Benjamin Netanyahu: l’esercito israeliano prevede di rimanere nel sud della Siria a tempo indefinito e vuole che l’area a sud di Damasco venga demilitarizzata: «Prendete nota: non permetteremo alle forze di HTS o al nuovo esercito siriano di entrare nell’area a sud di Damasco» ha affermato il 23 febbraio, durante una cerimonia militare, riferendosi al nuovo governo siriano e al gruppo terroristico Hayat Tahrir al-Sham, che ha guidato la caduta del regime di Assad. «Noi chiediamo la completa demilitarizzazione del sud della Siria, nelle province di Quneitra, Daraa e Suwayda, dalle forze del nuovo regime» ha aggiunto il primo ministro israeliano, «allo stesso modo, non tollereremo alcuna minaccia alla comunità drusa nel sud della Siria».
Il 24 febbraio, il nuovo governo islamista siriano, durante un vertice organizzato dai suoi nuovi governanti, ha condannato la presenza di Israele nel sud della Siria e ne ha chiesto il ritiro.
Nella sua dichiarazione sull’esclusione delle forze militari, Netanyahu non ha fatto riferimento al neonato Consiglio Militare di Suwayda, una forza di autodifesa drusa nel sud della Siria, guidato da Tareq Al-Shuofi, un comandante druso ricercato dal regime di Assad. Forte del sostegno del leader spirituale druso di Suwayda, Sheikh Hikmal Al-Hijri, gode di un ampio consenso all’interno della comunità.
Al-Shuofi ha dichiarato che il consiglio proggerà le comunità druse e sorvegldrà il confine per impedire il traffico di armi e l’infiltrazione di terroristi, secondo quanto riportato dal Jerusalem Post. L’organizzazione aspira a rimanere all’interno del quadro nazionale siriano e, in futuro, a unirsi al nuovo esercito nazionale. Al-Shuofi inoltre invocato una «cittadinanza moderna ed egualitaria e il rispetto dei diritti umani, in uno Stato siriano democratico, secolare e decentralizzato, uno Stato di giustizia e di pace regionale e globale».
Israele ha da tempo buone relazioni con la sua minoranza drusa, inclusi gli abitanti delle Alture del Golan. Alcuni drusi del sud della Siria hanno accolto con favore la rapida messa in sicurezza della zona cuscinetto di 400 chilometri quadrati tra Israele e Siria, avvenuta dopo la caduta del regime di Assad l’8 dicembre 2024.
I drusi in Siria meridionale temono gli estremisti religiosi e sono preoccupati che HTS, affiliato prima ad Al Qaeda e poi all’Isis, sia ancora controllato da islamisti sunniti, ha dichiarato Moran Levanoni, esperto di Siria e Libano, al Jerusalem Post: «Osservano le nomine del governo ad interim e vedono solo uomini religiosi sunniti con lo stesso background». I drusi starebbero cercando di seguire la stessa strategia dei curdi, che finora hanno mantenuto un’autonomia militare nel nord-est della Siria e stanno facendo pressione sul nuovo leader siriano, Ahmad al-Shaara, affinché adotti una struttura federale e un governo decentralizzato.
Israele ha già annunciato che rimarrà a tempo indefinito sull’ex settore siriano del monte Hermon e nella zona cuscinetto, per impedire l’ingresso di forze ostili. Quest’area presidiata da forze di pace delle Nazioni Unite, è in vigore da 50 anni, dal cessate il fuoco del 1974.
Israele controllava già la parte meridionale del monte Hermon, ma la metà settentrionale, situata in Siria, era più elevata e offriva posizioni militari strategiche. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che l’esercito ha costruito due postazioni sul monte Hermon e sette ulteriori nella zona cuscinetto.
La città di Quneitra, ormai quasi del tutto abbandonata, si trova al confine, mentre la zona cuscinetto si estende a est. La provincia di Quneitra è significativamente più grande della zona cuscinetto, e Netanyahu ha chiesto la demilitarizzazione di altre due province situate ancora più a est.
Il governo di Netanyahu ha il problema di proteggere le comunità vicine al confine siriano, e cerca di rafforzare i legami con le popolazioni amichevoli della regione, in particolare i drusi, ha affermato il ministro della Difesa; le forze israeliane «non permetteranno a forze ostili di insediarsi o di essere presenti nella zona di sicurezza nel sud della Siria, da qui fino a Damasco» ha dichiarato Katz, «agiremo contro qualsiasi minaccia».