Netanyahu, all’incontro con Trump, ha promesso di riequilibrare i termini commerciali con l’America. «Elimineremo il deficit commerciale con gli Stati Uniti. Lo faremo il prima possibile per abbattere le varie barriere commerciali» ha dichiarato Netanyahu in conferenza stampa.
La settimana scorsa, Trump ha annunciato dazi reciproci a livello internazionale, con un dazio del 17% sui beni israeliani. Prima dell’incontro del 7 aprile, Netanyahu aveva espresso la speranza di negoziare un alleggerimento dei dazi.
Ai giornalisti, i due leader hanno descritto le loro discussioni sulla ripresa dei combattimenti nella Striscia di Gaza, le preoccupazioni per lo sviluppo nucleare iraniano e le crescenti tensioni tra Israele e Turchia.
GAZA
Entrambi hanno sottolineato l’impegno per liberare cittadini americani e israeliani tenuti in ostaggio nella Striscia di Gaza dall’attacco dell’organizzazione terroristica Hamas nel Sud di Israele del 7 ottobre 2023. A gennaio, Hamas e Israele hanno raggiunto un cessate il fuoco: l’organizzazione aveva accettato di rilasciare alcuni ostaggi in cambio della sospensione delle operazioni militari israeliane, e della liberazione di prigionieri palestinesi.
Il cessate il fuoco è poi saltato e le truppe israeliane hanno ripreso a operare nel territorio devastato dalla guerra. «Io voglio che la guerra finisca, e credo che finirà presto», ha detto Trump il 7 aprile scorso. «Ora il problema sono gli ostaggi. Stiamo cercando di liberarli. Ne abbiamo liberati parecchi, ma è un processo lungo».
Netanyahu ha annunciato che si sta lavorando per arrivare a un nuovo cessate il fuoco. Ha anche rivelato di aver discusso con Trump una proposta per trasferire i residenti della Striscia di Gaza nei Paesi vicini, anche se non è chiaro quali nazioni siano pronte ad accoglierli.
Il primo febbraio, Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Autorità Palestinese e Lega Araba hanno condannato in una dichiarazione congiunta il piano di Trump di spostare i gazawi fuori dal territorio.
Parlando del dominio post-bellico della Striscia di Gaza, Trump ha dichiarato: «Non capisco perché Israele l’abbia ceduta».
La Striscia di Gaza è stata sotto il controllo militare egiziano dal 1949 al 1967. Durante la Guerra dei Sei Giorni, nel giugno 1967, le forze israeliane hanno lanciato un attacco a sorpresa e occupato i vari territori egiziani, Gaza inclusa. Israele ne ha mantenuto il controllo fino al 2005, quando ha ritirato le proprie truppe.
LA TURCHIA
Le tensioni tra Israele e Turchia, entrambi alleati formali degli Stati Uniti, sono cresciute nei mesi successivi alla fuga del leader siriano Bashar al-Assad. La settimana scorsa, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha accusato Ankara di voler trasformare la Siria post-Assad in un «protettorato turco». Il ministero degli Esteri turco, invece, ha puntato il dito contro Israele per aver minato gli sforzi di stabilizzazione del Paese.
«Avevamo degli ottimi rapporti con la Turchia, ma ora si sono deteriorati. Non permetteremo che la Siria, nemmeno per mano turca, diventi una base per attaccare Israele» ha dichiarato Netanyahu ai giornalisti il 7 aprile. Ma Trump ha assicurato a Netanyahu di poterle appianare le tensioni, vantando un ottimo rapporto con il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan.