo pubblico televisivo nazionale. «Il nastro mostra che la polizia del Campidoglio non ha mai fermato Jacob Chansley. Lo hanno aiutato. Gli hanno fatto da guida».

«Gli agenti della Polizia del Campidoglio lo accompagnano verso più ingressi e cercano persino di aprirgli le porte chiuse a chiave», ha affermato ancora Carlson. «Abbiamo contato almeno nove agenti a poca distanza da Jacob Chansley disarmato».

«Nessuno di loro ha cercato di rallentarlo. Chansley ha capito che la Polizia Capitolina era sua alleata. Il video lo mostra mentre li ringrazia in una preghiera al Senato».

Carlson ha dichiarato che i suoi produttori hanno trascorso tre settimane a Washington con «accesso libero» ai video di sicurezza, grazie al presidente della Camera Kevin McCarthy (R-Calif.). Gran parte dell’enorme archivio video era irrilevante, come ad esempio le riprese di stanze vuote. I produttori hanno usato i computer del Campidoglio per individuare orari e luoghi rilevanti.

I media mainstream e gran parte dell’establishment democratico hanno trasformato Chansley in una sorta di caricatura simbolo, durante e dopo il 6 gennaio 2021. Camminava a torso nudo, con un copricapo di pelliccia con delle corna e con una lancia con una bandiera americana attaccata: lo Sciamano è diventato così rapidamente l’uomo più conosciuto in America e all’estero.

Nel settembre 2021 Chansley ha accettato di dichiararsi colpevole in merito a un’accusa di ostruzione di un procedimento ufficiale. È stato quindi condannato dal giudice distrettuale degli Stati Uniti, Royce Lamberth, a 41 mesi di carcere nel novembre 2021. L’accusa aveva chiesto una condanna a 51 mesi.

«Dovrebbe essere ucciso»

Chansley non è stato accusato di violenza il 6 gennaio, non ha compiuto atti di vandalismo. Era in piedi sul podio del Senato degli Stati Uniti e camminava nei corridoi del Campidoglio. Eppure, ha ricevuto una delle pene detentive più lunghe tra gli oltre 1.000 imputati del 6 gennaio.

«C’è contrasto tra la realtà di ciò che Jacob Chansley ha fatto nel palazzo del Campidoglio il 6 gennaio (dimostrato dai fatti indiscutibili registrati in video, alcuni dei quali mai visti prima) e la rappresentazione di Jacob Chansley che avete visto nei media per più di due anni», ha sottolineato Carlson. «”È un terrorista”», ha detto Carlson riferendo le parole usate da altri media, e ancora, «”dovrebbe essere ucciso”».

I procuratori avevano chiesto una condanna pesante per Chansley perché hanno sostenuto che ha incoraggiato le persone a recarsi a Washington il 6 gennaio per smascherare i cosiddetti traditori del governo, per «fermare il furto» e fermare l’agenda dei politici corrotti.

Dopo che l’allora presidente Donald Trump ha pubblicato un video in cui diceva ai manifestanti di restare pacifici e di lasciare il Campidoglio il 6 gennaio, Chansley per mezzo di un megafono ha esortato tutti a tornare a casa, come dimostrano i video di pubblico dominio.

«Ero al Senato. Ero seduto sulla sedia di Biden», ha riferito Chansley al programma televisivo francese Quotidien nel pomeriggio del 6 gennaio, «È stato divertente».

«I comunisti e i globalisti stanno combattendo una guerra spirituale con noi», ha affermato Chansley. «Il modo in cui combattono la guerra spirituale è quello di profanare i nostri spazi sacri.  Il Senato è uno spazio sacro. È una camera armonica per la verità, e ciò che l’ha riempita per decenni sono bugie e tradimenti».

«Così, ho detto una preghiera all’interno di quell’aula», ha riferito Chansley alla giornalista Laura Geisswiller. «Ho recitato una preghiera all’interno del Senato, una preghiera che bandisce tutto il male, una preghiera che accoglie il Divino Creatore, Dio, nelle nostre vite e nel Senato ancora una volta».

Ray Epps «ha mentito»

Un altro grande scoop dello speciale della Fox afferma che il misterioso provocatore del 6 gennaio Ray Epps ha mentito agli investigatori del Comitato ristretto della Camera.

Epps ha riferito al Comitato ristretto del 6 gennaio che quando ha inviato un messaggio al nipote alle 14:12 del 6 gennaio, sostenendo di aver «orchestrato» le proteste e di aver aiutato le persone a raggiungere il Campidoglio, aveva già lasciato il luogo, ha affermato Carlson.

Ray Epps
Ray Epps incoraggia i manifestanti a entrare in Campidoglio la notte prima dell’assedio del 6 gennaio 2021. (Villain Report/Screenshot via The Epoch Times)

«Stasera possiamo dirvi che, come minimo, Ray Epps ha mentito nella sua testimonianza giurata al Comitato del 6 gennaio», ha detto Carlson. «Epps ha testimoniato che quando ha inviato gli Sms a suo nipote, aveva già lasciato il Campidoglio per tornare nella sua stanza d’albergo. Questo non è vero».

«I filmati di sorveglianza che abbiamo trovato mostrano che in realtà Ray Epps è rimasto in Campidoglio per almeno un’altra mezz’ora», ha continuato Carlson. «Ora, cosa ci faceva Epps lì? Non possiamo dirlo, ma sappiamo che ha mentito agli investigatori».

Epps è stato ripreso in un video virale il 5 gennaio 2021, mentre incoraggiava i manifestanti a entrare in Campidoglio il giorno successivo. Il 6 gennaio si trovava all’Ellipse, vicino alla Casa Bianca, ed esortava tutti a camminare verso il Campidoglio.

Epps non è mai stato arrestato o accusato. Ha ripetutamente negato di aver lavorato come agente sotto copertura o informatore per il governo.

Carlson ha riservato le parole più forti per l’ormai defunto Comitato Ristretto del 6 Gennaio, guidato dal deputato Bennie Thompson (D-Miss), che ha accusato di bugie e inganni.

Il ruolo del comitato «non è mai stato quello di indagare su nulla», secondo Carlson. «Lo scopo era quello di mettere in scena un processo-show, fatto per la televisione. Fin dai primi momenti, il tono delle audizioni è stato quasi comicamente surriscaldato e polemico. Non c’è stata tragedia nella storia americana che i democratici non abbiano paragonato alle proteste del 6 gennaio».

La serie di Carlson sui nastri del 6 gennaio continuerà il 7 marzo con un’intervista all’ex tenente della polizia capitolina Tarik Johnson, basata su un’inchiesta di Epoch Times.

Johnson è stato in Florida la prima settimana di marzo per registrare interviste con Carlson. Si prevede che parlerà dell’interruzione delle comunicazioni radio nel centro di comando della polizia del Campidoglio e di ciò che ha descritto come la ripetuta omissione dell’allora assistente capo della polizia Yogananda Pittman, che non ha autorizzato l’evacuazione del Senato degli Stati Uniti.

 

L’articolo in inglese: Capitol Police Served as ‘Tour Guides’ for QAnon Shaman on Jan. 6: Tucker Carlson

 
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