«Il mio auspicio alla sobrietà per tutte le iniziative promosse nei cinque giorni di lutto – e non solo per il 25 aprile – ha confermato quel che era solo un sospetto: certa sinistra resta antropologicamente ostile ad ogni forma di sobrietà», ha detto in un’intervista a Il Giornale il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci.
«L’eccesso, l’urlo, l’ostentazione, la violenza verbale, il disordine, persino lo scontro fisico appartengono al codice genetico di una parte della cultura post-comunista. Ed ogni pretesto è buono per delegittimare l’avversario, quasi sempre considerato un nemico», ha aggiunto.
«Si è gridato allo scandalo, come se con quell’innocuo aggettivo la destra al governo avesse tentato di depotenziare la celebrazione della Liberazione. Come se quella ricorrenza appartenesse solo alla sinistra e non a tutti gli italiani, come accade da qualche tempo, sopiti ormai gli odi ed i rancori della generazione che partecipò alla guerra civile. Alla fine, nella giornata del 25 aprile è andata molto bene. E il merito è di tutti. Gli unici incidenti sono avvenuti tra i partigiani dell’Anpi e i manifestanti del Pd: che tristezza», ha concluso Musumeci.